«Celebrazioni come queste non sono banali, hanno il precipitato di qualcosa di concreto, sono carne viva, vita vissuta». Così il capo della Polizia di stato Franco Gabrielli, intervenuto questa mattina a Recanati per l’intitolazione del piazzale dedicato a Roberto Antiochia, giovane agente di polizia morto a soli 23 anni freddato dalla mafia.
Il sindaco di Recanati Antonio Bravi ha accolto la richiesta del Questore Antonio Pignataro che nel 1985 lavorava a Palermo al fianco di Antiochia e che nel corso della celebrazione ha ricordato con un commovente intervento. Dopo l’intitolazione dei giardini di Civitanova ad un’altra vittima della mafia, Calogero Zucchetto, anche Recanati ha voluto stringere un significativo gemellaggio dal valore storico con la Sicilia. Oltre alle autorità civili e militari, ai sindaci della provincia presenti alla celebrazione anche i ragazzi delle scuole e degli istituti Gigli e Badaloni che hanno ascoltato gli interventi davanti ai fratelli dell’eroe Antiochia, Corrado e Alessandro. «Grazie mille sindaco per aver dedicato un pezzo di questo straordinario territorio a Roberto Antiochia – ha detto il Capo della polizia – ogni volta che le comunità si riconoscono nelle forze di polizia è il riconoscimento più compiuto della nostra missione.
Roberto Antiochia non è stato solo un collega è un rappresentante della Polizia di Stato, un giovane di 23 anni che ha servito il Paese, ma porta con sé un messaggio straordinario, di quanto l’indifferenza sia il male peggiore del nostro tempo. Era giovane e aveva legittime aspettative di vivere appagato, invece decise di rimanere là dove si combatteva una battaglia. Ragazzi – ha detto rivolto poi agli studenti – Purtroppo viviamo contesti in cui le persone credono di fare grandi cose, e invece siamo poca cosa. Questo ragazzo di 23 anni sapeva che in quel territorio si moriva uccisi dal piombo della mafia e dall’indifferenza della comunità. L’indifferenza è il peggiore dei mali, è il girarsi dall’altra parte, è non fare scelte di campo, dove stare, con chi stare. È facile pensare che il tornaconto personale sia la remunerazione più ambita ma ogni volta che ci voltiamo dall’altra parte un pezzo di noi muore».
Il sindaco di Recanati Antonio Bravi ha accolto il capo della Polizia e la richiesta di intitolazione con entusiasmo, come ha spiegato agli intervenuti: «L’intitolazione del piazzale è il testimone che noi vecchie generazioni passiamo alle nuove per trasmettere la cultura del rispetto e della legalità. E in questo punto dove transiteranno numerosi turisti affinché non sia patrimonio solo dei recanatesi, ma di tutti».
Commovente il ricordo che il questore Antonio Pignataro ha tributato al collega e amico Roberto Antiochia conosciuto oltre 30 anni fa quando entrambi lavoravano a Palermo: «Un amico con cui ho condiviso a soli 20 anni momenti di amicizia e di polizia. Ha rappresentato lo Stato con disciplina e onore. Ho un ricordo indelebile di quando Roberto mi chiese di insegnargli ad andare sulla moto con una ruota sola, per inseguire gli scippatori per le vie di Palermo. E ne arrestò molti, in poco tempo era diventato uno dei poliziotti più temuti tanto che gli incendiarono la moto personale,ma lui non ebbe paura, non si spaventò. Era la sintesi di fedeltà, disciplina e onore, parole di cui oggi abbiamo smarrito il senso».
(foto e video di Federico De Marco)
Il sindaco di Recanati Antonio Bravi, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il prefetto Iolanda Rolli e il questore Antonio Pignataro oggi a Recanati per l’inaugurazione del piazzale intitolato a Roberto Antiochia
Il Capo della Polizia ed il Questore con le sezioni dell’Associazione della Polizia di Stato di Macerata e Civitanova
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