di Ugo Bellesi
Tra le tante ricchezze, paesaggistiche, religiose, storiche e artistiche, che può vantare Sefro ce n’è una alla quale la popolazione è particolarmente attaccata. Si tratta del magnifico organo conservato nella chiesa di Santa Maria Assunta. Risale al 1790 ed è opera di un famoso organaro: Venanzo Fedeli, appartenente ad una famiglia di organari che ha lavorato da Venezia a Napoli. Aveva il suo laboratorio e abitazione a Corgneto di Serravalle. Era la più importante dinastia organaria delle Marche e una delle maggiori e più rappresentative dinastie dell’arte organaria italiana tra ‘700 e ‘900. Lo stupendo organo di Sefro era ridotto in pessime condizioni ma l’ex sindaco Giancarlo Temperilli, si è impegnato tantissimo perché il restauro del prezioso strumento fosse fatto alla perfezione prima di lasciare l’incarico al suo successore. E l’inaugurazione del rinnovato organo è avvenuta in pompa magna nella chiesa dell’Assunta gremita di cittadini e di autorità.
«Abbiamo deciso di intraprendere questa avventura – ha detto l’ex sindaco – con la speranza/certezza di avere la collaborazione di tanti. Gli anziani ricordano come suonava questo organo. I giovani lo sentiranno oggi per la prima volta. Un tempo la musica era privilegio di pochi. La gente comune invece si ritrovava unita, vestita a festa per la messa per sentire il coro e la solennità dell’organo. Oggi invece la nostra vita è piena di musica in ogni luogo. E’ una conquista della nostra generazione. Una volta non era disponibile per tutti. Dal 1790 per gli abitanti di Sefro la solennità della musica esaltava, dava entusiasmo, trasferiva in altre realtà grazie al canto del coro e alla sonorità dell’organo. Quell’organo che oggi, dopo tanti anni, ha avuto bisogno di un importante restauro che gli ha ridato nuova vita e nuovo charme». L’ex sindaco ha quindi ringraziato tutti quanti si sono impegnati per il restauro, dal parroco monsignor Cherubino Ferretti alla ditta Formentelli, dal pro rettore dell’Università di Camerino alla Fondazione della Cassa di risparmio e a tanti altri che gli ha definito «non sponsor, ma mecenati». Infine ha concluso dicendo «La musica è bellezza, la musica dà fiducia, facciamo sì che questo organo suoni spesso e così possiamo beneficiare della sua musica». Il parroco monsignor Ferretti ha sottolineato che l’organo appartiene alla comunità e l’organo è un arricchimento per tutti. La Chiesa ne è custode ma fa fatica a mantenere questo patrimonio culturale di cui tutti possono beneficiare. Michel Formentelli, che ha curato il restauro dell’organo, ha raccontato di aver trovato all’interno dello strumento un cartiglio preziosissimo firmato Venanzo Fedeli, che aveva cinque fratelli, tutti organari. Realizzavano i tromboncini alla veneta che avevano un suono più dolce. I componenti la famiglia si perfezionavano in continuazione e inventavano anche nuove soluzioni. La tastiera era lavorata ad uncino. Impiegavano il legno di noce delle nostre montagne. Un esperto ha dichiarato: «Il legno di noce di Camerino è il migliore che si trovi in Europa». Infatti è un legno che si conserva ancora nel tempo. I fratelli Fedeli per creare le parti in metallo facevano venire lo stagno dall’Inghilterra per creare una lega particolare. Le tastiere e le pedaliere sono ancora quelle originali. La manifestazione è proseguita con la presentazione, da parte del maestro Maurizio Maffezzoli, dei brani musicali in programma nel concerto che ha fatto seguito all’inaugurazione dell’antico organo. Sono state sufficienti le prime note per apprezzare la bella sonorità dell’organo a canne, le morbide sfumature, il fascino di una musica che fa gioire, che penetra dappertutto e che entra anche nei cuori più duri. La musica che piace ai nostri vecchi ma che piacerebbe anche ai nostri giovani solo se qualcuno gliela facesse ascoltare.
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