Il sindaco Gianluca Pasqui durante l’incontro
di Monia Orazi
Sono serviti 297 giorni e le informazioni di un comitato di cittadini, per sapere a che punto sono le perimetrazioni del centro storico Camerino. Il cuore della città ducale è inaccessibile ai residenti, nella zona rossa in cui si entra solo con i vigili ed i caschi in testa, con le messe in sicurezza sono ferme al venticinque per cento, due varchi presidiati a vista dall’esercito, ma ogni tanto ci sono dei furti come denunciato dai cittadini. E’ quanto emerso ieri pomeriggio, nel corso dell’incontro del comitato Concentrico, per la salvaguardia del centro storico, nella sala riunioni del seminario, presenti anche il sindaco Gianluca Pasqui ed il vicesindaco Roberto Lucarelli.
L’ingegnere Roberto Di Girolamo ha illustrato le norme sulle perimetrazioni: «Sono uno strumento che non ha effetti positivi o negativi, non prevede ad esempio il rifacimento delle fogne. Con la perimetrazione il piano attuativo è pagato dallo Stato, lo stesso le indagini suppletive. Il contributo statale copre il costo delle vie di fuga e la sicurezza delle facciate su di esse, permette di risolvere il problema delle demolizioni per migliorare gli accessi alla città. Sono coperti i costi delle pavimentazioni che si rovineranno con il passaggio dei camion di cantiere. Senza i costi per questi interventi sono a carico dei privati o delle casse comunali. Se è necessario riqualificare e modificare, si deve pianificare». Attualmente le perimetrazioni nel centro storico sono scese da sei a quattro, sono fuori dalle perimetrazioni la Rocca borgesca e piazzale della Vittoria, Borgo San Giorgio -Largo et poi si more-viale Seneca, la zona di piazza Cavour e via Roma, mentre sono stati annessi via Morrotto e via Costanza Varano e la zona di Santa Maria in via. Sono incluse nelle perimetrazioni tutte le mura, per consentire un intervento di recupero, via Emilio Betti e viale Giacomo Leopardi, con due chiusure a tenaglia, una sulla salita della Rocca e l’altra a largo Vitalini, per sistemare mura e viabilità pubblica, come spiegato da Michele Tromboni, che ha ricordato come il 7 marzo c’è stato un incontro finale tra tecnici, prima dell’approvazione definitiva delle stesse che dovrebbe avvenire tra pochi giorni. Tromboni ha ricordato che la presentazione pubblica, era avvenuta l’11 maggio 2014, alla presenza dell’ingegnere Cesare Spuri dell’ufficio speciale ricostruzione. In una prossima ordinanza sarà previsto il finanziamento del documento direttore per la ricostruzione, con un dieci per cento di fondi aggiuntivi, rispetto a quelli dei piani attuativi che vanno redatti dopo le perimetrazioni.
ALLARME MESSE IN SICUREZZA – Ha poi preso la parola Anna Ortenzi del comitato. «Sullo stato delle messe in sicurezza abbiamo novità non buone – ha detto – su 139 interventi in centro storico, ne sono stati presi in carico 52, di cui il 25 per cento terminati sul totale, ma il resto ben 85 sono nel limbo, i progetti non sono stati approvati dal Comune. Tra questi vi sono via Lili, corso Vittorio Emanuele, via XX Settembre, le zone del liceo e palazzo della Musica. Di questo passo ci vorranno altri sei anni. L’ingegnere Spuri, nel corso dell’incontro del 28 febbraio scorso ci ha chiaramente detto che le opere provvisionali si fanno nell’emergenza e che prima o poi, non saranno più finanziate. Avevamo fatto l’appello all’amministrazione comunale di considerare le messe in sicurezza una priorità, ora chiediamo che siano considerate un’emergenza». A questo punto il vicesindaco Lucarelli ha contestato i dati e riferendosi al territorio comunale, ha ricordato che fuori dal centro storico, sono stati previsti altri 141 interventi di messa in sicurezza, mentre 114 sono quelli progettati in totale, solo 5 da progettare e 63 affidati. «Eravate partiti bene con le perimetrazioni, facendo conoscere le proposte, poi il buio totale e nessuna trasparenza – ha concluso Ortenzi – adesso viene fuori la consultazione pubblica per proteggere la proprietà privata. Secondo lo statuto comunale un referendum consultivo, l’unica forma consultiva che ha valore legale, potrebbe essere fatto il 30 giugno, mi sembra un modo per differire, togliere le responsabilità di una scelta scomoda».
LE RISPOSTE DI PASQUI – E’ iniziata poi una lunga replica di Pasqui. «Un conto è tirare fuori quattro numeri, un conto è stare dentro questa situazione, io sono a favore delle perimetrazioni, una città come Camerino ne ha necessità – ha detto il sindaco – quando si dicono tre o quattro anni per le perimetrazioni è vergognoso, si possono fare in un anno e mezzo. Non posso dare risposte che spettano al governo ed allo Stato italiano, ho un numero ristretto di personale, che più di questo non può fare. A me piacerebbe da voi qualche consiglio su come si va più veloci, non si è perso un giorno, si lavora dove si portano risultati». Sollevato dall’ex consigliere comunale Alberto Polzonetti, il problema dei furti in centro storico e la dislocazione delle strutture provvisorie, tutta a San Paolo: «Se chiude il centro storico, rischia di chiudere l’università, siete andati incontro a certe esigenze, non esistono solo i commercianti». Riguardo ai furti, Pasqui ha detto di aver parlato con il questore Antonio Pignataro, ha invitato i cittadini a denunciarli. Per mettere ulteriori telecamere di sorveglianza, Lucarelli ha chiesto un possibile finanziamento alla Protezione civile nazionale. «La strategia di potenziare i quartieri non è stata fatta per i commercianti che portano voti – ha risposto Pasqui – è stato fatto per volontà dell’università che sentiva la necessità di avere una piazza per gli studenti. Quella che chiamano Camerino scalo non esiste, nel tempo che servirà per ricostruire il centro storico, nei quartieri si deve vivere al massimo, è una scelta politica». Pasqui ha poi detto che la consultazione popolare sulle perimetrazioni si farà, ai sensi dell’articolo 5 dello Statuto comunale, che consente maggiore rapidità.
CONCLUSIONI – Le conclusioni sono state tirate da Francesco Nobili. «La prima cosa da fare è capire dove stiamo andando, quale sarà il futuro del centro storico. Chiediamo che sia reso pubblico lo studio completo di Cucinella. Il metodo applicato per piazza del Duomo, va esteso ad altre zone di interesse, come Santa Maria in via, l’ex tribunale, convocando ad un tavolo tecnico i rappresentanti dei cittadini, utilizzando o meno lo strumento della perimetrazione, avendo prima ben chiaro l’obiettivo da conseguire. Non siamo qui per chiedere promesse, ma una strategia, chiedendo di poter collaborare con l’amministrazione, grazie alle competenze che ci sono in questo comitato. E’ stata carente l’informazione da parte dell’amministrazione comunale». Nel corso dell’incontro Nobili ha ricostruito con precisione notarile, l’iter delle perimetrazioni. Dalle 28 perimetrazioni previste nel maggio 2018, la prima versione presentata al pubblico, oggi si è arrivati a quattro perimetrazioni del centro, una per Vallicelle e 17 per le frazioni. Il tutto è stato ricostruito grazie all’accesso agli atti offerto dall’ufficio speciale ricostruzione di Spuri, richiesta invece respinta per ben due volte dagli uffici comunali (31 ottobre e 14 dicembre 2018). L’11 ed il 25 ottobre 2018 il Comune ha inviato all’ufficio ricostruzione le proposte di 27 perimetrazioni, il 15 novembre il tavolo tecnico per togliere dalle perimetrazioni piazza Cavour fino al palazzo comunale, successivamente al quale le perimetrazioni sono state modificate. La conferenza stampa allora annunciata da Pasqui, non si è mai tenuta. Il Comune risponde alla Regione e modifica per l’ultima volta le perimetrazioni a dicembre.
Ma quanta pazienza avete?
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