«Truffa e appropriazione indebita
ai danni della famiglia Guzzini»
Indagato Sposetti, ex sindaco di Macerata

SECONDO L'ACCUSA, attraverso operazioni finanziarie, sarebbe stato preso il controllo di una società del valore di oltre 2 milioni a insaputa dei proprietari, i noti industriali recanatesi. Indagati anche il figlio Emanuele Sposetti, la moglie di quest'ultimo Cinzia Bianchini e Luca Ferranti. Spariti 500mila euro dal bilancio. Perquisizioni e sequestri della Guardia di finanza

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di Giovanni De Franceschi

Una società messa in piedi per un investimento immobiliare, le quote e il controllo che passano di mano da una fiduciaria all’altra, oltre 500mila euro che sembrano svanire nel nulla. Sullo sfondo: il parcheggio realizzato dietro la stazione di Civitanova. E’ in questo contesto che si muove l’inchiesta della procura di Macerata, condotta dalla Guardia di finanza, dopo la denuncia presentata da alcuni componenti della famiglia Guzzini di Recanati che sarebbero stati truffati per oltre 2 milioni di euro. Quattro le persone indagate a vario titolo per truffa aggravata e appropriazione indebita aggravata: Giuseppe Sposetti, ex deputato e sindaco di Macerata dal 1967 al 1975 e presidente della fondazione Giustiniani-Bandini, il figlio Emanuele con la moglie Cinzia Bianchini e Luca Ferranti. Sposetti padre e figlio e Ferranti, tutti tre commercialisti e consulenti dei Guzzini, avevano proposto a quest’ultimi un investimento mediante la costituzione della società Depositi&Vendite srl. Società che ha poi realizzato appunto il parcheggio dietro la stazione di Civitanova. Il 75% delle quote della società era dei Guzzini ed era detenuto fiduciariamente da Cinzia Bianchini. Secondo l’accusa, il 23 luglio 2014 la Bianchini, a insaputa dei finanziatori, aveva trasferito il 75% delle quote della Depositi&Vendite alla Servizio Italia Fiduciaria e di Servizi spa, rilasciando anche un mandato in favore di Giuseppe Sposetti per la gestione delle quote. Quest’ultimo poi, sempre secondo l’accusa, il 31 luglio dell’anno scorso, ancora una volta all’insaputa dei Guzzini, aveva trasferito quel pacchetto di quote a un’altra fiduciaria, la Widar Eurofid spa. E così la Widar, attraverso aumenti di capitale e diritti di opzione, si è ritrovata ad avere oltre il 99% della partecipata Depositi&Vendite, assumendone il controllo e nominando un altro amministratore unico. In pratica, secondo l’accusa, i quattro indagati hanno di fatto preso il controllo della società dei Guzzini, senza che questi sapessero nulla. Non solo, dai bilanci della Depositi&Vendite due degli indagati avrebbero fatto sparire anche 500.500 euro: cioè la differenza tra quanto versato dai Guzzini nelle casse della società, 2.050.000 euro, e quanto trovato nel bilancio della stessa al 31 dicembre 2016, 1.550.000 euro. Sequestri e perquisizioni sono state effettuate dalla Guardia di finanza nella sede della Depositi&Vendite e nello studio dei commercialisti. E nei prossimi giorni, verranno eseguite anche negli istituti di credito al fine di ricostruire i movimenti di denaro.



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