di Laura Boccanera
Ci sono vite che sembrano la prosecuzione e la realizzazione delle vite degli altri, come se ci fosse una sorta di filo rosso che unisce epoche e luoghi. E’ così anche per Ilse Weber e Rita Baldoni. La prima scrittrice della Shoah, che con le sue favole e ninna nanne dall’orrore di Theresienstadt rese più lieve lo strazio della morte a decine di piccoli innocenti. La seconda colei che ha reso immortale anche in Italia le sue parole. Rita Baldoni è una docente, civitanovese, che delle poesie e delle lettere della Weber si è innamorata fino a diventare la sua traduttrice italiana e molto di più. Questa storia, intrecciata di casualità e destino, verrà raccontata sabato 27 gennaio in occasione della Giornata della memoria dall’autrice, Rita Baldoni, alla libreria Libriammare alle 18,30. Perchè quella di Ilse Weber è una storia eccezionale, ancora quasi sconosciuta. Lei stessa è rimasta ignota perfino in Germania prima degli anni 70 quando furono ritrovate le lettere, ma si dovrà attendere il 2008 per il rinvenimento delle ninna nanne e delle 60 poesie composte nel campo di concentramento, dopo il lavoro come infermiera dei bambini, che curava con le canzoni e con le fiabe. Musicista, scrittrice, perfino autrice radiofonica diremmo oggi, quando alla radio raccontava riadattate le fiabe classiche per bambini. E proprio per far conoscere ai ragazzi quel racconto in prima persona che Rita Baldoni si avvicina alla Weber, per il suo lavoro di insegnante di tedesco: «ho iniziato a tradurre i primi testi nel 2009 perchè volevo riscoprire quelle scrittrici della Shoah che erano state cancellate dal panorama letterario. Ho trovato la storia di questa Weber che non conosceva nessuno. Sono stata in Germania per trovare i testi, in Italia ancora non c’era nulla. Qui ho scoperto poesie e scritti così pieni di grazia che non potevo non sottoporli ai miei studenti. E la sorpresa maggiore è stata vedere come queste poesie, scritte tra la fame e il freddo, dopo il lavoro, arrivassero subito al cuore e alla mente dei ragazzi. Non si trattava più solamente di fare tedesco, c’era molto di più».
E gli studenti si appassionano così tanto che iniziano a proporsi per la traduzione, in loro c’era l’orgoglio di partecipare per primi ad una sorta di rinvenimento dal passato. Ed è proprio grazie al pungolo di una studentessa di allora che l’insegnante decide di provare a contattare il figlio sopravvissuto della Weber. «Era un’impresa quasi impossibile, i social network non erano ancora così diffusi, invece riuscii a trovare una mail, scrissi insicura di aver trovato la persona giusta e invece in poche ore mi rispose» racconta Baldoni. E così dapprima l’insegnante mette mano alle favole raccolte poi ne “L’ora blu delle fiabe”, un testo edito da edizioni Paoline e illustrato dai ragazzi del liceo Da Vinci, poi a “L’ultimo Lied, lettere e poesie da Theresienstadt”. La Weber non sopravviverà alla fine della guerra, andrà ad Auschwitz volontariamente per seguire i bambini che assisteva. Li farà cantare mentre entravano nella “doccia” delle camere a gas. L’ultimo atto di pietà affinchè i piccoli polmoni inalassero il gas più velocemente, consegnandoli alla morte senza il terrore di rimanere senza fiato, ascoltando quella litania che rimarrà nella memoria dei sopravvissuti come simbolo del massacro degli innocenti.
E proprio al liceo da Vinci si svolgerà lunedì 29 il consiglio comunale aperto organizzato dal Comune per commemorare la giornata della memoria. L’apertura dei lavori è affidata al presidente del Consiglio comunale Claudio Morresi, seguiranno nell’ordine gli interventi del sindaco Fabrizio Ciarapica, del professor Paolo Bascioni, degli alunni degli Istituti comprensivi cittadini, dei Consiglieri e dei partecipanti tutti. Sabato invece alle ore 12:30 verrà depositata una corona di alloro all’ex Ghetto Ebraico. In entrambe le giornate saranno presenti alcune scuole di Civitanova.
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