di Laura Boccanera
Mistero sulla lettera al presidente della Federazione calcio Carlo Tavecchio. La missiva che il sindaco aveva annunciato di aver scritto per richiedere l’iscrizione della Civitanovese calcio in una categoria superiore alla Promozione in realtà non è stata protocollata, ma mandata come missiva personale. Una vicenda che risale ad agosto quando la squadra era in crisi e il rischio del tracollo dietro l’angolo. Il sindaco annunciò ai tifosi di aver tentato il tutto per tutto con una lettera a Tavecchio e proprio di quella corrispondenza il consigliere Yuri Rosati del Pd ha chiesto conto al primo cittadino ipotizzando che quella lettera proprio non esistesse. Dopo circa un mese dalla richiesta e dopo una diffida il dirigente produce gli atti protocollati, ma la lettera al presidente non c’è. «Non voglio pensare – ha detto Rosati – che il sindaco abbia detto una menzogna o provato a fare il furbetto e che adesso sia smentito». Sull’argomento il sindaco risponde: «gravissimo darmi del bugiardo per il solo fatto di aver scelto di non protocollare una lettera, preferendo inviarla in modalità privata. Ho personalmente scritto alla Federazione calcio ed ho ricevuto da Roma anche la risposta che è stata protocollata. Non spetta a me fornire le copie degli atti ai consiglieri. Cosa debbo dimostrare ancora? Rosati si attacca alla forma per non considerare la sostanza. Preferisce fare illazioni quando sarebbe più semplice riconoscere che il sottoscritto ha cercato di fare tutto il possibile per salvare la squadra. Cosa vuole sostenere Rosati? Che un protocollo avrebbe cambiato la decisione della Federazione? Quando erano amministratori, gli esponenti della sinistra venivano attaccati dal M5S per la mancata risposta di accesso agli atti ed ora che sono all’opposizione si comportano peggio, ingolfando i dirigenti con continue richieste di accesso agli atti. Silenzi e Rosati hanno già fatto dal 1° luglio ben 21 richieste, sommate ad altre 6 dell’opposizione siamo a 27 pratiche da evadere. Questa è coerenza?». Alla fine però la lettera di risposta dalla Figc viene consegnata a Rosati, porta la firma del segretario generale Antonio Di Sebastiano: «perchè non l’ha tirata fuori prima – dice Rosati – a che gioco gioca, chi vuole coprire il sindaco? Il Comune parla in maniera ufficiale per atti e protocolla le proprie risposte. Prima non dice alla città che il presidente della Civitanovese è la madre di Profili e non Profili, ora copre il fatto che la Federazione nella sua risposta attribuisce chiare responsabilità. Il segretario federale spiega benissimo che il presidente non si è accollato i debiti sportivi della società. Era una questione puramente economica, forse il sindaco non voleva tirarla fuori per questo. E comunque io come consigliere chiedo, lui doveva consegnarmi tutto. La lettera privata a chi l’ha mandata? E’ una storia davvero buffa e le cose serie non si fanno così». C’è infatti scritto che “la nuova società che fa richiesta di attribuzione del titolo sportivo di quella fallita deve dimostrare, entro due giorni dalla data di presentazione della domanda di iscrizione, di essersi accollata e di avere assolto tutti i debiti sportivi della società a cui è stata revocata l’affiliazione. I richiamati adempimenti non sono stati assolti né risulta pervenuta alla Fgci formale istanza di attribuzione del titolo ex art 52 comma 3 della NOIF”. Il segretario generale della federazione spiega anche che “per quel che concerne gli altri campionati regionali ogni determinazione è di competenza della Lega nazionale dilettanti e del Comitato di indirizzo. Pertanto ogni valutazione sull’eventuale partecipazione della Civitanovese ad un campionato regionale diverso da quello di competenza dovrà essere effettuata, come di consueto , dal Comitato regionale Marche”. «La risposta della Fgci è datata 10 agosto 2017. Per più di due mesi Ciarapica l’ha tenuto nel cassetto preferendo non comunicare il contenuto ai tifosi – continua Rosati – forse per non essere costretto a svelare ciò che la Federazione scrive in merito a precise responsabilità della società rossoblu e di Profili nella mancata iscrizione. Ma d’altronde Ciarapica è stato silenzioso anche quando firmava le autorizzazione per la Civitanovese indirizzandole alla madre di Profili che, per un certo tempo, è risultata presidente della società all’insaputa di tutti eccetto che del sindaco. Ciarapica deve capire che le risposte sulla Civitanovese non le deve a me in quanto consigliere comunale, ma alla città e ai tifosi. La mia qualifica di consigliere mi permette di accedere agli atti per renderli pubblici e farli conoscere a chi ama la Civitanovese e il calcio, sostituendomi a un sindaco che invece preferisce tenerli nei cassetti».
Nella risposta il sindaco conferma anche l’intenzione di avviare una cospicua operazione urbanistica e spostare lo stadio nella zona commerciale per realizzare nell’area sud un complesso residenziale a uso turistico, come da tempo si vocifera. Allo stato attuale però non c’è un progetto, atti o intenzioni ufficiali sull’opera, tanto che anche gli interlocutori privati dell’operazione sono sconosciuti. Indiscrezioni parlano dello stesso presidente della Civitanovese Mauro Profili. «Chi sono – chiede Giulio Silenzi – gli interlocutori? Lo stadio è un pezzo di storia della città e nessuno sa niente. Ciarapica spieghi se questo ha agganci con la dirigenza della Civitanovese e se Profili, un suo sostenitore elettorale, ha acquisito quote della nuova società che gestisce il palasport». Ciarapica risponde: «certo che lo stadio fa parte della storia, ma prima dello stadio ricordiamoci che c’era un ippodromo, al posto di uno storico ente fiera al Lido ora c’è solo un arco, e menomale che si sia trovata collocazione migliore per la struttura. Il volto della città cambia con i tempi, i cambiamenti sono sintomo di intelligenza se fatti per seguire gli sviluppi dell’economia e del turismo di un territorio, che è il capoluogo più popolato della provincia e il nucleo urbano e portuale più importante della costa maceratese. La sinistra cerca di screditare il sottoscritto in ogni modo e con ogni mezzo, purtroppo usa fango essendo a corto di altre risorse di spessore».
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