Giuseppe Capozzucca
«C’è l’interesse di un investitore americano che intende appoggiare il mio progetto originario e cioè quello di un parco pubblico, con un’area privata destinata a villette in legno classe A+. La parte arborea per 10 anni sarebbe curata da me che in questi anni ho dato tanto per quel parco. Tra acquisizione dell’area dal giudice fallimentare e lavori, un affare da 10 milioni di euro». Parco dei laghetti: un pezzo pubblico, un altro privato. Una ex cava diventata oasi verde e una grande opportunità per il territorio di Potenza Picena. Dopo il botta e risposta tra Pd e amministrazione sul progetto per rilanciare l’area verde, interviene Giuseppe Capozzucca, artefice della realizzazione del parco alla fine degli anni ’90. Il parco nel frattempo resta chiuso: «L’apertura del percorso pubblico ora dipende dall’amministrazione comunale perché la convenzione che avevo con il comune è scaduta il 31 dicembre e comprendeva l’accesso anche alla parte privata – prosegue – Vorrei anche aggiungere che mi fa piacere si parli spesso del parco, ma mi infastidisce che la maggior parte di queste persone intervenga senza conoscere il passato. Molti hanno frequentato il parco ma ne ignorano le pregresse situazioni e non conoscono gli obiettivi che volevo raggiungere prendendomene carico.
Quando l’ho presa in mano l’area era una discarica a cielo aperto. C’erano reti per la cattura e l’inanellamento degli uccelli abbandonate. Nel lago ho trovato pesci morti. Proposi all’allora amministrazione Morgoni un progetto di riqualificazione dell’area che attraverso una variante avrebbe consentito di realizzare un parco pubblico con pista accessibile al pubblico ed un villaggio residenziale studiato nei minimi particolari per non danneggiare il sistema arboreo e degli animali stanziali. La caratteristiche del villaggio sarebbero state innovative da fare della struttura una eccellenza. Il sindaco Morgoni comprese subito l’importanza del progetto muovendosi in tale direzione».
Un progetto però molto criticato tanto che «alla fine non si è fatto più nulla. Il fallimento che avrebbe significato l’abbandono dei luoghi ed un loro peggioramento è stato un duro colpo, morale ed economico, ma non mi sono arreso. Ho deciso di mantenere vivo il luogo – racconta Capozucca-, senza ricevere nulla in cambio, e sempre animato dalla prospettiva di portare a termine in un modo o l’altro questo progetto fino alla zona nord. Un parco che darebbe prestigio a Potenza Picena, prosperità e lavoro. Oltre che rappresentare un polmone verde per la città. Per 18 anni, a mie spese – conclude – ho salvaguardato il parco. Non ho intenzione di mollarlo ad avvoltoi ma di farlo diventare un qualcosa di unico ed in questi giorni le sue sorti si stanno decidendo. Basta polemiche. Il progetto originario, senza deviazioni dallo spirito che lo anima fin dall’inizio è l’unico in grado di salvaguardare il futuro del parco e gli interessi di tutti».
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