Al tavolo Massimiliano Moriconi, Daniele Rango (consigliere), Giancarlo Gagliardini e Lanfranco Possanzini (presidente collegio sindacale)
di Gabriele Censi
L’assemblea territoriale di Macerata di Fidimpresa, società di confidi della Cna ha approvato a larghissima maggioranza il bilancio 2017 che sarà deliberato in via definitiva il prossimo 27 aprile a Colli del Tronto dall’assemblea generale. E’ l’ultimo atto prima della partenza della nuova realtà che nasce dalla fusione dei principali confidi della regione, grazie all’accordo Cna, Confartigianato e Confindustria. Nella Srgm, su cui la Regione Marche ha puntato molto con un bando Fesr di 24 milioni di euro, il ruolo di Fidimpresa sarà centrale con la maggioranza nel cda. Intanto gli organi statutari del Confidi di Cna sono stati prorogati fino al primo luglio data in cui sarà effettiva la nuova società. Il direttore territoriale di Macerata Massimiliano Moriconi ha illustrato il bilancio che chiude con un utile di 18.323 euro destinato a fondo di riserva e copertura delle perdite precedenti: «Abbiamo confermato più di 2500 operazioni garantite da Fidimpresa, abbiamo fatto circa 50 interventi in tutta la regione per i contributi a fondo perduto e abbiamo iniziato una nuova operatività che è quella del credito diretto con 100 interventi per 4 milioni di euro (1,5 nella provincia di Macerata)»
Il contesto generale resta di grande difficoltà per l’accesso al credito da parte delle piccole imprese. «Il dato di Macerata è di tenuta nonostante l’evento sismico – ha detto il direttore generale Giancarlo Gagliardini – il bilancio è stato di consolidamento, stiamo puntando a rafforzare la presenza su questo territorio, con nuovo strumenti per fare fonte alle esigenze della ricostruzione». Giorgio Ligliani, presidente di Cna Macerata ripone fiducia nel nuovo soggetto unico per l’erogazione delle garanzie alle imprese marchigiane: «Saremo presenti e vigili perchè il nuovo Confidi indirizzi le risorse anche per quelle imprese che hanno subito il terremoto». «Il primo provvedimento del nuovo Governo deve essere il mantenimento del fondo centrale di garanzia – aggiunge Gagliardini – ma bisogna intervenire in sede europea per fermare la catena dei dettami della Bce, siamo andati oltre la tutela e il credito non arriva ai territori».
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