di Maurizio Verdenelli
Ufficiale e gentiluomo – poi anche geniale imprenditore – all’ombra di due bandiere. Nel cuore un’unica patria scelta per amore, solo per amore: Loro Piceno arroccata nel profondo verde del Maceratese gli ricordava nei panorami le distese a perdita d’occhio della sua terra d’origine in Polonia dov’era nato il 9 settembre del 1913. Terra dominata dall’alta Croce di Wolkowysk a sfidare dalla fine dell’800 nonostante la fragilità del legno di cui era stata fatta, guerre, rivoluzioni e sangue versato per la libertà in una regione da sempre crocevia conteso al confine d’Europa.
Quella Croce umile eppure poderosa a ‘tagliare’ una linea infinita, il colonnello ed ingegner Antoni Mosiewicz, veterano di Montecassino (una delle più cruente battaglie della 2. guerra mondiale) di Ancona e Bologna, l’ha voluta nella sua Xenia, nel proprio dono d’addio, il ‘ricordino’ funebre dove l’antica Crocea di Wolkowysk appare insieme con il suo ritratto fotografico in cui appare decorato dell’Ordine della Polonia Restituita. Non solo per il valore militare ma pure per l’eccezionale contributo alla ricostruzione di Varsavia, in particolare del castello Reale come ha sottolineato nel proprio intervento Adrianna Siennicka, Console generale polacco a Milano. L’ultimo ritratto dell’eroe ‘in comune’ tra due Nazioni fissa per sempre, sul cartoncino, un leggero eppure intenso sorriso, riservato eppure pieno d’affetto a sottolineare un’esistenza eccezionale. Il ex braccio destro del gen. Anders, il col. Antoni Mosiewicz comandante del 2. Corpo d’armata polacco, a capo della 2. Compagnia di contraerea d’artiglieria rimarrà nella Storia per aver liberato Ancona, Bologna e nel Maceratese Petriolo, Mogliano e -da lì cannoneggiando la Wermacht acquartierata a Sforzacosta- Loro Piceno dove aveva trovato l’amore della sua vita.
Questa mattina le bandiere polacche e quella italiana erano state poste a presidiare la bara sull’altare della collegiata di santa Maria di Piazza a Loro Piceno dove c’è la tomba dei Mosiewicz. Antoni viveva tra Milano e Stresa dove si è spento serenamente qualche giorno fa, ma aveva da sempre espresso la volontà di tornare in quel piccolo paese del Centritalia dove aveva incontrato e sposato Fede Bonati. Dalla coppia felice, cinque figli: Jurek, Enrich, Robert, Ferdy e Maria Rita. Una famiglia unita: ad ogni Natale, ad ogni estate e nelle occasioni importanti i Mosiewicz erano insieme a Loro Piceno. Da due anni tuttavia, il Colonnello, ormai ultracentenario, non aveva più lasciato la Lombardia: oggi il suo ultimo, definitivo ritorno ‘a casa’.
A salutare l’amico ‘liberatore’, il compaesano garbato e gentile che aveva continuamente presente Loro Piceno e le Marche con investimenti importanti (la casa vinicola Murola, le donazioni ad enti, associazioni e soprattutto alla Casa di Riposo) c’erano questa mattina in chiesa l’intero paese e il sindaco Ilenia Catalini. Con loro altri tre amministratori comunali con le fasce tricolori –i sindaci di Petriolo, Mogliano e il vicesindaco di Ancona- la console generale Siennicka; la console polacca di Ancona, Cristina Gorajska; l’addetto militare dell’ambasciata di Polonia che ha letto il messaggio a firma del Segretario di Stato Adam Kwiatkowski, tradotto successivamente da un’interprete.
“Il colonnello Mosiewicz liberando questi territori dall’oppressione nazista ha reso i nostri paesi ed il capoluogo regionale ancora più ‘fratelli’: gli siamo eternamente grati. Il suo incessante amore per noi, la presenza discreta e premurosa non la dimenticheremo. Marche, Italia, Polonia: ci sentiamo da oggi ancora più strettamente vicini nel nome di Antoni” aveva dichiarato la sindaca lorese. La console di Ancona: “E’ stato un grande patriota che il nostro Paese onorerà sempre. E ai suoi, ai nostri amati rosso e bianco, i colori della Polonia, il colonnello Mosiewicz aveva aggiunto spiritualmente il verde: la bandiera italiana”.
“Mi hai commosso” dirà a fine cerimonia Jurek Mosiewicz ad Ilenia Catalini mentre il feretro del padre, ricoperto interamente di rose bianche e rosse passava alle sue spalle ed appena fuori la banda si sentiva intonare il vigoroso inno polacco subito seguito dalle note di ‘Fratelli d’Italia’. Per Jurek nuove lacrime. Appena dietro, la madre sorretta da due amiche del posto. Qualche tempo addietro la signora aveva confessato ad un noto collezionista di mezzi militari che aveva ‘imposto’ in omaggio al Colonnello le insegne della 2. compagnia d’artiglieria ad un blindato Bren Carrier MK1 di sua proprietà: “Mai visto così emozionato Antoni che pure non si scompone mai! Quegli anni della guerra in realtà non li ha mai dimenticati: come poteva?! ”.
“Un grande uomo, una grande famiglia: in paese hanno sempre fatto del bene. In silenzio” dice don Agostino Taccari, amico di famiglia che ha celebrato con don Claudio Morganti e don Quinto Paoloni.
“Persone eccezionali, ammirevoli, legate al paese: un esempio d’attaccamento per tutti noi loresi” dice il barista della piazza. “Ogni estate sempre da noi, la moglie a chiedere affettuosamente notizie di questa o quell’altra famiglia conosciuta, Antoni più silenzioso ma ugualmente partecipe. E poi i figli: sempre tra noi, solidali ed amici di tutti!”.
Loro Piceno ricorderà concretamente il suo eroe ‘in comune’ con la Polonia? Risponde il sindaco: “Si, non vogliamo disperdere un tale esempio, non soltanto dedicandogli un angolo di questo paese che lui amava come fosse nato qui…”.
Addio ad Antoni Mosiewicz, l’ultimo saluto nella sua Loro Piceno
In basso una gallery di foto storiche:
Le donne facevano parte dell’esercito polacco di liberazione, svolgevano compiti da autiste, centraliniste, infermiere, ecc
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Mogliano,20giugno 1944.dal balcone di casa mia,guardo con gli occhi stupiti di bambino i verdi cingolati scoperti che salgono verso il centro del paese condotti da quei polacchi che venivano a liberarci dopo venti anni di oppressione fascista.Oggi mi piace pensare che un giovane ufficiale Moisievicz fosse a bordo di uno di quei mezzi e alla sua memoria come a quella dei suoi tanti commilitoni va la mia sincera gratitudine.