di Gabriele Censi
Cervelli, non in fuga, che sfornano scoperte proprio sul cervello. E’ la storia di Diego Scheggia, 34enne ricercatore, maceratese doc ora in Svizzera. C’è anche il suo nome come primo autore nella scoperta, pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry: si nasconde nel cervello il segreto del multitasking, saper svolgere più attività contemporaneamente dipende dal gene chiamato Comt. La ricerca, coordinata da Francesco Papaleo dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, è condotta in collaborazione con le università dell’Insubria, Padova e Cagliari. Uno studio di anni ancora in evoluzione che Scheggia continua a seguire nonostante nel 2014 si sia trasferito in Svizzera all’ospedale di Losanna, dopo l’esperienza del dottorato a Genova e i precedenti studi universitari a Parma (laurea in Biologia). Lì continua a occuparsi di ricerca genetica nell’ambito dei disturbi mentali: “Mi occupo soprattutto di schizofrenia e di comportamento animale e umano, che è il risultato del funzionamento del cervello nelle diverse aree”
Un maceratese nel mondo che però non si vuole staccare dalla propria città dove torna appena può e dove tra una settimana convolerà a nozze con l’amata Elisa. Qui ci sono tutti i suoi affetti e la famiglia (i genitori Fabio e Rosanna, nomi noti come l’avvocato Vando, lo zio e il fratello Carlo, giornalista). “Sono nato e cresciuto a Macerata, città che ho lasciato solo per gli studi dopo il liceo e poi per lavoro. Ma sono legato alle colline maceratesi, qui ho gli affetti e i ricordi e in questi giorni sono in Italia per organizzare il mio matrimonio”
Lo studio su cui ha lavorato il giovane maceratese, potrebbe avere applicazioni nella medicina personalizzata e nella cura di schizofrenia e sindrome da stress post-traumatico. I risultati indicano che la variazione del gene Comt, presente in un quarto della popolazione, può ridurre la capacità di affrontare più compiti nello stesso momento; la stessa alterazione genetica, però, aumenta la capacità di ricordare eventi accaduti nel lontano passato. “Questa scoperta ci permetterà di distinguere su base genetica individui con diverse abilità cognitive in modo da poter personalizzare il trattamento delle patologie”. Finora si sapeva che il gene agisce come un regolatore di uno dei principali circuiti (il sistema dopaminergico) che regolano funzioni fondamentali, come emozioni, attenzione e apprendimento, ma ora si è scoperto che gioca un ruolo altrettanto importante nel regolare il sistema endocannabinoide, da cui dipendono memoria a lungo termine e multitasking. “I meccanismi e le basi biologiche che modulano questi processi non erano stati ancora chiariti”, osserva il coordinatore Papaleo. Sulla base di questi risultati, rilevano i ricercatori, si potranno mettere a punto nuove terapie per malattie legate ad alterazioni del multitasking e della capacità di immagazzinare informazioni a lungo termine, come schizofrenia o disturbi post-traumatici da stress.
Bravo Diego
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complimenti al concittadino Diego Scheggia!!!!!!