di Laura Boccanera
(foto di Federico De Marco)
Un ragazzo coraggioso che indossava la divisa della polizia rimasto vittima della mafia: da oggi Civitanova ha un parco intitolato a lui, Calogero Zucchetto, detto Lillo. Per il taglio del nastro presenti il capo della polizia Gabrielli. Con lui il questore di Macerata, Antonio Pignataro e i vertici delle forze dell’ordine, a partire dal colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri. Mimetizzati tra il pubblico anche i dirigenti che nel 1982 facevano parte della squadra che insieme a Zucchetto combatteva la mafia. Direttamente dalla Sicilia sono arrivati Francesco Pellegrino dirigente dell’allora squadra mobile di Palermo, Giuseppe Accordino responsabile della sezione omicidi, Giuseppe Russo responsabile della sezione investigativa e Filippo Piritore responsabile della sezione antidroga.
Un luogo della memoria che nasce grazie al questore Pignataro che di Zucchetto era stato collega nella Squadra mobile di Palermo e al sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica «che ha accolto con entusiasmo l’idea di intitolare quest’area verde a una vittima della Mafia» ha detto il questore.
«Può sembrare lontano il legame che lega Zucchetto a quest’area d’Italia, ma è un legame ideale – ha detto Gabrielli –. Viene fissato nella mente che la criminalità organizzata che per troppo tempo abbiamo pensato fosse relegata a Sicilia e Napoli è un concetto che non ha diritto di cittadinanza. La recente sentenza Aemilia riconduce a questa triste realtà. Dove esiste ricchezza e dove gira il soldo la criminalità pensa che ci siano percorsi più semplici e costituiscono un polo attrattivo irrinunciabile.
La differenza sta nella consapevolezza che determinati fenomeni non ci sono estranei. Che le cose non possono avvenire a nostra insaputa». Gabrielli ha aggiunto che «questo territorio è sinonimo di laboriosità e sana imprenditoria, ma è più appetibile rispetto a territori che questa ricchezza non la producono. Ogni comunità deve sviluppare gli anticorpi al virus inoculato nelle zone grigie della criminalità. Non ci si può non interrogare quando qualcuno arriva con una valigetta di soldi e chiederci come quel capitale è stato ottenuto, non si può non domandare a chi dispone di ricchezza e propone affari come ha ottenuto quel denaro». Il capo della polizia ha ringraziato il sindaco e sottolineato che l’intitolazione «rende onore a un servitore dello Stato che immolò la sua vita per quegli ideali che ogni donna e uomo che serve in divisa vive nella sua quotidianità». «Con Calogero Zucchetto ho condiviso momenti di intensa attività investigativa e amicizia durante i miei primi anni di carriera nella Squadra mobile di Palermo. Ringrazio i funzionari in servizio nella Mobile in quegli anni. La società non dovrebbe aver bisogno di eroi come Zucchetto o Cassarà, purtroppo la storia ci insegna che non viviamo in una società perfetta» ha detto il questore.
Che ha aggiunto che «oggi commemorare Zucchetto, è un importante esercizio della memoria come alimento per dare viva energia a noi poliziotti, per adempiere ai nostri compiti con ulteriore perseveranza, saggezza e coraggio. L’agente Calogero Zucchetto era un giovane poliziotto straordinario e consapevole che il suo lavoro sarebbe rimasto nella lotta a difesa dei più deboli. Il parco dedicato a Lillo Zucchetto sarà simbolo dello Stato». Il questore ha poi ricordato i fatti avvenuti a Macerata a cavallo tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. «Dopo gli eccezionali eventi che hanno colpito Macerata, l’uccisione di Pamela Mastropietro e la vile condotta di Luca Traini che avevano indebolito senso di sicurezza e generato sfiducia, lo Stato ha saputo reagire con fermezza e determinazione facendo riacquistare fiducia e un maggiore senso di sicurezza». Emozionato e commosso anche il sindaco Fabrizio Ciarapica che ha risposto all’appello del questore di dedicare uno spazio a Zucchetto scegliendo l’area verde del Palmeto blu: «Vorrei che questo parco diventasse un luogo della memoria ma anche della speranza, eterna testimonianza dei valori della legalità: saremo tutti orgogliosi di spiegare ai nostri figli e un giorno ai nostri nipoti chi era Calogero Zucchetto e perché questo spazio è dedicato a lui. Nel ringraziare chi è con noi in questo momento, ci tengo a mandare i miei saluti alla famiglia Zucchetto che in questi anni ha vissuto il dolore con grande dignità». «Oggi con la nostra presenza ci ribelliamo all’indifferenza e proseguiamo in una lotta che riguarda tutti e che cresce nelle zone grigie» le parole del prefetto di Macerata, Iolanda Rolli. Al termine della cerimonia è stato svelato il monumento a Zucchetto elaborato dall’artista Paola Tassetti che ha utilizzato una lamiera metallica con la silhoutte del busto di Zucchetto nell’atto di salutare, così come tante volte i colleghi e gli amici lo avevano visto fare, prima che cinque colpi di pistola lo freddassero, ad un mese dalle nozze, quella notte del 14 novembre del 1982.
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..”Territorio laborioso e sano diventa appetibile per la criminalità”, soprattutto se essa, in particolare quella “immigrata”, viene accolta a braccia aperte, e favorita in molti modi assai lucrosi, da molte parti. gv
Lodevolissima iniziativa!!! Per quanto concerne il monumento inaugurato però…mi si conceda un’osservazione: nessuna motivazione “pseudoartistica” giustifica l’esposizione dell’Italia menomata della Sardegna (a meno che, a nostra insaputa, l’abbiano venduta come a suo tempo fece la repubblica genovese con la Corsica).