Anziano dona tutto ai nipoti:
«Era situazione di demenza conclamata»,
notaio finisce sotto accusa

RECANATI - Oggi doveva svolgersi l'udienza preliminare in tribunale, poi rinviata. La denuncia presentata dalla figlia dell'uomo che aveva scoperto del lascito a distanza di mesi dalla morte del padre. La contestazione è di falso in atto pubblico. La difesa: «Consenso raccolto legittimamente, si tratta del frequente caso del familiare insoddisfatto»

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di Gianluca Ginella

Notaio finisce sotto accusa per un atto di donazione sottoscritto da una persona anziana che, secondo l’accusa, non era capace di intendere e volere. La vicenda riguarda la donazione di immobili, un terreno edificabile e una casa, del valore di circa 500mila euro. La denuncia di quanto accaduto era stata presentata dalla figlia dell’anziano, che alcuni mesi dopo la morte del padre era venuta a conoscenza della donazione dei suoi beni a favore dei nipoti. Il notaio, Roberto Morbidelli, che ha lo studio a Recanati, si difende sostenendo di aver agito correttamente. Il suo legale: «Nessuna irregolarità. È un caso di un famigliare insoddisfatto di come i genitori hanno diviso il patrimonio famigliare». Oggi doveva svolgersi l’udienza preliminare al tribunale di Macerata ma è stata rinviata al 5 dicembre per il deposito della consulenza grafologica fatta svolgere dalla parte civile. La vicenda comincia nel febbraio del 2015 quando il notaio Morbidelli va in ospedale dove era ricoverato un 82enne. «Era in una situazione conclamata di demenza. Il notaio ha fatto firmare la procura speciale alla moglie per donare tutto ai nipoti, figli di suo figlio – spiega l’avvocato Claudio Cardia, che assiste la parte civile (si è costituita l’altra figlia dell’anziano) –. Si tratta di beni immobili per circa 500mila euro. La moglie due giorni più tardi ha fatto la donazione ai nipoti». L’82enne morirà a distanza di poco tempo, «15-20 giorni» spiega l’avvocato Cardia. La figlia dell’anziano «tre mesi dopo la morte del padre ha scoperto che c’era stata una donazione» spiega il legale. In seguito la donna ha presentato una denuncia verso la madre e il fratello per circonvenzione di incapace. La procura ha indagato anche il notaio, per falso in atto pubblico. Il nodo della questione è se l’anziano, quando ha firmato il documento, fosse capace di intendere e di volere. Per l’accusa non lo era. «Ci sono cartelle cliniche acquisite dalla procura e che ho prodotto con una denuncia fatta dalla mia cliente – dice l’avvocato Cardia –. In più ho prodotto una perizia psichiatrica che ha esaminato tutte le cartelle cliniche e ha concluso per assoluta incapacità di intendere e volere dell’anziano e che abbia espresso consenso consapevole. Abbiamo anche fatto svolgere una nostra perizia grafologica». Il notaio è difeso dall’avvocato Paolo Maggini. Il legale: «Accusa infondata, il consenso è stato raccolto legittimamente. Si tratta del frequente caso del familiare insoddisfatto di come i genitori hanno diviso il patrimonio familiare. Il mio assistito non ha nessuna responsabilità».



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