Furto fallito in sala slot
diventa un’indagine per spaccio:
4 misure cautelari (VIDEO)

CINGOLI - In carcere il 25enne Michel Innamorati, ritenuto anche il capo del gruppo e l'autore del colpo sfumato (il 9 ottobre 2018). I carabinieri in seguito a quell'episodio hanno trovato un borsone con abiti usati dai malviventi e una pistola giocattolo. Da quel rinvenimento sono partite analisi telefoniche che hanno ricostruito migliaia di conversazioni su chat. Su Whatsapp scoperto un gruppo nato per segnalare la presenza dei militari. Ai domiciliari sono finiti un 23enne (che deve rispondere anche di tentata estorsione) e un 20enne, entrambi di origine marocchina. Per lo spaccio, di cocaina, marijuana e hashish, il luogo d'incontro era una pensilina. Ricostruite 500 cessioni in sei mesi e un volume d'affari di 40mila euro

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Operazione Shelter

 

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Il colonnello Luigi Ingrosso, al centro, con il maresciallo Paglioni (a sinistra) e il tenente Angelo Cimmarusti (a destra)

 

di Gianluca Ginella (Foto di Fabio Falcioni)

Un furto andato storto, un borsone lasciato in un bosco, una raffica di messaggi su Whatsapp, una pensilina diventato punto di ritrovo per vendere droga. E poi una notte di sirene, quella che ha portato in carcere un 25enne di Cingoli, Michel Innamorati, e ai domiciliari altri due ragazzi (Jamal El Montaser, 23, e Ibrahim Qochih, 20) mentre un quarto è stato sottoposto ad obbligo di dimora.

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Uno degli arrestati

L’indagine dei carabinieri, Shelter (pensilina), riguarda un giro di spaccio di droga a Cingoli le cui redini sarebbero state in mano a Michel Innamorati (finito in cella questa notte) che si faceva aiutare da altri due ragazzi, il 23enne El Montaser, e un 20enne, Qochih, tutti e due di origine marocchina e residenti a Cingoli (entrambi finiti ai domiciliari). Nei guai anche un terzo marocchino, 21enne, residente a Cingoli, che a volte aiutata a spacciare il 20enne: per lui obbligo di dimora. Secondo le indagini il gruppo vendeva cocaina, marijuana e hashish.

Forse quei traffici li pensavano dalle loro camere nella casa dei genitori, ignari di questo mondo sotterraneo di cui i figli facevano parte, e che questa mattina sono state passate al setaccio dai carabinieri. A volte la droga finiva in mano a minorenni, una decina i ragazzi di 16 e 17 anni che compravano droga (marijuana) dai pusher. Ma il 25enne doveva avere anche altri piani.

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Il tentato furto alla sala slot

E’ lui che con un complice (il cui nome non compare in questa indagine), era entrato con il volto travisato, tuta da lavoro e guanti, in una sala slot di Cingoli. Era la notte del 9 ottobre 2018 e per fare il furto avevano spruzzato dello spray sulle telecamere. Però era scattato l’allarme e il colpo era andato in fumo. Qualche ora dopo i carabinieri hanno ritrovato in un bosco un borsone. La stoffa non era umida e significava che non stava lì da molto. Dentro c’erano abiti che combaciavano con quelli usati per il tentato furto della notte alla slot e c’era anche una pistola giocattolo che riproduceva una Beretta 92, arma in uso alle forze dell’ordine. Un ritrovamento chiave.

I carabinieri della stazione di Cingoli, diretta dal maresciallo Umberto Paglioni, hanno deciso di vedere chi andava a prendere il borsone. Così hanno piazzato delle telecamere nascoste. La sera, nel mezzo della vegetazione, sono comparse le figure di due ragazzi che cercavano disperatamente qualcosa.

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Il borsone trovato nel bosco e gli oggetti che erano all’interno

«Il borsone», hanno pensato i carabinieri dopo aver visionato le immagini. Ma era buio e i due ragazzi se ne sono andati senza trovare nulla. Sono tornati, insieme ad un altro giovane, con la luce del giorno ed è stato così che i carabinieri hanno potuto leggere la targa di una Citroen C3 con cui i ragazzi hanno raggiunto il bosco per andare a recuperare il borsone. Con in mano il numero di targa i carabinieri sono risaliti ai nomi dei ragazzi e in particolare a quello di Innamorati. Sono spuntati fuori collegamenti con la droga perché il 25enne era sospettato di essere molto vicino al mondo dello spaccio. Da qui sono partiti i controlli sui telefoni. A quel punto è nata una caccia tra messaggi e chat (5mila le conversazioni intercettate e centinaia le chat analizzate sui vari social).

I carabinieri hanno scoperto anche un gruppo di Whatsapp, su cui gli indagati erano iscritti, dove «c’è mezza Cingoli», chiamato “Chi l’ha visti?” e che viene usato per segnalare la presenza dei carabinieri, li chiamano “Puffi”. operazione-shelter-2-1-650x432Il 25enne e i complici dello spaccio erano scaltri, le loro comunicazioni criptiche e molto limitate. Così i carabinieri hanno cambiato modo di operare con indagini svolte con pedinamenti e osservazioni. Indagini che, condotte dai carabinieri di Cingoli, hanno coinvolto anche i militari di Apiro, Appignano, Treia e in parte Tolentino. A dicembre i carabinieri hanno messo a segno 4 sequestri ed è stato anche trovato un cellulare dentro cui, al posto della batteria, era nascosta della cocaina. Nel corso delle indagini i militari hanno definito che vertice del gruppo di spaccio era Innamorati, già noto alle forze dell’ordine, che aveva due galoppini: El Montaser e Qochih (pure loro già conosciuti alle forze dell’ordine), con cui riforniva la piazza di Cingoli. Gli incontri con i clienti avvenivano in una pensilina, vicino ai bagni pubblici della cittadina. Da qui il nome dell’indagine.

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Il maresciallo Umberto Paglioni

Una volta raccolti una serie di elementi utili, i carabinieri hanno informato il pm Claudio Rastrelli che ha chiesto al gip Giovanni Manzoni le misure cautelari. Spaccio l’ipotesi per tutti. Inoltre a El Montaser viene contestata la tentata estorsione di 150 euro, debito di droga (cocaina) contratto dal 20enne finito ai domiciliari. Il giro d’affari ricostruito è di 500 cessioni in sei mesi per un guadagno di circa 40mila euro. Nel corso delle indagini 40 le perquisizioni e 15 i sequestri di droga (15 grammi di cocaina, 40 grammi di hashish e 15 grammi di marijuana). Perquisizioni che hanno riguardato anche altri tre ragazzi, figure minori nell’indagine, un 21enne, un 22enne e un 23enne, tutti di Cingoli. A casa del 23enne è stata trovata eroina. Nel corso di questa notte per eseguire le ordinanze del gip hanno operato sia i carabinieri di Cingoli, che quelli del Nucleo operativo di Macerata, i militari di Tolentino, e quelli delle stazioni di Apiro, Appignano, Montefano, Treia e Macerata. Con loro anche l’unità cinofila di Pesaro. «Nonostante le altre attività che devono svolgere sul territorio quotidianamente, i carabinieri della stazione di Cingoli hanno portato avanti questa indagine, a volte anche quando erano fuori servizio, di questo ne va dato plauso» ha detto il colonnello Luigi Ingrosso, comandante della Compagnia di Macerata. Innamorati, oltre che di spaccio, dovrà rispondere pure del tentativo di furto alla sala slot, da dove l’indagine Shelter è partita. Il giovane è difeso dall’avvocato Gian Luigi Boschi, El Montaser è assistito dal legale Luca Pascucci mentre l’avvocato Sara Scalpelli assiste Qochih. Il 21enne sottoposto a obbligo di dimora è assistito dal legale Martina Mogetta.

(Aggiornato con servizio completo)

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Le perquisizioni

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La pistola trovata nel borsone

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L’auto con cui erano andati a cercare il borsone nel bosco

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