“Il futuro è nelle nostre mani, non in quelle dei politici, è nella forza di coesione, nel coraggio di superare differenze e rivalità”. Lo ha detto il vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole nell’omelia durante la Messa in suffragio delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016, alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini e del ministro dell’Interno Marco Minniti. “Dobbiamo offrire – ha aggiunto – l’immagine di un popolo che si batte per una ricostruzione rapida e sicura. Mi auguro che presto possa anche partire la ricostruzione della Chiesa di San Pietro e Paolo, che abbiamo chiesto di inserire nel primo stralcio della ricostruzione. Ricostruirla – ha sottolineato il vescovo – non toccherà alla Diocesi bensì al Ministero del Beni culturali: noi non ci stancheremo di pungolare giorno per giorno i responsabili”.
Le difficoltà sono ancora tante, il terremoto fa parte del respiro vitale della terra e noi dovremo sempre tenerne conto, ragionarci seriamente e non permettere che ogni piccola scossa, come è avvenuto altrove proprio in questi giorni, produca danni vitali e decessi”. Pur senza citarlo apertamente, mons. Giovanni D’Ercole ha fatto riferimento anche al terremoto che ha colpito Ischia “Purtroppo a pagare – ha aggiunto – è spesso proprio chi non c’entra, per questo è bene che chi conta, chi assume democraticamente responsabilità civili al servizio della comunità, sappia compiere sino in fondo il proprio dovere senza cedimenti, compromessi e parzialità”.
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