La chiesetta di San Michele
di Monia Orazi
Si arricchisce di un nuovo capitolo la lunga storia dell’eredità dell’avvocato Gianfranco Tassoni, che dopo una battaglia giudiziaria durata vent’anni è stata riconosciuta ad Ilde Manetti, parente del defunto legale. La giunta del comune di San Severino ha dato il nullaosta per il trasferimento immobiliare transattivo, dalla proprietà della fondazione Tassoni Porcelli direttamente ad Ilde Manetta, di palazzo Servanzi Collio (valore stimato di 500mila euro), dell’ex colombaia nei pressi della stazione ferroviaria, (valore stimato di 60mila euro), della chiesetta di San Michele, nei pressi del cavalcavia, opera di Ireneo Aleandri, del valore stimato di 12mila euro. Il Comune, trattandosi di immobili antichi, sottoposti al vincolo di tutela dei beni culturali, ha inviato per conoscenza una lettera alla Soprintendenza delle Marche, dando il via libera al passaggio di proprietà. Palazzo Servanzi Collio, all’angolo tra viale Bigioli e viale Giuseppe Collio, è parzialmente inagibile dopo il terremoto di ottobre 2016, oggetto di ordinanza dell’aprile del 2017. Lo stesso la chiesetta di San Michele, dichiarata inagibile nel maggio 2017. La colombaia è invece stata dichiarata inagibile un anno dopo il terremoto del 1997. Il palazzo fu fatto costruire nel 1785 dal conte Giovan Battista Collio. Uno dei suoi eredi, il conte Severino Servanzi, fece raccogliere oltre trecento reperti archeologici e fregi provenienti dagli scavi dell’antica città romana di Septempeda. La giunta comunale, guidata dal sindaco Rosa Piermattei ha deciso di non esercitare il diritto di prelazione, per l’eventuale acquisto degli immobili, che è scaduto il 13 aprile scorso.
Considerato il fatto che gli immobili sono inagibili, come si legge nella delibera di giunta, «l’amministrazione comunale, alla luce di quanto sopra e in considerazione del vasto patrimonio storico monumentale, danneggiato dai recenti eventi sismici e non più utilizzabile per gli stessi fini istituzionali dell’ente, non ritiene opportuno acquisire ulteriori immobili resi inagibili dal sisma». Nel 2012, al termine dei lavori di recupero, Ilde Manetta erede di Tassoni aveva concesso in comodato d’uso a tempo indeterminato al comune di San Severino, allora guidato dal sindaco Cesare Martini, la chiesetta di San Michele. Il sindaco Martini a sua volta aveva voluto che fosse il comitato del quartiere San Michele a gestire la struttura. La chiesa, opera dell’architetto Ireneo Aleandri che ha lasciato alla città il gioiello del teatro Feronia e a Macerata il tempio dell’architettura neoclassica, lo Sferisterio, è una cappella privata, fatta costruire dal conte Severino Servanzi Collio, per rispettare la volontà del suo predecessore Giovan Battista, a seguito del terremoto che nel 1799 sconvolse le Marche. Era già stata danneggiata dal terremoto del 1997, nel 2009 crollò la copertura e fu chiusa, poi oggetto di lavori e data in comodato d’uso al Comune. Spiega l’architetto Luca Maria Cristini, autore della tesi di laurea su Ireneo Aleandri e culture di una mostra sull’architetto in varie città d’Italia: «Sono davvero amareggiato, che il Comune non abbia esercitato il diritto di prelazione sulla chiesa di San Michele, unica testimonianza del genere dell’Aleandri nel territorio di San Severino. Sono pronto a donare all’amministrazione comunale i 12mila euro necessari all’acquisto dell’edificio ecclesiastico, che era stato dato in comodato al Comune».
Palazzo Servanzi Collio
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