Una nuova casa per le clarisse,
inaugurato il monastero in legno (Foto)

CAMERINO - Le parole della badessa, suor Chiara Laura Serboli, all'apertura delle porte: «Resistiamo tutti alla tentazione di fuggire, di andare altrove. Riscopriamo insieme la bellezza di questo territorio»
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di Monia Orazi

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Suor Chiara Laura Serboli, madre badessa del convento di Santa Chiara

«Vogliamo vedere le gru, i cantieri aperti, allargando lo sguardo, non solo le macerie che ci circondano, grazie allo spirito di intelligenza, responsabilità e dedizione di tanti. Guardiamo tutti insieme a ‘tutto il bello che c’è’, come recitava il titolo della trasmissione televisiva di Maria Grazia Capulli, figlia splendente della nostra Camerino, che oggi sarebbe stata in mezzo a noi. Riscopriamo il senso del nostro andare e tornare, la bellezza delle relazioni, della solidarietà e della collaborazione senza bandiere e schieramenti, perchè il compito che aspetta, non solo le autorità mai noi tutti, è più grande del nostro piccolo orticello da coltivare». Così suor Chiara Laura Serboli, madre badessa del convento di Santa Chiara di Camerino si è rivolta ai fedeli questa mattina, giorno in cui ha aperto le porte il nuovo monastero in legno che ospita la chiesa con le spoglie di Santa Camilla Battista Varano.

Clarisse-Santa-Chiara-Camerino-10-325x183La struttura da quattrocento metri quadri, di cui circa centoventi sono riservati alla vita quotidiana in clausura delle religiose, un’ottantina alla foresteria con dieci posti letto, è nata da una gara di solidarietà tra fedeli, religiosi, con il fondamentale supporto della Caritas di Milano, di Brescia, l’Ordine dei frati minori e delle clarisse francescane, l’ordine secolare dei francescani, su progetto dell’ingegner Cristina Compagnucci, sacerdoti, semplici cittadini. Così dopo due anni la vita spazzata via dalla distruzione del terremoto, ritorna tra le mura del convento secolare, il cui cortile ospita il nuovo cuore pulsante della presenza delle religiose, legatissime a Camerino. La gioia si trasforma spesso in commozione, sui volti delle suore, accompagnate dalle consorelle di San Severino e da due religiose messicane. Il discorso appassionato ed i lunghi ringraziamenti di suor Chiara Laura raccolgono un lungo applauso dei fedeli.

Clarisse-Santa-Chiara-Camerino-2-325x183«Il terremoto è come un’onda d’urto, dopo niente e nessuno è come prima – ha iniziato il suo discorso la badessa – ci si ritrova poveri e nudi, si torna all’essenziale. Allora sorge una domanda scomoda, potranno risorgere queste macerie? Questo nostro splendido paese tornerà ad essere abitato? Vale la pena impegnarsi e mettere tutte le energie per ricostruire? Sono domande scomode, ma salutari, perchè ci costringono a chiederci, se crediamo o no, alla rinascita di questa città. C’è la tentazione di fuggire, andare altrove». Dall’esperienza di fede, la religiosa richiama come soluzione il richiamo allo spirito e a Dio, di fronte alla fragilità della materia: «L’unica possibilità di resurrezione è aggrapparsi alla sfuggente realtà dello spirito, che tutti dobbiamo attraversare, chiedendo lo spirito che viene da Dio, quella forza interiore che ci dà coraggio e speranza, tenacia. Dobbiamo radicarci nello spirito di questa terra che è unica, come tanti piccoli borghi della collina, abbandonati, lasciatemelo dire, in nome spesso di criteri solo economici, tristezza assoluta».

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Il sindaco Gianluca Pasqui

La badessa ha ringraziato tutti i donatori e tutti coloro che hanno conribuito alla realizzazione del progetto, ringraziando il sindaco Pasqui per aver creduto nella realizzazione del nuovo monastero e chiedendo di ricostruire al più presto l’istituto musicale Nelio Biondi, importante centro di aggregazione per i giovani. Ad aprire le porte della chiesa padre Ferdinando Campana, con altri sacerdoti, che ha tenuto in mano la croce, spalancando i battenti dell’ingresso della chiesa, prima delle concelebrazione religiosa. A rappresentare la città, il sindaco Gianluca Pasqui in fascia tricolore, insieme a tanti cittadini, non solo da Camerino, ma anche da fuori. La determinazione e la tenacia delle clarisse sono un esempio anche per la società civile, grazie al loro impegno da oggi a Camerino c’è di nuovo la chiesa di Santa Chiara ed è tornato un piccolo pezzetto di normalità. Ogni sera alle 19 nella chiesa si terrà la funzione religiosa.

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