La gestione delle macerie è il tema dell’incontro di lunedì 17 luglio alle 17 nell’Auditorium della sede provinciale di Confartigianato. Le imprese incontrano il direttore del Cosmari Giuseppe Giampaoli.
Sono oltre 3 milioni le tonnellate di macerie da smaltire, tra pubbliche (ovvero tutti quei materiali derivanti dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati causati dagli eventi sismici, nonché quelli derivanti dalle attività di demolizione e abbattimento di quelli percolanti) e private, stimate da Confartigianato imprese Macerata. Macerie, di cui l’80% classificate come “private”, che si dovranno gestire nei prossimi 6-8 anni. Ad oggi le macerie rimosse sono circa 71mila tonnellate, in tre diversi territori provinciali: la provincia di Macerata con 482.438 tonnellate di macerie su 33 comuni, la provincia di Ascoli con 563.663 tonnellate su 15 comuni, e la provincia di Fermo con 41.151 tonnellate su 5 comuni. Circa 1.200 le tonnellate rimosse ogni giorno e che, a regime, arriveranno oltre le 2.500. A tal proposito la Regione ha individuato tra i siti di raccolta, oltre all’area Unimer ad Arquata del Tronto e al capannone industriale a Monteprandone gestito da Picenoambiente, anche il Cosmari nell’area località Piane di Chienti a Tolentino e nell’ex cava a San Ginesio.
Quindi per ciò che riguarda la nostra provincia il Cosmari srl si occuperà di tutte le operazioni di raccolta e trasporto delle macerie e del materiale derivante dal crollo degli edifici e dalle attività di demolizione nelle aree dei comuni ricadenti nel cratere del territorio maceratese. Fungerà inoltre da deposito temporaneo per la gestione delle macerie, con il compito di curare il caricamento delle stesse in sito, il trasporto, la selezione, la separazione ed il conferimento delle macerie “ripulite” agli impianti di trattamento sia per il successivo riutilizzo, anche a fini industriali, sia per l’impiego nella ricostruzione stessa. Tale attività dovrà tener conto del ruolo delle piccole imprese organizzate ed abilitate a svolgere molte fasi della filiera del recupero (compreso il trasporto, il trattamento, la bonifica dell’amianto). Le operazioni sono particolarmente delicate e complesse: una volta proceduto con le eventuali demolizioni degli edifici pericolanti e la messa in sicurezza delle strade e delle possibili frane, i gestori devono infatti raggiungere e caricare le macerie dai vari siti, resi accessibili dalle ordinanze dei sindaci. Resta comunque fondamentale pensare fin d’ora ad un diverso modello per la gestione delle macerie “private”, anche individuando siti di raccolta in prossimità dei luoghi colpiti dal sisma e in cui le imprese locali possano avere un ruolo più incisivo nella velocizzazione dell’operazione.
Se gestisce come la differenziata di Porto Recanati poveri voi
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