Lo cece,
dalla tavola alla tombola

TRADIZIONI - La domenica con Mario Monachesi
- caricamento letture
mario-monachesi

Mario Monachesi

 

di Mario Monachesi

I ceci grazie al loro alto potere nutritivo sono stati fra i primi alimenti consumati dall’uomo. “Li tacchitti co’ lo cece, cotti co’ l’aju e lo tresomarì” (rosmarino), rappresentano uno dei più importanti piatti “poveri” della nostra tradizione culinaria contadina.

CECI-3-325x217Le nostre nonne (o bisnonne) lo mettevano a bagno la sera prima, al mattino dopo lo lessavano, poi lo mettevano in una “pigna de coccia” posizionata “su la vrascia de lu camì'” e vi aggiungevano olio, acqua, rosmarino e un po’ di pomodoro. “Cece su cece, se rempie la pignatta”. Ogni tanto mescolato “co’ ‘na cucchiara de ligno”, lo portavano lentamente a cottura. “‘Na orda prontu, lo mischjava co’ li tacchitti”, precedentemente ricavati “da la perna fatta a ma'” e diventava il gustoso e profumato pasto “de tanti minzijorni d’inverno”. Dopo questo primo piatto, ne veniva consumato un altro con i soli cenci. Se la fame era tanta, e a quell’epoca era tanta, il secondo piatto veniva consumato con il pane bagnato in quel prelibato sugo.

CECI-5-325x217Dalle nostre parti, “lo cece” veniva seminato a primavera, a mano, lasciando cadere i semi nel solco del granoturco. “‘N po’ de granturco e ‘na posta de cece, ‘n po’ de granturco e ‘na posta de cece”, e così via, ricoprendo il tutto con la zappa. Era una coltivazione cosi importante che un proverbio recitava: “La pecora su lo cece / un gran dannu je fece / ‘rria lu patrò’ / je tira lu fargió'”. La raccolta avveniva ad agosto. Le piante venivano “vattute co’ li vastù (bastoni) su l’ara, a la matina presto, pe’ non fallo strigà’ perche secche”.

CECINel nostro entroterra, si usava consumare i ceci con le patate. Ecco una vecchia ricetta: 300 grammi di ceci lessati, 200 di patate, 3 pomodori maturi, una carota, un sedano, aglio, cipolla, rosmarino, un litro d’acqua, olio, sale. Preparare un soffritto di olio con carota, cipolla, aglio e sedano tritati finissimi, aggiungere le patate tagliate a tocchetti e fatte insaporire per qualche minuto. Unire quindi i ceci, il rosmarino e dopo un minuto i pomodori tagliati a cubetti e il sale; continuare la cottura per qualche altro minuto. Appena gli ingredienti tendono ad attaccarsi, versare un po’ d’acqua fino a che le patate non risulteranno cotte. Aggiustare di sale, se necessario e servire con il sughetto di cottura. Altre vecchie ricette: “Li cicerù”, un purė di ceci e mosto; oppure “Minestra de ceci e costarelle de porcu”, servita con fette di pane tostato e pecorino grattugiato. Antonio Nebbia detto “il cuoco maceratese”, qualche secolo fa già annotava in un suo libro “Purė di ceci d’inverno”.

CECI-2“Lo cece” ė uno dei legumi piu diffusi al mondo e dalle origini antichissime. Ė originario dell’est, soprattutto nella zona compresa fra Grecia e Himalaya e sembra conosciuta già oltre ottomila anni fa. Si diffuse prima in Egitto come cibo povero degli schiavi, successivamente nel bacino del Mediterraneo. Considerati sin dall’antichità cibo afrodisiaco. Orazio, il maggior poeta dell’età antica, segnala che tra i Romani, una preparazione gastronomica molto apprezzata era quella dei ceci fritti nell’olio di oliva. Nell’antica grecia, fu il poeta e filosofo Senofane, il primo a parlare di essi.

CECI-4-325x183I ceci, pianta rustica, sono molto calorici, in quanto ricchi di proteine, carboidrati e grassi, oltre che di fibre. Quest’ultime aiutano il corpo ad eliminare le sostanze nocive come i sali biliari del colesterolo, abbassano il glucosio e gli acidi grassi nel sangue, contrastano la stitichezza. Sono inoltre ricchi di amido, sali minerali e vitamine A e C. Il loro nome scientifico ė “Cicer Arietinum”. Da “Cicer” deriva il cognome Cicerone, in quanto un antenato aveva una verruca a forma di cece sul naso. “Arietinum” si rifà alla somiglianza che hanno i semi con il profilo della testa di un ariete.  Con i ceci si segnavano i numeri uscenti della tombola, le maestre mettevano in castigo, “in ginucchjù su lo cece dereto la lavagna”, i ragazzi indisciplinati, e di chi muore siamo ancora usi dire: “Ė ghjtu a fa’ la tera pe’ lo cece”.



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
-

Come butta?
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X