
Da sinistra: il colonnello Michele Roberti, il procuratore Giovanni Giorgio, il questore Antonio Pignataro durante la conferenza stampa dopo gli arresti
di Gianluca Ginella
Aveva cambiato tutti i telefoni ed era scomparso da settimane un 33enne nigeriano il cui nome compariva tra quelli dell’indagine Ishan della questura di Macerata e colpito da misura cautelare in carcere disposta dal gip. Gli agenti della Squadra mobile di Macerata, diretti dal commissario capo Maria Raffaella Abbate, e della polizia ferroviaria di Fabriano, lo hanno rintracciato domenica (ma la notizia di è appresa oggi) alla stazione di Fabriano. Il giovane, O. O. S., ha cercato di evitare l’arresto ma è stato catturato dagli agenti e ora è in cella nel carcere di Montacuto di Ancona. Il 33enne è una delle 27 persone raggiunte da misure cautelari nell’ambito di una vasta operazione che coinvolge polizia e carabinieri e riguarda lo spaccio organizzato di droga a Macerata e nei comuni vicini. La polizia con il 33enne ha arrestato 11 delle 15 persone per cui sono state disposte le misure cautelari (13 in carcere e due di divieto di dimora). Convinti che il 33enne non si fosse mai allontanato dalle Marche, gli agenti lo stavano cercando da circa un mese (le altre misure cautelari sono state eseguite a cavallo tra la fine di novembre e i primi di dicembre). Una indagine articolata quella della questura di Macerata, nata a marzo dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro.
In base all’ascolto di 50 persone, all’analisi del traffico telefonico di 40 utenze, la polizia ha ricostruito, con il coordinamento del procuratore Giovanni Giorgio, 1.250 cessioni di droga. Spaccio che avveniva a Treia e nella frazione di Passo di Treia, a Macerata ai Giardini Diaz, al parco Fontescodella, in via Pace, in via Roma e soprattutto vicino a due istituti scolastici del capoluogo: il Fermi e il Galilei (qui la droga veniva comprata anche da minorenni). Gli spacciatori, tutti africani e per la maggior parte di nazionalità nigeriana, spacciavano al minuto, spesso a minori, e a basso costo. Per stroncare la rete di spaccio, al cui vertice ci sarebbe stato il 35enne Osas Nelson Adoghe, catturato dalla polizia a Macerata, gli agenti hanno fatto intercettazioni telefoniche, impiegato strumentazione tecnica altamente sofisticata, e usato apparecchi per le riprese video e per la localizzazione. Si sono anche finti clienti e hanno acquistato droga. Indagini che hanno permesso di ricostruire una fiorente attività di spaccio in città.
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Mi piacerebbe molto sapere chi sono, ufficialmente, gli spacciatori. Clandestini di cui non si accorge nessuno? Saldatori con il secondo lavoro? Richiedenti asilo ospitati in qualche comunità, che mancano per diversi giorni? C'è chi dovrebbe avere qualche sospetto sulla loro attività "coperta", e non se ne accorge? Chi fornisce loro una base logistica?
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Dopo i fatti di Pamela e Traini. Ma prima di questi fatti, no eh? Va bene, l’importante è svegliarsi. Non fermarsi è d’obbligo.
apri i porti Salvini fai entrare questi disperati!!
Mah!!!!
Per molti, chiamasi, ACCOGLIENZA.
Avanti cosi’non allentare la presa!!