La recente inaugurazione del parco
di Maurizio Verdenelli
Villa Lauri, un grande futuro dietro le spalle. Come in un vaso di Pandora, tolto il coperchio al prezioso dono dello ‘Zio Tom’ a Macerata, ecco emergere dimenticata una storia di appena l’altroieri. Un sequel di occasioni mancate, appena chiuso il Sanatorio che aveva trovato ubicazione nel Paradiso perduto del conte dove la gioventù dorata del nobile capoluogo che fu, scopriva day by day tra feste e gite in carrozza l’insostenibile leggerezza dell’essere. Già, ma dopo la Felicità e la Ricchezza, la Malattia e la Miseria, quale futuro per la storica residenza? La politica (p minuscola, rigorosamente, proto) capace d’irresistibile alta progettualità edificatoria con piena occupazione delle aree disponibili, vista svanire l’ipotesi, semmai esistita, di lottizzare il parco, non seppe trovare ipotesi alternative per lungo tempo. Così ancor prima che Luigi Sileoni diventasse dopo Nicola Mancioli, presidente della Provincia, ecco farsi avanti la proposta di un giovane intellettuale locale, già d’allora legato all’Arena. Una stagione, occorre sottolineare, di cui lo stesso Sileoni allora assessore comunale è stato co-fondatore. Mi disse una volta Sileoni: «Il sindaco Elio Ballesi e gli altri della Dc mi dissero: noi siamo i cannoni, tu sarai il giovane schioppetto per far breccia nel muro dell’opinione pubblica a favore di questa iniziativa che farà dello Sferisterio uno dei più grandi teatri all’aperto della lirica italiana».
Luciano Pavarotti e Ines Salazar
Mi rivela il dottor Mauro Perugini: «Tutto nacque dalla mia proposta rivolta all’amministrazione provinciale di una Scuola di alto perfezionamento lirico da ubicare a Villa Lauri. Una scuola tale non esisteva in Italia e alla quale, su mia richiesta, il grande Luciano Pavarotti (che conosceva ed apprezzava lo Sferisterio, essendosi qui esibito) diede la propria ambita disponibilità. A quei tempi, penso che il dottor Sileoni sedesse nell’assemblea provinciale, come consigliere».
Poi?
«Poi, con un nome come quello di Pavarotti, diventato l’indimenticabile Luigi presidente della Provincia (assessore Pettinari: a proposito che fine ha fatto il suo ipotizzato Premio Sileoni, ndr?) si pensò di allargare il progetto addirittura ad un’Accademia internazionale delle Arti e dei Mestieri dello Spettacolo. Il potente dottor Luigi Mattucci, direttore di Rai Sat (deceduto nell’estate 2016 ad 82 anni nella sua casa di Troviggiano di Cingoli) era nel nostro gruppo. Sembrava dunque cosa fatta per Villa Lauri. Carlo Rambaldi, il mago di ET e King Kong, sarebbe stato uno dei prestigiosi docenti con lo stesso Big Luciano».
Ma perché a Macerata i sogni svaniscono all’alba?
«La politica s’impaurì paradossalmente al ‘si’ di Pavarotti annunciato trionfalmente dalla stampa locale, in primis dall’autorevole Il Resto del Carlino, che dava ufficialità alla nuova vita dell’ex Sanatorio. Ne sarebbe stato felice, ci giuro, anche il conte Tommaso. Ma davanti all’evidente titubanza del Palazzo, Pavarotti fuggì come davanti ad uno spettro, tuttavia quel sogno resta, a distanza di tempo, una bella intuizione culturale che avrebbe legato Sferisterio e Villa Lauri».
E a proposito di fughe dal Palazzo, Pavarotti avrebbe avuto un epigone altrettanto illustre: Dante Ferretti, assessore alla Cultura della giunta Menghi. Da qualche stagione, inoltre, il tre volte premio Oscar s’ tornato ad essere il Fantasma dell’opera- così
autoproclamatosi con ironia prima di essere chiamato da Pier Luigi Pizzi per la scenografia di Carmen. In Arena neppure stavolta Dante è stato avvistato e non pensiamo perché non sia stato invitato: si accettato in ogni caso smentite da Barbara Minghetti. Inutile peraltro chiedere notizie a Federico Lelli Ferretti del celebre zio: «Zio? Quale zio?», ma lo fa per nascondere le tracce del Grande Esule.
Villa Lauri
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