In centinaia dicono addio ad Alessio:
«Ha saputo farsi amare»

PIEVE TORINA - Il giornalista Alessio Giovannini è scomparso a 40 anni. Oggi il funerale, presenti atleti e addetti nazionali e regionali del mondo dello sport. Il ricordo del sindaco: «Dopo il terremoto mi disse: "Io ci sono". Ha aiutato il suo paese»

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Il funerale di Alessio Giovannini

 

di Gabriele Censi

“Io ci sono”, sono le parole che Alessio Giovannini disse subito dopo il terremoto al suo amico e sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci. Le ha ricordate il primo cittadino nelle parole di commiato al funerale del giornalista morto a 40 anni, mercoledì scorso a Roma in seguito ad una grave malattia. «“Io ci sono” per dare un aiuto al suo paese amato e così è stato» ha ricordato Gentilucci che ha parlato al termine della cerimonia religiosa celebrata questa mattina dal vicario Nello Tranzocchi insieme a don Candido Pelosi. “Io ci sono” lo hanno detto in centinaia presenti per l’ultimo saluto ad Alessio.

alessio-giovannini-funerale-3-325x244Accanto al sindaco, alla famiglia e agli amici più vicini in prima fila anche il presidente Fidal Marche Giuseppe Scorzoso che ha portato il saluto del mondo sportivo: «Qui oggi ci sono tanti campioni sportivi, e addetti ai lavori regionali e nazionali, per ricordare un uomo che ha saputo farsi amare e apprezzare, a Pieve Torina dovete essere orgogliosi di lui». La sede scelta, al coperto, perchè, come lacrime dal cielo, è piovuto tutto il tempo fino alla uscita del feretro, è stata la tensostruttura sportiva che ha ospitato i cittadini in tante emergenze o occasioni gioiose di comunità. Il ricordo del terremoto è stata la prima citazione del parroco, poi il motto dello sport “vincere se stessi”.

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Alessio Giovannini

Don Candido memoria storica del paese ha invece ricordato con nostalgia la bottega  di Italo Giovannini, il babbo di Alessio che si affacciava sulla piazza dove non si è potuto stare oggi, la chiesa di Santa Maria Assunta è un rudere. Tra i ricordi anche quello di Tamara Lapucci l’amica di sempre che ha sintetizzato in una cronologia di vita il sentimento di molti: «Non ci siamo mai lasciati da quando indossavamo fiocco e grembiule sul primo banco di scuola fino ad oggi quando per scambiarci gli auguri chiamavi dalla Cina o dalla Finlandia. Amavi scrivere e lo facevi meglio di tutti».

Lo ha fatto troppo presto ma c’è riuscito, il suo sogno di tornare al suo paese ed essere riconosciuto come quello che ce l’ha fatta. Quel successo, che si misura in tanti modi, lui lo ha ottenuto. Lo testimoniano anche le centinaia di messaggi di affetto ricevuti da tanti che nella vita e nel lavoro lo hanno conosciuto e apprezzato. Alessio amava Pieve Torina ma aveva scelto di lasciarla per la sua carriera. «Ci tornerò tra qualche anno ora sono in corsa» diceva ai suoi amici più intimi. Una corsa interrotta bruscamente, tragico scherzo del destino per chi ha sposato il racconto dell’atletica per la sua professione.

alessio-giovannini-funerale-1-325x183Una vita con un punto fermo, sempre con accanto Simona, la donna della sua vita conosciuta vent’anni prima a Macerata e rimasta con lui fino all’ultimo respiro. Una passione per la scrittura a 360 gradi che aveva unito alla tecnologia nonostante la formazione classica al liceo di Camerino (fu tra i primi blogger e pioniere nell’uso dei social). Da ragazzino anche vincitore di premi di poesia, un talento voglioso di emergere, ma con rispetto degli altri e senza scorciatoie.

Oggi il dolore della mamma Ada si mescola con l’orgoglio di scoprire in quanti lo hanno amato: «Era il più fragile secondo il papà Italo, ora si ritrovano, lui sì che sarebbe stato orgoglioso del successo a me basta sapere che si era fatto voler bene». Dolore intenso anche per il fratello Patrizio che lascia per un momento il suo ruolo di uomo “forte e pratico” come lo definiva Alessio e si commuove insieme ad Amore, il più giovane, l’unico rimasto alla Pieve. “Datti da fare” lo incitava. Sulle strade e le piste l’eredità la raccoglie il suo amato nipote Francesco giovane atleta che sognava di avere la firma dello zio per narrare le sue vittorie. Sarà una firma nel firmamento.

 

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