Ecco l’area commerciale di Muccia:
«Qui la vera anima marchigiana»

SISMA - Cerimonia e taglio del nastro in contrada Varano, dove giovedì è prevista anche la consegna di 52 casette. Presenti il governatore Ceriscioli, il dirigente dell'ufficio Ricostruzione Cesare Spuri e il direttore del Valdichienti Tittarelli: il centro commerciale ha donato 5.800 euro al Comune. Soddisfatto il sindaco Baroni: «Siamo in 300, ma resisteremo»

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Il brindisi tra Ceriscioli, Spuri e Baroni

 

dall’inviato Maurizio Verdenelli

(foto di Luciano Carletti)

«Le casette? Sì, ma i fiorellini, no», dice il governatore delle Marche con sorriso indulgente ed ‘incantatore’. «Le casette sono mille quelle pronte per la consegna, tuttavia le rifiniture lasciamole alla primavera: i cantieri sono al limite e c’è chi dice che mancano operai». Tacciono intanto, nel sabato del villaggio, le macchine del movimento terra nel dirimpettaio cantiere in contrada Varano a Muccia dove questa mattina a fianco della vecchia statale c’è stata una cerimonia piena di speranze e dove giovedì verranno consegnate 52 Sae. Da parte sua Ceriscioli reduce dall’Infernaccio, dopo le tredici con qualche comprensibile ritardo, ha tagliato il lungo nastro tricolore avviando il nuovo centro commerciale che raccoglie tredici attività ed insieme l’ultimo sforzo coraggioso del commercio locale. Che ha visto alcune defezioni verso la costa ed una perdita valutabile, dice un po’ preoccupato il sindaco Mario Baroni, «nella percentuale del 3/4%». Poi davanti a Luca Ceriscioli afferma con orgoglio, novello Pisacane: «Siamo in trecento, ma resisteremo» raccogliendo l’elogio del presidente. «Questo comune rappresenta la vera anima marchigiana, lavoratrice, silenziosa, che non fa baccano. Non a caso la prima visita, l’on. Paola De Micheli l’ha riservata proprio a Muccia». Elogi anche e soprattutto alla commissaria che «ha saputo, velocizzare, sburocratizzare, correggere rigidità».

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Da sinistra: Pietro Cecoli, Pietro Talarico, Stefano Antonelli, Mario Baroni, Raffaela Troiani, Luana Francia

L’atmosfera non è però di festa, Natale non si sente, sarà per via della mancanza di addobbi, alberi ed alberelli da vetrine ed interni. La mattinata è grigio- gelida, imbiancate le cime tutt’intorno e verso il valico con l’Umbria, il generale Inverno stringe d’assedio il paese di Muzio Scevola. «E se uno non credesse all’Uomo delle Nevi, verrebbe smentito da Cesare Spuri», azzarda una battuta, scorgendolo nella piccola folla. Barba bianca e lunga, capelli incolti, la postura di Atlante con la volta celeste sulle spalle (il peso di due sisma) il direttore dell’Ufficio regionale per la ricostruzione accenna ad un sorriso, ma non gli riesce. Nei ‘giovedì da Paola’ -il summit settimanale a Roma con i rappresentanti delle regioni terremotate- per le Marche, è lui il maceratese Spuri, il più ascoltato. «Si deve al nostro direttore per certi indirizzi accolti che vanno a modificare e correggere nel caso il precedente percorso, facendo tesoro dell’esperienza di ieri e di oggi», concede il governatore. «Oggi qui a Muccia si è fatto un passo avanti, al prossimo». E la strada Visso-Preci? Nei giorni scorsi si è tenuta l’ultima e definitiva conferenza dei servizi: tempi rispettati. Si aprirà completamente presto, prima di Natale».

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Da sinistra: don Gianni Fabbrizio, Pietro Talarico, Mario Baroni e Gianluca Tittarelli

Per una mattinata, tuttavia, occhi puntati sulle casette che ospitano i tredici negozi, a cominciare da quello che espone tute da sci. «Tutto materiale tecnico», commenta Ceriscioli appena tagliato il nastro e dopo aver dato una sbirciatina ai monti innevati. Si riparte da zero. O meglio da punto a capo. Meglio ancora: dal punto “come direbbe Fiorello nelle sue gag sui modelli Fiat” sorride ancora il presidente della Regione. Infatti il centro sia chiama ‘Il Punto’. Baroni spiega: «Al telefono la giornalista Carla Campetella de l’Appennino camerte mi chiedeva con insistenza una definizione da dare al centro. Così il nome è venuto ‘fuori’ durante la stessa conversazione: Il Punto». «Si deve a Baroni la scelta vincente di un centro aggregato di commercianti prima ‘dispersi’ nei diversi punti del comune: una decisione forte, in solitario», afferma Pietro Talarico, dirigente della Regione, settore del commercio. Baroni ricambia grato: «Ci è stato vicino, gli dobbiamo molto». La cerimonia è stata anche l’occasione per un’importante testimonianza di solidarietà: quella del centro commerciale Valdichienti di Macerata. Il direttore Gianluca Tittarelli, ha consegnato un assegno di 5.800 euro frutto, oltre che del contributo della società, della ‘golosità’ dei maceratesi (e dintorni). I quali, il 12 novembre, in occasione del 19esimo compleanno del Valdichienti, si sono ‘autotassati’ per una fetta della gigantesca torta. «A cura della pasticceria Mimosa di Tolentino e del suo chef Roberto Cantolacqua, per la regia dell’Accademia dei maestri pasticcieri d’Italia. Ogni regione ha fatto pervenire le proprie specialità: i cannoli dalla Sicilia, i gianduiotti dal Piemonte e via elencando autentiche delizie e vera generosità», chiosa Tittarelli.

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Da sinistra: Tittarelli, Baroni e Ceriscioli

Anche Muccia è ricca di delizie. E se manca, nel ‘Punto’ un grande richiamo nazionale (eccellenza locale number one) come la ditta Varnelli, c’è però il ‘tenero’ del luogo: il prelibato ciauscolo. Che Ceriscioli assaggia a ripetizione nel supermarket di Antonio Salvucci (al banco Claudia Pasqualini) dopo aver visitato il negozio di casalinghi, di Alessandra Tranzocchi. Accompagnato dall’assessore Raffaela Troiani e dai consiglieri Luana Francia e Stefano Antonelli, il governatore ha fatto shopping negli altri stores riversando strette di mano, sorrisi incoraggianti, ascolto illimitato e soprattutto auguri non solo di Natale. Ma perché l’assenza dal ‘Punto’ (di ripartenza aggiunge il sindaco) del celebre marchio ‘sovrano’ nei caffè italiani? Baroni risponde rassegnato: «Da almeno dieci anni Varnelli aveva chiuso il suo punto, una pizzeria con la vendita dei suoi prodotti, lungo la vecchia statale». E dunque, ora, nessun nuovo matrimonio tra anice e ciauscolo per la ripartenza del paese, peraltro le strategie di grandi aziende, come in tanti altri casi nelle Marche, non hanno sempre necessariamente riferimento alle proprie realtà di origine. Soltanto in casi rari esistono eccezioni. Non c’è stato per Muccia e l’assenza delle sorelle titolari del marchio, questa mattina, non lascia spazio per il momento a ripensamenti. Intanto si va avanti. «Al Beato Riziero gli ospiti sono ancora quaranta ma mano a mano il numero scenderà soprattutto con l’ingresso nelle casette». Nel prossimo futuro? «C’è Unicam, condividendo scelte per l’alloggio degli studenti». Parole del parroco don Gianni Fabbrizio, ben volentieri ‘ammesso’ alla benedizione in controtendenza marchigiana rispetto al ‘rito umbro-renziano’ quando al vescovo di Foligno fu preclusa, all’inaugurazione della superstrada, nella vicina galleria La Palude. ‘L’ascensore ha ripreso a funzionare?’ chiedo a don Gianni. «Eccome». La Regione è sempre in ritardo con i pagamenti? «Ci deve ancora quattro mesi. Lo dirò adesso al presidente Ceriscioli: non si riesce ad andare avanti così». Verso le 14, autorità ed ospiti sciamano via lasciando il Punto alle feste prossime venture tutte da interpretare. Chiedo al parroco che ha rimesso via la stola viola: ‘Don Gianni, al governatore ha parlato poi di quei ritardati pagamenti…?’. “Si, ha preso appunto su un foglietto volante… ma per carità non facciamo ora troppe polemiche». D’accordo, low profile, la collaudata formula ‘Muccia’s way for reconstruction’.

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Il taglio del nastro

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Da sinistra: Luca Ceriscioli, Luana Francia e Raffaela Troiani

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Il negozio di Alessandra Tranzocchi

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Ceriscioli e Baroni con Antonio Salvucci e Claudia Pasqualini

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La targa del Valdichienti

 



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