Ospedale di San Severino,
“Dalla Regione solo belle promesse”

SANITA'- Dopo la chiusura del punto nascite, il Tribunale per i diritti del malato attacca la politica per le condizioni del presidio. Il presidente Bartoloni: "Attese infinite per gli esami, week surgery ferma al palo e mancato ricambio del personale. Deve essere messo in condizione di lavorare a pieno regime"

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L’ospedale Bartolomeo Eustachio

 

Ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino: il tribunale per i diritti del malato denuncia le promesse non mantenute della Regione. E la condizione sempre più precaria di un presidio fondamentale per l’intera area. “A distanza di parecchi mesi dalla chiusura del punto nascite  – attacca il presidente del tribunale Veros Bartoloni – c’è totale sfiducia riguardo le belle promesse fatte dai nostri responsabili regionali sul miglioramento dei servizi rimasti. Quello che sta accadendo nel nostro ospedale lo sento lamentare da molti pazienti che per una prestazione sanitaria tipo Tac, Risonanza magnetica, Ecografia, Radiografia devono aspettare anche un anno, mentre a pagamento o in forma privata massimo una settimana. Chi si può permettere di pagare si cura,  gli altri aspettano. Se questa non si chiama disparità sociale, mi dite voi come si chiama?”. Bartoloni passa poi in rassegna le varie criticità irrisolta dell’ospedale, a partire dalla tanto attesa Week Surgery, cioè la possibilità di piccole prestazioni chirurgiche programmate. “Ancora non riesce a decollare come dovrebbe – continua – e attualmente il servizio resterà chiuso per tutto il mese di agosto, con riapertura a settembre, causa ferie.  Garantirlo in un mese feriale invece sarebbe stato fondamentale per il turismo e per tutte quelle persone che fanno attività sportive” .

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Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche

Quindi il problema del mancato ricambio del personale. “Sia medici che paramedici che vanno in pensione – aggiunge Bartoloni – vengono sostituiti in tempi molto lunghi e con un numero di assunzioni ridotto, spesse volte creando anche disagio al resto del personale che deve sostenere turni lavorativi straordinari, così stressanti da creare stanchezza fisica e rischio di errori a discapito dei pazienti. Si facesse in modo di assumere più personale ospedaliero e meno dirigenti, in modo da offrire al paziente un servizio migliore. Pertanto si chiede ai responsabili regionali della sanità di fare in modo che i servizi rimasti nel nostro funzionino a pieno, con tutto il personale che occorre, non pensando sempre e solo a tagliare per far quadrare i conti. L’ospedale di San Severino è uno dei pochi della provincia che ha retto al terremoto, che ha sempre lavorato a pieno regime e che serve un bacino ampio. Si ricorda  – conclude il presidente del tribunale per i diritti del malato – che sono stati spesi soldi pubblici per la costruzione della pista di atterraggio dell’eliambulanza e tale servizio può benissimo essere affiancato da un pronto soccorso”.

 



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