di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)
La mafia, la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, l’identità, l’essere straniero e vivere in Italia, l’ambiente, l’economia, la voglia di cambiare, oltre le parole. E’ un condensato di ottimismo e di utopia necessaria lo spettacolo “Io desidero” portato in scena ieri sera al teatro Conti da un gruppo di ragazzi pieni di passione e voglia di fare coordinati da Andrea Foglia, promotore culturale e sociale con la collaborazione del movimento Our voice. Non uno spettacolo calato dall’alto, ma con contenuti, scenografie, coreografie e recital strutturati e ideati interamente da neo diciottenni o poco più. Uno spettacolo che è stato commovente e delicato, violento e “fastidioso”, che ha messo per una volta il mondo degli adulti nella condizione di riflettere su se stessi e sulla società che è stata creata. Un format che ribalta completamente l’immagine dei giovani come se li immaginano oggi gli adulti e che racconta, attraverso i desideri e i sogni di questi ragazzi anche quello che eravamo e che in parte, sotto disillusioni e stanchezza, abbiamo dimenticato. C’è il mondo dell’arte, la critica alla politica delle chiacchiere e l’invito a quella dell’azione, l’ambiente, l’informazione, il volontariato. Toccante la testimonianza di Souleye Niane, senegalese, in Italia da anni: «vivo all’Hotel House – ha raccontato – lavoro come metalmeccanico, ma desidero diventare un ingegnere. Non è facile, faccio la scuola serale e lavoro, aiuto mio padre a pagare il mutuo di una casa pagata 70mila euro e che oggi ne vale 10mila. Non date per scontato l’istruzione». Riccardo Canaletti, Lorenzo Dernowski, Massimiliano Follenti, Alessio De Padova. Riccardo Gaetani, Damiano Ciarapica per due ore hanno raccolto le loro riflessioni alternate a recital e coreografie, intervallate con l’accompagnamento musicale dei musicisti de “Il Palco”, gli unici “adulti” sulla scena. I contenuti sono tutti under 25 e non sono affatto banali o scontati. «Mi avete lasciato senza parole – dice al termine l’ideatore Andrea Foglia che ha composto il puzzle, vedendo dietro ai tanti frammenti la visione dell’insieme – l’obiettivo era dare voce ai giovani perchè hanno un potenziale e io preferisco agli sbagli alla superficialità dell’adulto l’errore del giovane, perchè forse sarà poco competente, ma può educare un adulto».
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