Un momento dell’incontro
di Monia Orazi
«Il patto per lo sviluppo e la ricostruzione non è realizzabile in poco tempo, alcuni progetti sono cantierabili, altri no. Per combattere lo spopolamento che affliggeva questi territori, anche prima del sisma, vanno create le condizioni per attrarre investimenti. Il problema è quello di coinvolgere i vari livelli istituzionali, il governo, mettendosi attorno a un tavolo per portare avanti il patto, puntando alle risorse europee per realizzarlo». Con queste parole oggi pomeriggio a Camerino, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, si è rivolto ad una quindicina di sindaci, rappresentanti delle associazioni di categoria e delle attività produttive, presente anche l’arcivescovo di Camerino, Francesco Massara, per presentare la seconda fase del progetto di sviluppo per le zone colpite dal terremoto, che dovrebbe attivare un miliardo e 700 milioni di euro di investimenti, per creare circa 10mila nuovi posti di lavoro. Per passare dalla fase di raccolta dei progetti, un centinaio quelli presentati per l’entroterra, ora serve un raccordo tra Comuni, Regione che gestisce i fondi europei, l’Istao che svolge il ruolo di supervisore tecnico, il governo, il commissario alla ricostruzione Piero Farabollini, i rappresentanti delle forze sociali, organizzazioni di categoria, forze produttive ed università, per passare alla fase operativa. La Regione ha organizzato cinque incontri sul territorio, di cui uno è quello tenutosi oggi pomeriggio a Camerino, per ascoltare i sindaci e mettere a punto i progetti da perseguire. Senza un tavolo operativo non si riuscirà a passare alla realizzazione concreta dei programmi, per cui servono un cronoprogramma e risorse definite. L’ascolto dei sindaci è servito per stabilire priorità e concertare le prossime fasi, aprire a nuovi progetti da presentare, perchè la fase di raccolta non è ancora definitivamente chiusa.
«Per questi territori dobbiamo puntare ad uno sviluppo sostenibile e a conservare i servizi, Pieve Torina ha un territorio vasto, la scuola è centrale per noi, su quella abbiamo puntato per far rinascere la comunità – ha detto Alessandro Gentilucci – il progetto di un parco eolico, per produrre energia, è fermo da tredici anni tra le pastoie della burocrazia. Se non portiamo occasioni di sviluppo e lavoro questo territorio è destinato a morire». Il suo intervento è stato preceduto da quello di altri amministratori e dell’architetto Vittorio Lanciani, che hanno sottolineato il grave problema dello spopolamento e la mancata partenza della ricostruzione, che poteva essere un volano per l’economia. A presentare i progetti è stato Pietro Marcolini, presidente dell’Istao, insieme ad Andrea Spaterna, prorettore Unicam che ha ospitato l’incontro. A tirare le fila del pomeriggio, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. «Siamo in una fase delicata, il passaggio dall’emergenza alla ricostruzione – ha detto Sciapichetti –, per rilanciare questo territorio occorre finirla con polemiche e divisioni. Dobbiamo mettere insieme il meglio e puntare al riscatto, il patto per la ricostruzione e lo sviluppo ha visto una fase progettuale andata avanti per un anno. E’ un’ottima base di partenza, il segno che la Regione vuole creare sviluppo per questo territorio. Vanno aggiunti altri interventi, come la zona franca, su cui può intervenire solo il governo. Sono stati presentati cento progetti, questo smentisce il luogo comune che questo sia un territorio morto, che non reagisce più. Per le infrastrutture speriamo che riparta la Pedemontana, ci sono dieci milioni di euro per l’intervalliva Tolentino-San Severino, noi stiamo investendo nella banda ultralarga. Domani parte un bando da venti milioni di euro per le imprese del cratere. Sulle scuole il dove era, come era, è stata una scelta sbagliata, vanno ripensata l’organizzazione dei servizi, ragionando sulle associazioni di Comuni».
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