«Estra chiede indietro un milione e mezzo di euro al Comune, ma nessuno ne parla, chi fece quella stima di 12 milioni di euro?». Il consigliere comunale Sergio Marzetti commenta la notizia, appresa solo qualche giorno fa, ma risalente ormai a diverse settimane addietro, per la quale Estra energia, società toscana che ha acquisito Gas Marca, avrebbe chiesto indietro 1 milione e mezzo di euro rispetto ai 12 milioni pagati per l’acquisto della società del gas. Una manovra che va chiarita, secondo Marzetti che chiede conto dei conteggi e delle stime fatte per individuare il giusto prezzo della partecipata e delle sue utenze. «Soprattutto mi sorprende il silenzio delle sinistre – dice Marzetti -. In questo anno e mezzo ci hanno abituato a raffiche di interventi, su cose serie e su bazzecole, sugli alti costi dell’acqua ai 100-200 metri di parcheggio su area pubblica concessa al Gatto Blu, dalla giostrina non in regola con le autorizzazioni alle palme falliche. Le stesse sinistre, oggi, non scuciono una parola sulle pretese di Estra e sul Comune che dovrà restituirle un milione e mezzo. Capisco che siamo di fronte ad un errore commesso sotto la gestione Corvatta e che giustificarsi è sempre una cosa difficile, ma chi dice di aver fatto e di fare della trasparenza uno stile di vita nell’ amministrazione pubblica non deve defilarsi ma spiegare. Che cosa è successo? E quali sono i motivi che hanno spinto Estra a chiedere la restituzione? Ne sa qualcosa chi dopo la vendita ha gridato ai quattro venti di aver risanato l’Atac? E di quali errori si tratta? Ci sono o non ci sono? E’ possibile che una società come Estra, che ha plotoni di avvocati e commercialisti, sbagli i conti e accetti una valutazione che poi risulta non fedele? Sono stati esibiti tutti gli atti o qualcosa non è filato liscio? – chiede Marzetti che poi conclude – mi auguro che ai miei dubbi non si dia un’ interpretazione di comodo, sarebbe bene che la politica dia la sua spiegazione e non si chiuda in un comodo silenzio».
(l. b.)
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Estra ha chiesto all’oste se il vino è buono e a risposta naturalmente positiva ha acquistato? Neanche un bicchiere d’assaggio per constatare la veridicità di quanto affermato dall’oste che sta lì per vendere vino? Certo se avessero chiesto da quali vitigni proveniva, le proprietà organolettiche, se il bouquet fosse più fruttato o floreale oppure speziato o ricordasse i profumi del sottobosco, probabilmente avrebbe preso una scopa e cacciato tutti. Cerco di immaginarmi la faccia che avrebbe fatto la mitica Italia moglie di Sereno che gestivano una cantina storica nella piazza di Civitanova se l’avessi sottoposta a queste domande. Certo che per acquistare una partita di vino per dodici milioni di euro avrebbero perlomeno dovuto sentire il parere di un sommelier chiesto in prestito al Grand Hotel de Paris. Mah?!?
..mah..saranno anche questi compagni che sbagliano!? Arimah!! gv