Mattarella e il caffè da Giuseppina:
“Mi ha chiesto se poteva darmi un bacio,
anche due gli ho risposto”

IL VIDEO - Raffaele e la compagna, i residenti più anziani nel villaggio delle casette di Pieve Torina, raccontano con emozione la visita del presidente della Repubblica

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Mattarella nella casa di Raffaele e Giuseppa. Con loro anche il sindaco di Pieve Torina

 

L’abbraccio ai bambini e un caffè a casa di Raffaele e Giuseppina, i più anziani del villaggio Sae di Pieve Torina: la giornata maceratese del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata segnata dall’affetto e dal calore della gente. Clima ben diverso da quello che si è vissuto in altre occasioni e che si respira sui social, dove ogni visita istituzionale alle zone terremotate, si tratti del presidente della Repubblica o delle altre alte cariche dello Stato, viene salutata con tono critico nel migliore dei casi, sino a sfociare in commenti pieni di livore, per la difficile situazione che vivono i centri colpiti dal terremoto. Fiera ed orgogliosa, Giuseppa Luzi, 92 anni, storica sarta di Pieve Torina racconta con gioia e semplicità la visita di Mattarella, quasi fosse uno di famiglia. “Gli ho preparato il caffè, mi ha chiesto se poteva darmi un bacio, gli ho detto ‘anche due’. Il sindaco si è seduto vicino a me, mi ha fatto le foto, le metteranno su tutti i giornali, siamo soddisfatti, poi mi ha chiesto se stavo bene in questa casetta – ha detto Giuseppina – si è voluto mettere vicino a me”. Piena di tenacia anche Fernanda Rosa Orfei, 93 anni, settant’anni vissuti insieme al marito in una casa non lontano dal comune di Pieve Torina, che sarà demolita tra una settimana. E’ tornata oggi in paese per la visita di Mattarella e per portare via le ultime cose, prima che le mura che hanno custodito la sua vita intera, i ricordi e gli affetti, in cui ha cresciuto quattro figlie e visto crescere undici amatissimi nipoti, ai quali si sono aggiunti altrettanti pronipoti, diventino briciole di nulla da portare al Cosmari. “Ora sto in albergo a Lido Di Fermo, aspetto la casetta ma solo per una persona, perché mio marito è morto – racconta la signora che ha messo la piccola pronipote di nove mesi Greta, in braccio a Mattarella – spero che la mia casa cada da sola, perché vederla demolire sarà un grandissimo dolore, non posso pensare di vederla cadere giù, ci ho vissuto 70 anni con mio marito, sto in agonia perché non so che fine faccio, spero di tornarci a morire, è ora di fare qualcosa per i giovani, sennò se ne vanno”.

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