A due anni dal 24 agosto,
93mila scosse dopo:
«Semplificare per ripartire»

MUCCIA - Il forum "Ricostruire e ritornare" ha fatto il punto della situazione. Monsignor Brugnaro: «Non basta tornare a casa, serve il quotidiano». L'assessore Sciapichetti: «Il problema più grave è che affrontando una situazione straordinaria con un percorso ordinario, non se ne viene a capo». Il senatore Pazzaglini: «Manca la normativa per affrontare la ricostruzione». L'onorevole Rachele Silvestri: «Grave calo delle attività economiche, chiuse 500 imprese, persi 1.500 posti di lavoro». Il direttore dell'Ufficio ricostruzione Cesare Spuri: «Di questo passo 10 anni per approvare le pratiche»

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Il tavolo dei relatori

di Monia Orazi

Dalle 93mila scosse in due anni dal primo terremoto, alla ricostruzione che arranca: un punto sulla situazione attuale di una terra che non si vuole arrendere. E’ servito a questo il forum “Ricostruire e ritornare” organizzato dal comune di Muccia e dal giornalista Maurizio Verdenelli che ha condotto. Hanno partecipato sindaci, parlamentari, consiglieri regionali. Tra gli ospiti anche Guido Perosino della Quadrilatero, il prorettore Andrea Spaterna di Unicam, il direttore dell’Ufficio speciale ricostruzione Cesare Spuri, l’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti. L’arcivescovo di Camerino monsignor Francesco Brugnaro ha evidenziato come servano velocità e certezza del tempo della ricostruzione: «Non basta farli tornare a casa – ha detto – voi amministratori lo sapete la casa è un cosmo, servono lavoro, scuole, figli, mercato e le altre cose del quotidiano. Dissi subito ad Errani che questo non era come il terremoto dell’Emilia. La critica va usata come carico di speranza per trovare una situazione migliorativa. Il dogmatismo politico amministrativo procura danni», ha concluso Brugnaro.

convegno-sisma-muccia2-650x366«Oggi è il giorno delle emozioni, stanotte eravamo a Pescara del Tronto a ricordare le vittime – ha aggiunto Sciapichetti – questa è la più grande catastrofe dal dopoguerra, di cui forse non c’è piena consapevolezza. Voglio ringraziare i sindaci in prima linea fin da subito, i volontari, coloro che hanno fatto donazioni importanti. È tra i fatti più importanti, in un momento come questo non ci si deve dividere per il colore politico». Sciapichetti ha ribadito che riguardo alla ricostruzione non ci devono essere maggioranza ed opposizione, che è stata sottovalutata l’entità del fenomeno affrontato con mezzi ordinari, circostanza che ha fatto nascere una serie di criticità. «Il problema più grave è che affrontando una situazione straordinaria con un percorso ordinario, non se ne viene a capo – ha proseguito Sciapichetti -, ad esempio per le piccole difformità è bloccata la ricostruzione leggera per l’80 per cento, occorre mettersi attorno ad un tavolo per risolvere la situazione». E’ stato superato il traguardo delle 500mila tonnellate di macerie rimosse. «Le scelte sbagliate prevalgono su quelle giuste – ha detto il senatore Giuliano Pazzaglini – mancano le linee guida per gestire l’emergenza, il commissario straordinario dovrebbe essere presidente di Regione che adotta le prime decisioni. Tutto nasce dalla riforma della Protezione civile, ogni volta si ricomincia da capo. Manca la normativa per affrontare la ricostruzione. Il tempo perso nessuno lo restituisce, dobbiamo imparare dai fatti. Nella mia vita ho già vissuto tre terremoti, in tempo di pace vanno predisposte le linee guida per affrontare la guerra». 

convegno-sisma-muccia4-650x366Ha detto il deputato Tullio Patassini: «Oggi è il giorno della memoria, ma emerge la realtà cruda. Il governo da quando si è insediato si è preoccupato del sisma, la prima legge è stato il decreto di conversione, che però non risolve tutti i problemi. Si deve provvedere a semplificare, sulla ricostruzione fatti piccoli passi, posta la questione delle difformità urbanistiche. È un concetto diverso da regione a regione, la nostra è una questione corretta. Dire che il governo si è dimenticato dei terremotati è una falsità assoluta». La deputata Patrizia Terzoni ha ricordato come la ricostruzione stia andando lenta, spiegando che se c’è la passione dei sindaci si può fare. «Siamo stati criticati per aver inserito la sanatoria, ma andava fatto – ha spiegato – Il decreto è passato da 2 a 22 articoli, ci sono rimasta male dei rilievi del presidente Mattarella sulla norma delle casette abusive. Il presidente ha sollevato il problema che abbiamo fatto troppo, sono contenta di aver fatto troppo. Le proroghe sono al 31 dicembre per una ragione legata ai bilanci dello Stato».

convegno-sisma-muccia1-650x366L’onorevole Rachele Silvestri ha evidenziato il grave calo delle attività economiche nella zona colpita pari al 15 per cento, la chiusura di 500 imprese, la perdita di 1.500 posti di lavoro: «Le Marche hanno avuto uno spopolamento devastante – ha evidenziato – senza lavoro la gente non torna, il cratere va rivisto in fasce, i comuni più colpiti vanno trattati in modo differente». La consigliera del ministro dei Beni culturali Daniela Tisi ha detto che sta lavorando a procedure per garantire la salvaguardia dei beni culturali in caso di emergenza. «Con la Quadrilatero è stato difficile attraversare questo territorio delicato. In questa zona sismica la strada porta benefici di tipo sociale, evita lo spopolamento. Non si fanno strade senza aver ascoltato i territori, è utile avere presente il rapporto costi-benefici, basta con le incompiute testimonianza dell’incapacità di gestire» ha detto Perosino. È intervenuto anche Venanzo Ronchetti, sindaco del terremoto del 97 che distrusse Serravalle. «Se voi parlamentari non trasferite competenze ai sindaci ed alla Regione, non andiamo da nessuna parte. Si deve tornare al modello del 1997», ha tuonato. La docente Eleonora Petrini ha ricordato le opportunità per l’Appennino nate dal Patto per lo sviluppo portato avanti dalla Regione Marche in collaborazione con le università marchigiane. «Non ci sono problemi di risorse – ha esordito Spuri – ma il sistema è in sofferenza a vari livelli. Abbiamo i fondi per le opere pubbliche ma i comuni non riescono a farle partire, ci sono solo cento progettazioni in corso e sono stati nominati solo trenta responsabili di procedimento. L’iter è appesantito da una serie di verifiche preventive, ci vuole più fiducia, non si può andare avanti con la cultura del sospetto. Per la ricostruzione privata sono stati presentati 3.500 progetti, per la vastità della devastazione servirebbero più professionisti ed imprese. Sono stati erogati fondi per 169 milioni di euro. Per approvare 250 progetti a settimana, con 36mila pratiche attese, ci vorranno dieci anni, ma ora ce ne sono 800 in lavorazione non diecimila. Dobbiamo andare verso una semplificazione, perché se ognuno guarda al suo segmento ed i tempi non sono compatibili con la vita delle persone, il risultato dell’equazione è perfetta, ma il paziente è morto». Sono poi intervenuti i consiglieri regionali Romina Pergolesi e Gianni Maggi, l’assessore del comune di Foligno, il prorettore Unicam Andrea Spaterna. La parte finale ha visto l’intervento del sindaco di Muccia e altri primi cittadini del territorio.



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