Adolfo Guzzini oggi pomeriggio durante l’incontro della Fondazione Merloni
di Martina Marinangeli (foto Giusy Marinelli)
«Gli svedesi manterranno governance, struttura e livelli occupazionali. Saremo la punta di diamante del gruppo che diventerà leader mondiale». Con queste parole Adolfo Guzzini, presidente della iGuzzini, ha commentato la lettera di intenti con cui è stata annunciata l’acquisizione dell’azienda recanatese da parte della svedese Fagerhult. L’occasione è stato l’incontro annuale della Fondazione Merloni ad Ancona, in cui viene stilata la classifica delle migliori imprese marchigiane. Guzzini questo pomeriggio ha raccontato che sono entrati in contatto che gli svedesi alla Fiera di Francoforte. E tutto è stato tenuto in segreto fino a ieri. Una riservatezza dovuta al fatto che la Fagerhult è quotata in borsa. «Per iGuzzini – ha aggiunto Adolfo Guzzini – non sarà un ridimensionamento ma un potenziamento. Si tratta di scelta importante perché la guerra di mercato ed i dazi potevano indebolirci». I dettagli della trattativa sono ancora top secret.
La lettera di intenti prevede che la società svedese dell’illuminazione presieduta da Jan Svensson abbia il diritto di condurre in esclusiva una due diligence in vista della firma del contratto definitivo d’acquisto prima della fine del 2018. Fagerhult finanzierà l’operazione a debito e con risorse derivanti dall’emissione di nuove azioni. Al perfezionamento dell’operazione i venditori riceveranno una “porzione significativa del corrispettivo” in azioni Fagerhult. Adolfo Guzzini e Andrea Sasso oltre a restare rispettivamente presidente e ad di iGuzzini assumeranno anche ruoli nel top management Fagerhult.
Fagerhult è una delle aziende leader nel settore dell’illuminazione in Europa, con 3.300 dipendenti in 25 paesi e un fatturato di circa 500 milioni di euro. Il gruppo comprende undici marchi acquisiti nel corso degli anni, che gli consentono di accedere a circa 40 mercati. Il brand iGuzzini, dal canto suo, è tra i più noti del design made in Italy, conta 1.300 dipendenti e vanta oltre 230 milioni di ricavi nel 2017. L’azienda recanatese è attualmente partecipata all’85% da Fimag, di cui fanno parte la famiglia Guzzini, l’ad Sasso e Tamburi, e al 15% da Tipo. Era previsto l’ingresso in Borsa entro il 2020, ma a questo punto non se ne farà niente. La iGuzzini è divenuta famosa in tutto il mondo soprattutto grazie a progetti in ambito infrastrutturale come l’illuminazione dell’Eurasia Tunnel, che collega la parte europea di Istanbul con quella asiatica, e culturale: l’illuminazione dell’Ultima Cena di Leonardo nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, della Cappella degli Scrovegni a Padova, degli affreschi di Tintoretto nella chiesa di San Rocco a Venezia. Insomma qualora la trattativa dovesse andare in porto, entro l’anno, si verrebbe a creare un gruppo con oltre 800 milioni di fatturato. «Non conosco i dettagli ma conosco Guzzini – ha commentato il governatore Luca Ceriscioli – e so che ha a cuore il territorio, quindi sono sicuro sia stata una scelta ponderata».
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Ma come fa Adolfo Guzzini a garantire qualche cosa che deve svendere l’azienda in tutta fretta agli svedesi?
Gli svedesi non hanno alcun interesse ad avere una attività produttiva in Recanati.
Tutto sarà presto smantellato e permarrà solo una attività commerciale.
D’altra parte, lo stesso Guzzini garantiva il rilancio di TEUCO GUZZINI che poi è fallita!
Quindi quale affidabilità possono ancora avere le sue parole?
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Dio mio quante cavolate.
Gli svedesi manterrano (…) mi fermo qui.
Gli svedesi manterrano SE è conveniente. E non c’è alcuna convenienza per LORO a mantenere governace, struttura e livelli occupazionali.
Poveri lavoratori e terzisti! Cercate nuovo lavoro e nuovi clienti il prima possibile.
Ed inoltre: se la punta di diamante è una azienda fatturati e
redditività in calo, allora poveri svedesi.
Al massimo, facendo un paragone calcistico, la punta di diamante (non me ne voglia) è un Lasagna qualsiasi(sapete…anche a alcune donne ci piace il calcio)
Gli svedesi comprano un mercato. Il resto, giustamente, è solo un peso da smantellare il prima possibile.