La porcacchja

LA DOMENICA con Mario Monachesi
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Mario Monachesi

 

di Mario Monachesi

Quando in campagna la miseria era realtà giornaliera, l’insalata, specialmente la sera, era il pasto piu frequente e di nessuna spesa. La vergara per saziare la famiglia la preparava più ricca possibile. Oltre a rucola, pimpinella, caccialebbri, crispigne, invidia, cicoria selvatica, pomodori, cetrioli, cipolla, ecc, aggiungeva la porcacchja. La porcacchja o portulaca (portulaca oleracea il nome scientifico) è un’erba estiva spontanea, appartenente alla famiglia delle portulacaceae, dal sapore acidulo, fresco, leggermente salino il che la rende pregiata da mangiare. Oggi considerata un’erba infestante, cresce negli orti, nei giardini, lungo le sponde dei fossati, nei campi, addirittura in città lungo muri o crepe dei marciapiedi. Ha foglie e fusti carnosi, quasi da sembrare una pianta grassa.

portulaca-1“Porcacchja” è il nome marchigiano e anche laziale, in Abruzzo è detta “precacchia”, “porcellana” (per via delle foglie lucide e lisce) o “erba grassa” in Lombardia, “purselana” in Liguria, “pucchiacchella” in Campania, “sportellacchia” in Toscana. Per tutti è “la bella d’estate”. Gira voce che Gandhi un giorno abbia detto che grazie a queste foglie color verde brillante e a forma di goccia, sarebbe possibile debellare la fame nel mondo. Nelle nostre campagne, la porcacchja, ci è riuscita egregiamente per tantissimi anni. Ora vive un momento di declino. Come già detto, oggi in Italia viene considerata poco più che un’erba infestante da chi non la sa riconoscere e non è al corrente delle sue molteplici proprietà benefiche. Ad essa vengono infatti attribuite capacità diuretiche, depurative, dissetanti e antidiabetiche. Viene usata anche contro la diarrea, il vomito, l’enterite acuta, le emorroidi e le emorragie post partum. Ricca di omega 3 (ne contiene più del pesce) previene le malattie cardiovascolari. È indicata anche nei disordini urinari, nell’acidità di stomaco, nelle gastriti, contro le imfiammazioni degli occhi e come antidolorifico per il mal di testa. Detiene anche ottime quantità di potassio, magnesio e vitamina C.

portulaca-3Annovera due sole controindicazioni, non è adatta per chi soffre di calcoli renali (contribuisce alla loro formazione) e, purtroppo, pare freni la libido e i sogni erotici. La sua origine è molto probabilmente asiatica, nell’antico Egitto veniva utilizzata come erba medicinale. Nel Medioevo veniva coltivata nei Paesi arabi e nel bacino del Mediterraneo. La cultura di quel tempo le attribuiva il potere di tenere lontani gli spiriti maligni. Il suo uso culinario sembra risalire ai tempi di Luigi XIV, il Re Sole. Oltre che consumata cruda nell’insalata (con pomodori e una fetta di pane diventa un pasto completo), la porcacchja può venir gustata fritta (immergere nella pastella le cime) e può diventare anche ingrediente per sughi, minestre, condimenti, ripieni per ravioli e pasta fresca, frittate e conserve sottaceto.

portulaca-2-325x176Sugo per due persone:
150 g di porcacchja (foglie e gambi teneri)
2 o 3 pomodori (20 – 30 g)
olio e sale qb.
Lavare e sezionare la porcacchja (ulteriormente detta “erba dei porci”), sminuzzare i pomodori. Mettere il tutto in un tegame con olio, sale e un po’ d’acqua. Cuocere per 10 / 15 minuti fino ad ottenere la consistenza desiderata. Poi condirci la pasta, molto indicate sono le orecchiette.

Risotto per due persone:
150 g di porcacchja, mezza cipolla, 180 g di riso, mezzo litro di brodo vegetale, olio e sale qb.
Di questa erba un tempo importantissima ma poco considerata, se ne trova traccia anche in una poesia del poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli: “Guitto scannato, e cche!, nun te conoschi / d’èsse ar zecco a la fetta e a la verdacchia? / Stai terra terra come la porcacchia, abbiti a Ardia in casa Miserocchi”. (…) “Vecchia non zo’ ma!…la miseria abbacchia: e ppecquanto se studia e sse sciappotta, / se sta ssempr’accussì, la sora Carlotta: giù tterra tterra come porcacchia”.



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