I conti di Farabollini in Parlamento,
«Aperti meno del 2% dei cantieri
Scuole: 34% interventi fuori cratere»

RICOSTRUZIONE FANTASMA - Audizione a Roma per il commissario, che ha fatto il punto sulle lentezze nei lavori del dopo terremoto con una relazione. Dal 2016 sono state presentate 4.317 pratiche, il 9,38% degli edifici danneggiati. Di queste l'82% riguardano i danni lievi. Nel mirino le opere sugli istituti scolastici: «Modello di approccio più propedeutico al consenso pubblico e mediatico che frutto di pianificazione»

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Piero Farabollini

 

di Monia Orazi

La ricostruzione che non c’è emerge dai dati presentati dal commissario alla ricostruzione Piero Farabollini, durante l’audizione di giovedì scorso in parlamento, che ha provocato qualche malumore in alcuni parlamentari. Nelle Marche dove gli edifici inagibili sono 46mila (di cui 29mila in provincia di Macerata), sono aperti solo 850 cantieri, pari all’1,84 per cento del totale degli edifici danneggiati dai terremoti del 2016 e sono state presentate all’ufficio ricostruzione 4.317 pratiche, pari al 9,38 per cento degli edifici danneggiati. Ben 2.894 pratiche sono in lavorazione nell’ufficio coordinato dall’ingegner Cesare Spuri, quelle terminate sono 573, pari al 13,27 per cento di quelle presentate, 865 (20 per cento del totale) sono in compilazione sul Mude, il sistema informatico di gestione che Farabollini definisce in un titolo della relazione «Mude alias mostra un deficit endemico». Delle pratiche presentate 3.576 riguardano danni lievi pari all’82 percento di quelle presentate. Nella sua analisi sullo stato della ricostruzione Farabollini ha affermato: «La colonna dei risultati acquisiti è obiettivamente corta rispetto alle ingenti risorse messe in campo – aggiungendo – abbiamo già cominciato a scrivere il capitolo dell’accelerazione che determina riscatto e performance». Riguardo allo stato complessivo della ricostruzione Farabollini scrive: «Invece delle 96mila domande attese (pari al 44 per cento di edifici non utilizzabili per inagibilità diretta e o indotta) ne sono state caricate poco più di 13.104 che rappresentano solo il 13,7 per cento del quadro potenziale e che in misura dell’83 per cento, sono relative ai danni lievi». L’obiettivo della relazione viene indicato dal commissario come una serie di «buone pratiche collezionate e da collezionare nel più breve tempo possibile». Farabollini durante l’audizione ha risposto ai rilievi sollevati da alcuni sindaci in merito alla revisione delle perimetrazioni, riguardante Castelsantangelo e Muccia in provincia di Macerata. Sono state incrociate, per le cosiddette zone dove si trovano aree instabili con i piani di assetto idrogeologico e con i risultati della microzonazione sismica di terzo livello.

sisma-macerie-1-650x433Si legge nella relazione del commissario: «Sono un servizio indispensabile alla corretta e sicura pianificazione urbana di ultima generazione. Non sono mancate e forse proseguiranno le polemiche strumentali da parte di amministratori locali, politici e persino cittadini: resta il fatto che i risultati degli studi sono sotto gli occhi di tutti e raccontano una verità che consente di poter guardare serenamente lontano. Forse non si potrà ricostruire ovunque secondo la formula “com’era dov’era” ma di certo faremo tutto quello che scienza e tecnica ci consentono, perchè i nostri straordinari borghi appenninici tornino a splendere senza essere più preda di periodica devastazione per calamità ambientali». Nel mirino del commissario è poi finita la ricostruzione delle scuole, attuata secondo un «modello di approccio alla ricostruzione propedeutico al consenso pubblico e mediatico, piuttosto che frutto di accurata pianificazione strategica per la ricostruzione delle comunità – ha aggiunto Farabollini – è evidente che nella ricostruzione delle scuole si sia proceduto secondo una mera logica distributiva». In un altro passaggio il commissario parla esplicitamente di «interventi che hanno subito una revisione in termini sia di quantità che di individuazione o localizzazione di plessi che non appaiono sostenuti da corrispondente danno sismico – aggiungendo che – circa il 34 percento degli interventi riguarda scuole fuori cratere, che curiosamente, sono anche le prime ad essere state quasi totalmente cantierate».

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La demolizione di una scuola terremotata

Nelle Marche le scuole da rifare incluse nell’ordinanza 33 sono 48 e delle 83 con l’ordinanza 67, ben 25 si trovano fuori dal cratere. Farabollini sulle scuole denuncia un aumento di interventi di ricostruzione del 53 per cento, nel giro di un anno, dall’ordinanza 33 a firma Errani alla 67 a firma De Micheli. Dei 103 milioni di euro stanziati per le scuole, ne sono stati spesi solo 11,5. Riguardo all’ordinanza 14, di diretta competenza della struttura commissariale, per le Marche sono previste 11 scuole, con due fuori dal cratere. Farabollini ha rivendicato di aver sbloccato la situazione della Dante Alighieri di Macerata, dell’Itis di San Severino, della Betti di Camerino e afferma che è in via di definizione la scuola di San Ginesio. Imputa i ritardi alla presentazione di progetti definitivi senza l’acquisizione di pareri su vincoli, che poi causano ancora lo slittamento dell’approvazione. Bilancio positivo sul fronte delle messe in sicurezza di chiese e beni culturali, con il 64 per cento dei progetti approvati. Tra gli aspetti su cui Farabollini sta lavorando c’è «l’inadeguatezza della piattaforma Mude che contribuisce a causare ritardi e disservizi», che si regge su Internet explorer obsoleto, non consente di aggiornare le schede, mentre gli uffici ricostruzione invece usano per la lavorazione piattaforme proprie, con la conseguenza che solo l’Usr ha a disposizione la completezza dei dati e non il commissario. Sono in elaborazione per il Mude «strumenti e procedure integrative di cui daremo conto a breve».



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