Nastro d’argento a “La botta grossa”,
il docufilm sul terremoto

PREMIO - Magnifica affermazione per il regista Sandro Baldoni. Attori-protagonisti, interpretando se stessi, gli sfollati di Visso, Ussita e degli altri centri devastati dal sisma del 2016

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Sandro Baldoni, regista del documentario premiato

 

di Maurizio Verdenelli

Una magnifica affermazione arriva per l’Istituto Luce Cinecittà ai Nastri d’Argento per il documentario 2018, il prestigioso riconoscimento assegnato annualmente dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici (Sngci), dedicato a un genere che oggi per presenza nei palinsesti, nelle sale e sul web, nei festival e palmares, non è più da definire ‘in via di affermazione’. Il documentario è un asset del mercato audiovisivo e le narrazioni che sa donare sono spettacolo e cinema, senza bisogno ulteriore di distinzioni. La ‘Luce’ riporta la vittoria di ben due Nastri e menzioni per titoli con il proprio marchio di distribuzione.
La prima menzione è per Ermanno Olmi, un maestro del cinema che ha realizzato un documentario sulla vita di Carlo Maria Martini, il grande cardinale arcivescovo di Milano. Un gesto di cinema assoluto che i Nastri hanno voluto omaggiare con una Menzione d’onore.

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Scatti dal set

Nella sezione ‘Cinema del reale’ il nastro d’Argento è andato a ‘La Botta Grossa’ di Sandro Baldoni, film che racconta cosa è accaduto nel centro Italia, in particolare tra Umbria e Marche dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, la più forte scossa del paese negli ultimi 40 anni. Un sisma che non ha provocato morti, ma 40.000 sfollati e un paesaggio, fisico e umano, da reinventare. “Vera cronaca, vero cinema di interventi e vero cinema, per raccontare un presente e disegnare un futuro sostenibile, non solo per i territori di Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo ma per tutto il Paese” dice un comunicato dell’Istituto Luce.

Al centro del documentario (leggi l’articolo) il caso della comunità di Campi tra Norcia, Preci e Visso. Ma pure Visso, Ussita, Castelsantangelo, Pievetorina e i pendolari che ogni giorno fanno il tragitto tra i centri della costa maceratese/fermana (dove sono accolti) e i luoghi del loro lavoro nelle zone interne maceratesi. I terremotati hanno interpretato se stessi, meravigliosamente. Un grande momento di cinema-verità che il sindacato Giornalisti Cinematografici ha premiato. Per Sandro Baldoni giornalista e scrittore, preciano residente a Milano, fratello del free-lance Enzo trucidato in Iraq da Al Qaeda nel 2005, un momento di grande emozione e di meritata soddisfazione. E’ stato un atto d’amore questo film che ha conquistato, ad una ad una tutte le platee d’Italia. Un’opera soprattutto finanziata anche con uno sforzo personale dallo stesso regista: hanno contribuito pure le Regioni Piemonte e Lombardia non però la Regione Marche. A Macerata ‘La Botta Grossa’ è stata presentata con successo (in sala tanti sfollati-attori di Visso) al cinema Italia. Forse ritorneranno, Baldoni e il suo documentario insignito di un tale prestigioso Premio, con un dibattito invitando quelle Istituzioni che finora hanno ‘fuggito’ perlopiù la rappresentazione che narra pure un’ evidente inerzia operativa, quella stessa che inchioda ancora all’emergenza il Centritalia del post sisma.

Al cinema Italia, chi scrive fece questa domanda al comitato che presiede alla ricostruzione di Campi: ‘Si sente da voi la presenza della malavita, dell ‘ndrangheta che il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha detto velocissima nel presentarsi nei luoghi dei disastri naturali ancor prima della protezione Civile?’. “Eccome – ci fu risposto- ce ne sono tracce evidenti anche nel cuore dell’emergenza”. Il Nastro d’Argento è davvero un segnale di grande conforto, tuttavia, in questo momento, soprattutto per lui, Sandro Baldoni che a Campi aveva una dimora, un ‘buen retiro’ con tanti libri: luogo ideale per sostenere la creatività dello scrittore, anche questa distrutta dalla ‘botta grossa’ come il resto della frazione nursina. “Ciao Maurizio, sono contento di dirti che La Botta Grossa ha vinto il Nastro d’argento come miglior documentario. Un saluto, Sandro”. E’ stato il lapidario annuncio-commento del vincitore a chi scrive: gente dai sentimenti forti, che va avanti in perfetta solitudine: la solidarietà della gente, attorno a loro, è peraltro un buon viatico che riscalda l’anima e rafforza ottime iniziative come questa premiata dai giornalisti cinematografici.

“La botta grossa” al cinema racconta il sisma oscurato



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