di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)
Il calendario dei carabinieri e il miracolo della Madonna delle rose di Ussita. Il 2019 lo storico calendario dell’Arma sarà dedicato all’ambiente e all’arte d’Italia per celebrare due ricorrenze: il 40esimo anno dall’inserimento del primo sito italiano nel patrimonio mondiale dell’umanità (si tratta dell’arte rupestre della Valcamonica) e il 50esimo anno della nascita del Nucleo carabinieri tutela del patrimonio culturale. Nel calendario vengono rappresentati alcuni dei beni culturali italiani che sono stati inseriti nel patrimonio dell’Unesco. Da piazza del Campo a Siena, alla torre di Pisa, alla città industriale di Ivrea.
«Il Nucleo tutela patrimonio culturale ha svolto un ruolo importante durante il terremoto con il recupero dei beni culturali. L’ultimo intervento è del 27 novembre con il recupero, nel monastero di Santa Chiara a Camerino di opere d’arte che sono state messe in salvo e trasferite nel palazzo Bonafede di Monte San Giusto – dice il colonnello Michele Roberti comandante provinciale dei carabinieri –. Si tratta di dipinti ad olio su tela che rappresentano immagini sacre. I carabinieri che appartengono al Nucleo tutela patrimonio culturale sono stati anche nominati Caschi blu dell’Onu per la professionalità dimostrata nel corso di questi 50 anni».
E nel Maceratese hanno fatto anche un piccolo miracolo. E’ quello della Madonna delle rose di Ussita (che ora si trova a Roma, nei lavoratori del Mibact). All’interno della chiesa di San Placido, che in precedenza era intitolata a Sant’Eustachio, nell’altare di sinistra in una nicchia si trovava una scultura in terracotta della Madonna con in braccio Gesù bambino. La statua era contornata di rose di plastica con corone ed ex voto, segno di grande devozione per gli abitanti del piccolo comune. Con la scossa del 30 ottobre 2016 la chiesa aveva riportato gravissimi danni e la statura della Madonna era caduta e si era frantumata in 350 pezzi. L’aveva trovata così nel febbraio del 2017 la squadra di recupero inviata dall’unità di crisi composta da storici dell’arte del Mibact e carabinieri. Nel recuperare altri beni hanno notato i frammenti della statua sparsi tra le macerie. Pierluigi Moriconi della Soprintendenza di Ancona, funzionario di zona, ha disposto il recupero dei frammenti. Ad occuparsene i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona e l’allora responsabile dei beni culturali della Arcidiocesi di Camerino, Luca Cristini.
I frammenti sono poi stati inviati alla Mole di Ancona, dove i restauratori dell’Iscr hanno catalogato i frammenti e li hanno imballati. La vicenda della Madonna però non è finita lì. Nel corso di un convegno di una associazione di geologi è stata usata una foto di Cristini della statua. Foto che è stata notata da Francesca Capanna, docente e restauratrice dell’Iscr. Grazie al suo intervento la statua è stata presa in considerazione per un restauro da svolgersi a Roma. Un lavoro che è stato affidato ad Adriano Casagrande che con tre allievi restauratori ha iniziato il lavoro di ricomposizione della statua. A quel punto con i carabinieri è tornato nella chiesa di San Placido per cercare alcuni pezzi mancanti. E li ha trovati: una parte del naso della Vergine, le mani del Bambino e altri piccoli frammenti. La statua, venerata sin dal 1500, tornerà a Ussita una volta completato il restauro.
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