di Gianluca Ginella
Morto per un mix di farmaci il professor Francesco Parillo. L’ex docente di Unicam si è spento nella notte a 54 anni. Era stato condannato lunedì a tre anni per violenza sessuale. Ad accusarlo sei studenti di Veterinaria, dove il docente ha insegnato sino al maggio 2015. Parillo, residente a Perugia, è stato trovato privo di sensi nella casa dove viveva a Esanatoglia da carabinieri e vigili del fuoco che ieri sera erano andati a cercare il docente a casa dopo che per tutto il giorno non aveva risposto al telefono. A cercare di mettersi in contatto con lui anche uno dei suoi legali, l’avvocato Gianmarco Russo. Quando i soccorritori sono arrivati, nessuno rispondeva da dentro casa dove il docente viveva da solo. Allora hanno deciso di sfondare la porta. Quando sono entrati hanno trovato Parillo seduto su di una poltrona. Tutto all’interno appariva in ordine. Solo che il docente era privo di sensi. Sul momento i soccorritori hanno pensato che si fosse trattato di un malore, anche perché tutto era in ordine e vicino a sé il professore non aveva nulla, né medicinali né aveva lasciato lettere. Portato in ospedale a Camerino, Parillo si è spento circa due ore più tardi, intorno alla mezzanotte. Dagli accertamenti svolti in pronto soccorso è emerso che Parillo aveva assunto dei farmaci (oppiacei e metadone). Poi si era seduto in poltrona.
Un dramma che si è consumato a distanza di circa 24 ore dalla sentenza emessa lunedì dal Tribunale di Macerata. Il docente è stato condannato a 3 anni per violenza sessuale su sei suoi studenti che avevano parlato di palpeggiamenti e carezze sulla schiena e sui glutei in occasione di esami e preesami (fatti avvenuti a partire dal 2011). Accuse che Parillo aveva sempre respinto con forza, negando di aver mai fatto nulla di ciò che gli veniva contestato. Dopo la sentenza i suoi legali avevano annunciato che avrebbero fatto appello. La notizia della morte del docente ha raggiunto i professori e gli studenti di Unicam con una mail inviata a tutti dal suo amico Massimo Zerani, docente all’università di Perugia. «Francesco ci ha lasciati – ha scritto – Come agnello sacrificale è stato abbandonato alla ferocia dei lupi da istituzioni, colleghi ed amici. Chi ha coscienza preghi, chi non ce l’ha taccia». Zerani, contattato telefonicamente, si è detto «molto arrabbiato» per l’accaduto e convinto dell’innocenza del collega e amico. «Sono sicuro che le verità giuridiche sono altre – ha detto Zerani –. Questo è un classico esempio di bullismo arrivato alle estreme conseguenze e ha contribuito anche il disinteresse da parte della vecchia amministrazione Unicam. Abbiamo perso un uomo di grande valore scientifico. Non ce lo aspettavamo. Portiamo dentro il rimorso che potevamo fare di più».
(Servizio aggiornato alle 13,15)
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poveretto, chiamare violenza sessuale delle carezze… distruggere la vita di una persona per delle carezze… forse neanche vere…