Opere in mostra a Senigallia e Roma:
«Non tutte danneggiate dal sisma,
basta marketing a spese dei terremotati»

POLEMICA - Luca Maria Cristini, ex direttore dell'Ufficio beni culturali della diocesi, punta il dito contro l'annuncio di Anci e Pio sodalizio dei Piceni: «Sarebbe anche opportuno che l'esposizione si facesse in un Comune del cratere, per far ripartire il turismo»

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Luca Maria Cristini

«Sono privati, fanno quello che vogliono. Ma non spaccino questa cosa come un’operazione a favore del territorio colpito dal sisma. Non è vero assolutamente che tutte le 51 opere scelte sono danneggiate. E sarebbe opportuno che la mostra invece di farla a Senigallia e Roma si facesse in un Comune del cratere, per far ripartire il turismo». Non usa mezzi termini Luca Maria Cristini, architetto e fino al 2017 direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi. La miccia che accende la polemica è la comunicazione di Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, che nei giorni scorsi hanno annunciato una doppia mostra a Roma e Senigallia spiegando che «le opere non provengono tutte dal cratere ma sono tutte state danneggiate dal sisma». Per Cristini si tratta di una «bufala. Questa è un’operazione di finta carità verso le zone colpite dal terremoto. Andatevi a vedere l’elenco e vi accorgerete. Gli altri sono stati scelti in base ad altri criteri. Le opere danneggiate sono alla Mole di Ancona, se qualcuno le volesse vedere. Per non parlare delle sedi della mostra: Senigallia e Roma! Tutto pensato per il rilancio del turismo nel cosiddetto Cratere, ovviamente – ironizza l’architetto -. Bisogna farla finita di prendersi gioco di chi ha subito veramente il terremoto. Tutto ha un limite, è una cosa vergognosa. Carità pelosa e business».

(Fe. Nar.)

Opere danneggiate dal sisma in mostra a Roma e Senigallia



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