Martedì 31 luglio all’anfiteatro romano di Urbisaglia, continua la rassegna di Teatro Classico Antico con “Troiane” di Seneca. L’appuntamento è alle 21,30. Un cast di attori straordinario metterà in scena quella che viene definita “la più teatrale delle tragedie di Seneca”. L’opera “Troiane” rivela una straordinaria modernità nel rappresentare il demoniaco che abita l’interiorità dell’uomo e il male di cui è capace, grazie anche a una lingua asciutta e affilata e a una struttura che, violando le unità aristoteliche, si avvicina a una scansione quasi cinematografica della narrazione. In una Troia avvolta dalle fiamme si intrecciano le dolorose vicende delle morti di Polissena, immolata sulla tomba di Achille per placarne lo spirito e di Astianatte, figlio neonato di Ettore, alle quali le donne troiane assistono attonite e impotenti. Ma la vera protagonista della tragedia è la guerra, con il suo strascico infinito di lutti e dolori per i vincitori non meno che per i vinti. E attraverso gli orrori della guerra Seneca mette in scena un universo segnato dalla perdita del controllo sulle passioni, in cui gli dèi sono presenze lontane. In un opera in cui la testualità è vera e propria “scena della parola”, la retorica diviene il vero aspetto di modernità della tragedia senecana, capace di parlarci ancora oggi perché rivela una parola che ha perso ogni aggancio etico e morale, ogni riferimento veritativo, ogni intenzione di comunicazione per diventare pura affermazione di sé, strumentale al potere e all’annientamento dell’altro.
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