di Alessandra Pierini
(foto Fabio Falcioni, video Gabriele Censi)
«Saluto tutti, un abbraccio ad ognuno e a tutti. La vita è un cammino, non si può restare fermi, un giovane non può restare fermo perché se è fermo va in pensione a 20 anni, la gioventù è per andare avanti. Sempre avanti, cercando la felicità per noi e per gli altri. La felicità non si compra in un supermercato ma viene dall’amare gli altri, le inimicizie e le guerre non danno felicità. Sempre avanti guardando l’orizzonte. E per favore vi chiedo di pregare per me». E’ stata per la sesta volta la telefonata di Papa Francesco ad aprire il 4oesimo pellegrinaggio Macerata Loreto. “Che cercate?” il tema di questa edizione sul quale si interrogano i pellegrini. Un leggero ritardo rispetto al solito orario. Il suo saluto dopo le testimonianze di Uwa e Frank, hanno 15 anni, sono arrivati in Italia dalla Nigeria a bordo di un barcone che li ha portati in Sicilia. Il cammino di questa notte fino a Loreto è per loro una passeggiata rispetto al lungo viaggio fatto due anni fa. La loro testimonianza sarà ascoltata questa notte dai pellegrini.
«Quest’anno come mai vi aspettavamo – così il sindaco Carancini ha salutato i pellegrini -. E’ stato un anno complicato e rispetto agli altri anni quando vi aspettavamo con il cuore leggero e un gran sorriso, quest’anno vi accogliamo con un po’ di pesantezza. Quest’anno ci aiuterete a stare insieme e a mettere un mattone per la pace». Il sindaco cita Papa Giovanni XXIII e ringrazia don Giancarlo Vecerrica «che ha visto 40 anni fa una strada che nessuno poteva vedere». Tra i volontari, come ogni anno, c’è Tullio Patassini, dallo scorso marzo deputato della Lega ed ex allievo di don Vecerrica al liceo classico.
Camminerà questa notte anche Daniela, imprenditrice di Monte Urano al pellegrinaggio per la 25esima volta, quest’anno con una motivazione in più: «I miei figli hanno avuto un incidente e si sono salvati miracolosamente».
«Sobrietà, accoglienza e servizio»: Nazzareno Marconi, vescovo della diocesi di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia ha usato le parole di San Giovanni Paolo II per indicare lo stile di vita da tenere a Macerata che si vanta di essere “Civitas Mariae”. «Oggi, festa del Cuore Immacolato di Maria, la Madre della Misericordia – ha detto – vi accompagni. 25 anni fa San Giovanni Paolo II, in piazza della Libertà, ricordando questo titolo, ci disse: ““Civitas Mariae” è un titolo impegnativo, un titolo che una Comunità civile deve, in un certo senso, “meritarsi” e ogni giorno confermare col suo concreto stile di vita. Uno stile che rifletta in qualche modo quello di Maria. Quali sono le caratteristiche di un simile stile di vita? Per rispondere sceglierei tre parole: sobrietà, accoglienza, servizio”. Che San Giovanni Paolo II ci benedica dal cielo».
«E’ stata la provvidenza a portarmi qui» ha detto Marc Ouellet che aveva già celebrato la messa del 35° pellegrinaggio e quest’anno, all’ultimo, ha sostituito il cardinale Beniamino Stella. Il cardinale si è rivolto ai giovani: «In mezzo a tante risorse tecnologiche ed educative , a infinite possibilità che sembrano aprire tutte le strade, i ragazzi e le ragazze incontrano spesso muri vuoti, solitudine e smarrimento. Portiamo nel cuore questa consapevolezza, che hanno bisogno di appoggio, di solidarietà e di mani tese per dare lavoro, amicizia e senso alle loro vite. Il nostro pellegrinaggio è un gesto di solidarietà nei loro confronti, un abbraccio fraterno nella fede».
Uwa e Frank con il cardinale Marc Ouellet
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Veramente quando Salvini dice: chi si ferma è perduto, è uno schifoso copione di Mussolini, se lo dice Bergoglio è un’idea bellissima e originale… non è tanto giusto…