di Maurizio Verdenelli
(foto di Fabio Falcioni)
Quarantasei editori in fiera a Marche Libri, vetrina commerciale di Macerata Racconta. Anzi un incubatoio imprenditoriale considerato pure che a questa ottava edizione ci sono quattro “company” nuove di zecca: Edizioni Nisroch, Incaute Voci, Seri editore, Zampa editore. E qualche presenza in più rispetto al 2018. «Anche se qualche tempo addietro ci sono stati in fiera oltre 50 case editrici», ricorda Valerio Calzolaio.
La definizione di incubatoio è della stessa “mamma” della rassegna che anno dopo anno ha assunto una valenza interregionale (a far capolino è sempre di piu’ l’Umbria): Stefania Monteverde. «Ero da poco assessore quando ricevo Giorgio Pietrani, informatico presso la Camera di Commercio e Mauro Gentili, bancario. E mi propongono il Festival Contesto (dal nome dell’associazione organizzatrice ndr). Ed io, sciovinista: ‘Se deve essere, sia allora Macerata Racconta. E cosi fu».
Se gli ostetrici della rassegna libraria sono stati due “laici”, il motore non immobile è un ingegnere civile: Argia Merlini. Che da 9 anni (la rassegna conta infatti un’edizione in più della fiera) ogni volta partendo da gennaio porta a compimento l’operazione “San Gennaro”. Puntualmente, infatti, nella settimana a cavallo tra fine aprile e maggio Macerata Racconta e Fiera dell’editoria, come per lo scioglimento del sangue del santo, aprono i battenti tra Lauro Rossi, teatro della Filarmonica, Antichi Forni (cassata stavolta nell’elenco l’aula Unimc in via don Minzoni) e l’ex Upim. «Speriamo di tornare con Marche Libri alla grande bellezza della san Paolo, inagibile causa sisma», si è augurata oggi la vicesindaca. E come Borrelli, Lina Caraceni (ConTesto) subito dopo il taglio del nastro ha esortato tutti gli editori a “resistere”. Visto che 6 italiani su 10 non leggono libri. Tuttavia Daniele Salvi, rappresentando la Regione, ha ricordato un certo Dna nei marchigiani: 1 su 9 è imprenditore.
Per la Fiera maceratese, questo è comunque un anno cruciale, l’ ottavo: non solo suggestioni nella tradizione cinese e di Lorenzo Lotto (“ospite” fino a ieri di palazzo Buonaccorsi) ma concretamente nelle aspettative del Salone del Libro di Torino, prossimo venturo. «Dove – ha sottolineato Salvi – le Marche sono la regione ospite». Intanto le speranze di ripresa sono affidate ad Edi.Marca, l’associazione degli editori voluta dalla Regione. «C’e di più – ha aggiunto l’inviato del presidente Mastrovincenzo- penso ad una filiera di operatori nel settore editoriale nei comuni del cratere sismico».
C’è molto da lavorare e sopratutto da “fare squadra” come hanno sottolineato tutti all’inaugurazione. Intanto domani in Biblioteca c’è un primo briefing operativo: “Quali servizi per una filiera editoriale indipendente, l’editoria delle Marche incontra il consorzio Doc Libris”. L’organizzazione è di Edi.Marca e Lega Coop Marche. «Ci contiamo molto – dice Argia -. Siamo naturalmente fiduciosi ma il cammino non è certo facile». Più cauta si mostra Chiara Tomassini, de La Bottega del Libro partner della manifestazione con la Libreria Del Monte. Una costola importante della rassegna è l’Eum, la casa editrice di Unimc. Assente (nel contesto “caldo” dell’ex Upim al centro del non-accordo con il Comune) il rettore Francesco Adornato, è intervenuta la prof. Carla Canullo, presente la n.1 di Eum, prof. Rosa Marisa Borraccini. Un bell’intervento spiegando le ragioni di una casa editrice “indipendente” con le spalle coperte da un ateneo importante che rappresenta in magna pars la comunità stessa maceratese, sia culturalmente sia economicamente. E non a caso è stata data voce ad uno degli sponsor più importanti – Carlo Cerescioli, Adriatica autonoleggio -, sensibile al valore della lettura. Quest’anno sono entrati nuovi sponsor, primo della lista un esclusivo ristorante del centro. Tutti mecenati nonostante che Macerata Racconta rappresenti un settore lontano dal proprio know how. Cosi come per i primi “padri fondatori”. Tuttavia a distanza di 8 anni resta per Marche Libri un problema di reale, popolare penetrazione. Forse per una contestualizzazione a 360 gradi, per il definitivo “salto”, in una regione ormai zeppa di appuntamenti librari tutti ben frequentati da Soliti Noti e routinuer della presentazione (e dedica) delle proprie opere, esiste forse per l’associazione Contesto l’esigenza di aprire tutte le “finestre”.
Daniele Salvi, Giorgio Pietrani
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