di Maurizio Verdenelli (foto di Carlo Torresi)
Il summit socio-sanitario, convocato dai volontari di Avulss per lanciare la nuova leva ‘giovane’ di volontari a Macerata, da accademico si accende quasi sul finire di lampi di rovente attualità. Sul piccolo palco della Mozzi-Borgetti, i bibliotecari a lanciare ormai significative occhiate per il fuori-orario incombente, sale la direttrice del distretto, dottoressa Giovanna Faccenda in temporanea rappresentanza del direttore generale Alessandro Maccioni, attardato a Grottammare dai funerali del dottor Antonio Aprile, primo dg dell’azienda sanitaria.
Non tarda molto, il palchetto rosso della sala Castiglioni, a trasformarsi in graticola incandescente per la dottoressa responsabile (annuncia) di quello che è un settore caldissimo sul fronte della sanità maceratese: il pianeta Cup, prenotazioni e liste d’attesa. Va tutto bene, prova a dire lei. Ma subito si alza forte il contraddittorio dall’attento ed un po’ attempato uditorio dove fino a quel punto non si era sentita volare una mosca alle relazioni dei dottori Romano Mari (presidente dell’Ordine dei Medici: sotto i 40 anni più donne che uomini nella professione), Nicola Battelli (il primario oncologo lancia un segnale d’attenzione sulle sigarette elettroniche), Giorgio Mancini (ex primario geriatra: marchigiani tra i più anziani in Italia e d’Europa) e dopo i saluti della vicesindaca Stefania Monteverde e dell’assessora Marika Marcolini. Pianeta (alieno?) Cup, dicevamo: prenotazioni che superano l’anno, con timori per il buon esito della cura, agende chiuse e via elencando. Ci prova l’ottima dottoressa a fare un distinguo tra ‘prese in carico’ e prima visita ma scarsamente convincendo, pur essendo questa la normativa, chi dice di dover aspettare oltre le speranze e magari alla fine è costretto ad ‘emigrare’ a San Benedetto. A chi le chiede, infine, se esista davvero criticità circa i tempi d’accesso a dermatologia a Macerata, Giovanna Faccenda è categorica: «Non mi risulta». Tocca poi al dottor Andrea Corsalini («Vitale conoscere gli alimenti per salvarsi la vita») e al dottor Piero Ciccarelli. Una difesa per gli uffici parlando di numero eccessivo sul fronte delle ‘indagini’ – non solo di farmaci come era emerso fin lì- da parte dello ‘storico’ direttore dell’Asur maceratese, poi della Sanità regionale. «Prendiamo l’esempio più classico: i ‘raggi’ (Rx) al torace. Vi garantisco che nel 90/95% dei casi, tali richieste risultano inappropriate per la diagnosi. Ciò toglie risorse alla prevenzione (il presidente Avulss, Giorgio Salvucci aveva sottolineato come 1 euro investito in questa direzione generi un risparmio nelle cure mediche di quasi 3, ndr). Si parla male della sanità in Italia. Vi rivelo questo: il mio terzo figlio lavora in Irlanda dove ha un futuro molto più solido, eppure stasera torna a Macerata per curarsi perché il nostro Ssn è migliore».
Quasi al 91’, di gran corsa, perdute ormai le speranze, ecco Maccioni. «Turbato, emozionato, commosso, addolorato» per la perdita del dottor Aprile, un grande amico, dice, con cui aveva collaborato per tre anni. E scorgendo Ciccarelli «Si deve poi a Piero la ‘colpa’ (testuale, ndr) d’essere io diventato da consulente interno, dirigente della sanità pubblica». Ma sopratutto, Maccioni, è indignato a causa delle critiche sui tempi d’attesa delle prestazioni. Dichiara: «Mi arrabbio, non è vero. Non ho remore a difendere la struttura a spada tratta». Di chi la colpa dunque se qualcosa non va? «Se ci sono difficoltà d’ordine burocratico è a causa di quelle prescrizioni che non vengono fatte come devono essere fatte, che mancano delle motivazioni così come previste. E spesso l’operatore del Cup, che magari è di tutt’altra zona rispetto a quella dell’utente, ha comprensibili problemi d’interpretazione. Ma scaricare sugli uffici, non va. Non lo tollero. Adempiamo compiutamente alle richieste pure di chi, la mattina, invece del cappuccino, si fa un esame diagnostico (calembour ad indicare certo necessità per fortuna non fondate, ndr). Abbiamo sempre nuovi impegni da parte del nostro datore di lavoro, cui tener fede e lo facciamo». Ancora: «Hanno soppresso ora il supeticket. Ci mancheranno 800 milioni, perché la ‘torta’ è sempre quella. Dove rimpiazzerà quelle risorse, la sanità pubblica?» si chiede Maccioni. Un’anziana preoccupata, chiede: «Direttore, il servizio sanitario perderà di qualità?». Maccioni frena, prudente: «No, faremo in modo che ciò non accada». E annuncia un incontro per questa mattina a San Ginesio sulla questione emergenza. «La dottoressa Faccenda, il dottor Zamponi ed io spiegheremo che in quei territori interni c’è bisogno di ‘ospedali di prossimità’ che garantiscano sopratutto l’emergenza, dunque la possibilità per i residenti d’essere soccorsi alla stessa maniera laddove esistono ospedali con reparti d’avanguardia».
In conclusione ed ancora: troppe indagini. Ciccarelli ha trovato in Maccioni una conferma accusatoria. In Salvucci un avvocato d’ufficio: «Troppi esami forse a causa della medicina difensiva». Neologismo da qualche anno in voga negli ospedali ad indicare la strategia di cercare riscontri ‘ad abundantiam’ utili per sostenere eventuali e per nulla ipotetiche cause giudiziarie da parte di pazienti scontenti. E prima della chiusura finale di un convegno intensissimo, il cui tema (la prevenzione) è stato in conclusione stravolto sul tema caldo delle liste d’attesa, la contestazione della madre di uno studente del liceo scientifico: «Se al liceo classico, vincitore di un concorso regionale, possono usufruire di un corso per chi vuole un futuro da medico (ne aveva parlato Mari, ndr) da noi solo silenzio. Eppure anche allo Scientifico ci sono ragazzi appassionati alla scienza medica». La Monteverde, prof. allo Scientifico, fa ‘sì’ con il capo e, ‘giocando in casa’ strappa gli ultimi 5 minuti, per comunicare il progetto di alimentazione ‘bio’ alle scuole elementari. Poi, lo sciogliete le righe. Per Avulss al suo 37esimo anno, un convegno -check up gratuito in 5 farmacie – ed un avvio alla grande per il 34esimo corso base di volontariato. «Siamo 200, ma dobbiamo crescere tra i giovani. Ventimila ore di prestazioni e 20mila km sul taxi socio-sanitario: è il lavoro di 11 dipendenti» contabilizza con orgoglio Giorgio Salvucci. La relativa slide ‘incorona’ il direttore Maccioni durante il suo intervento. E lui alla fine conviene: «Bravi, siete dei nostri».
La sanità secondo Ceriscioli: «Liste di attesa azzerate, Macerata da record nel bonus malus»
Quante chiacchiere! Io ammalata di cancro e non ho trovato posto per eco al seno e mammografia di conseguenza niente controllo oncologico
E te pareva che era colpa di terze parti e non dei tagli alla sanità
Ao' fate pace cor cervello prima predicate la prevenzione e questa come si fa? forse con il pensiero non solo se uno ha un urgenza se non mette mano al portafoglio può anche morire
Allora per non avere file è meglio morire senza controllarsi?? Così risolvono anche il problema delle pensioni
Sarà causa dei troppi esami prescritti o de la cattiva gestione per poi fare cassa privatamente???? A voi l'ardua sentenza!!!
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Non ho mai capito perchè per alcuni esami, previsti dal SSN nelle strutture pubbliche, le liste sono infinite (settimane o addirittura mesi)…. ma, se paghi, ti trovano posto 24 massimo 48 ore dopo.