Il presidente di Auser Marche Manuela Carloni
L’Auser Marche, associazione di volontariato composta da giovani e anziani che gestisce varie attività sociali e culturali, nello spirito dell’aiuto reciproco e dell’invecchiamento attivo, ha presentato “Insieme si può – vademecum per una integrazione possibile”, che raccoglie le norme di riferimento e le buone pratiche della società nella regione Marche. Il manuale, proposto in occasione della Conferenza organizzativa “La rete che guarda al futuro”, ospitata all’Istituto alberghiero Einstein di Loreto, è il contributo realizzato da Auser per un’integrazione partecipata delle persone straniere, che non può esimersi dal partire dall’istruzione e dalla formazione.
Nel corso della giornata i volontari si sono riuniti nelle commissioni per confrontarsi sui temi della riforma del Terzo Settore e sull’organizzazione delle varie sedi Auser nel territorio. A margine della conferenza, è stato redatto un documento conclusivo, in cui è stata sottolineata l’importanza dell’Europa come soggetto capace di praticare politiche di coesione istituzionale e sociale, unita a politiche pubbliche a sostegno dello sviluppo e della sua qualità. Manuela Carloni, presidente dell’Auser Marche, ha parlato della conoscenza, un filo rosso che attraversa tutte le azioni raccontate nel vademecum: «Auser è rappresentata nelle Marche da un’importante realtà consolidata, con più di 13.500 iscritti, 116 circoli e oltre 2000 volontari, che possono contribuire alla costruzione di un welfare di comunità, per una sussidiarietà ricca di partecipazione e solidale nello stesso tempo. I volontari – afferma – possono essere motore di innovazione e di quei cambiamenti culturali che iniziano sempre dalle piccole cose. I soci Auser possono essere i migliori intermediari per la diffusione del Vademecum».
Lorenzo Mazzoli, componente della Presidenza Nazionale, ha poi citato l’esperienza ormai trentennale di Auser e la sua forza: una fitta rete territoriale capace di erogare tanti servizi, dal trasporto sociale, alla consegna dei pasti, dalla promozione dell’attività fisica, ai soggiorni culturali, fino al volontariato civico. Anche l’avvocato del Foro di Firenze Isetta Barsanti Mauceri ha contribuito al Vademecum, ponendo al centro i diritti fondamentali dello straniero, che impongono di fare riferimento a una pluralità di fonti del diritto, interne e internazionali, in primo luogo la nostra Costituzione. La Mauceri, inoltre, ha indicato alcuni strumenti legali per combattere le discriminazioni in questo senso. Nella presentazione all’interno del Vademecum, Vinicio Ongini, coordinatore tecnico dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione e l’educazione interculturale presso il Ministero dell’Istruzione, ha sottolineato l’importanza di una prospettiva educativa in ottica di integrazione ed educazione interculturale, un processo difficile e tuttora in corso che parte dai numeri. Molto spesso, infatti, quando si parla degli stranieri si utilizza il linguaggio delle percentuali, ma è necessario utilizzare le cifre con attenzione, perchè potrebbero condurre ad errori e false percezioni. A riguardo, sono molti i temi su cui riflettere e a cui si cerca di rispondere in maniera adeguata. Fabrizio Dacrema, responsabile nazionale di Auser Cultura, ha indicato nell’attività di apprendimento permanente un vero e proprio antidoto contro il diffondersi di pregiudizi e stereotipi che ostacolano la positiva integrazione ed il dialogo interculturale.
Il Vademecum riporta anche le importanti esperienze messe in campo dalle Auser delle Marche per favorire l’integrazione, oltre ai progetti nati nella frazione di Collemarino di Ancona, grazie alla collaborazione con l’associazione Free Woman, il Comune e l’Auser, con il laboratorio “Su(l)la testa”, che vede protagoniste donne immigrate vittime di tratta e donne in terapia presso la Clinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona. Un laboratorio nel quale le giovani straniere realizzano turbanti, prodotti con i tessuti e i colori dell’Africa da donare alle donne che affrontano la chemioterapia, per migliorare la loro percezione di sé e la propria femminilità. E ancora, c’è la Fabbrica del Cittadino della Nuova Auser di Collemarino, che permette alle donne presenti in Italia di imparare l’italiano portando a scuola i loro figli, accuditi dalle volontarie dell’Auser. C’è il racconto del “Progetto Sprar MaceratAccoglie”, in cui il Comune e il Circolo Orti Fontezucca, che con Auser gestisce oltre 200 orti, insieme al Gruppo Umana Solidarietà (Gus), ha realizzato un’importante esperienza di lavoro volontario coinvolgendo sette giovani provenienti dal Golfo di Guinea, beneficiari di protezione internazionale.
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