Da destra Esmeralda Valente del Mibact, Mario Cucinella, Manuel Orazi, Aldo Bonomi e Fabio Renzi
L’ultimo giorno del Festival della soft economy, prima dell’arrivo dei “big politici”, il ministro Valeria Fedeli e il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani domani e Graziano Delrio sabato, stringe sul tema della ricostruzione e riempie di contenuti i tavoli tematici, per giungere alle conclusioni sui percorsi da seguire nell’anno zero per l’Appennino.
Oggi è stato il giorno dell’archistar Mario Cucinella che al mattino ha presentato con i suoi collaboratori il piano strategico di ricostruzione di Camerino e nel tardo pomeriggio il “sogno” del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2018, che ha come tema l’arcipelago fatto di piccole comunità delle aree interne nazionali, dove l’architettura assume il ruolo di catalizzatore della trasformazione urbana e sociale. Il tema del giorno, rilanciato anche da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, sono stati i beni culturali, come fattore decisivo per la ripartenza del territorio e l’aggregazione identitaria delle comunità. La tavola conclusiva sulla ricostruzione è stata aperta da Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio regionale delle Marche che ha posto l’accento sulla necessità di far ripartire le comunità.
Nicola Alemanno, sindaco di Norcia
La riflessione sulle “comunità rancorose” è stato uno dei punti dell’intervento del sociologo Aldo Bonomi, che ha affermato: “Nella ricostruzione occorre mettersi in mezzo tra il dov’era e il come sarà, senza nostalgia della comunità vera, questo è un territorio di stratificazioni culturali a cielo aperto, tanto che Marcolini vi ha sperimentato il distretto culturale evoluto, in cui si è verificata la risalita a salmone delle imprese, che si è formata con la Merloni a Fabriano, a causa della globalizzazione. Ad esempio non possiamo riprodurre per una città medievale come Gubbio, che sulla storia fonda la sua ricchezza un modello di sbocco occupazionale come un cementificio. Symbola è un incontro di saperi contestuali e formali, i parchi sono un patrimonio di modernità e non di conservazione, come pensa chi vi siede. La ricostruzione passa attraverso l’intimità dei nessi, tra la comunità operosa e quella di cura. Il mio manifesto per la ricostruzione è il quadro Resurrezione di Piero della Francesca è emblematico , poiché è stato commissionato dai comuni, riporta i profili tortuosi delle montagne, inoltre non dimentichiamo che la prospettiva è un discorso iniziato ad Urbino tra Piero della Francesca e Federico da Montefeltro”. Bonomi ha aggiunto che il processo di ricostruzione deve prevedere coinvolgimento dal basso e la necessità di fare rete tra i comuni, ha citato l’esempio positivo della Valcamastra.
Romano Carancini
Sul mancato raccordo tra i comuni, ha puntato il dito il sindaco di Macerata Romano Carancini: “Il sisma può rappresentare un’occasione da cui partire per incrociare il tema fondamentale delle aree interne, a cui aggiungere il l’investimento su un laboratorio di sperimentazione nazionale, da replicare in altri territori, sul tema delle aree interne. Qui dobbiamo ritrovare l’identità, dobbiamo trasformarli in luoghi dell’opportunità, chi ha la responsabilità deve mettersi in gioco e costruire un percorso”. Per Carancini servono opportuni strumenti legislativi: “Strumenti legislativi chiari e semplici, il collegamento con i soggetti del territorio tra Regione e Comuni, su questa fase siamo in netto ritardo, mi chiedo come sia possibile che il governo regionale, che è uno snodo per questi strumenti non abbia pensato a questo. Bonomi ha parlato di comunità rancorosa, è il frutto delle difficoltà della parte politica a far comprendere ad esempio che anziché ricostruire cinque piccole scuole, è più opportuno farne una. Ci parliamo addosso e perdiamo opportunità, trovo inaccettabile ad esempio che un sindaco che vuole un certo centro nel suo territorio si lamenti, se viene fatto a soli sette chilometri. Il raccordo del territorio è una competenza regionale, dobbiamo puntare sul lavoro, sul territorio e sul settore turistico culturale”, ricordando poi la candidatura della città a capitale europea della cultura. Il tema delle “green community” è stato trattato da Francesco Ferrante vicepresidente del Kyoto Club, il quale ha sollecitato ad agganciare all’approfondimento dei temi chiave attuato a Symbola, fatti concreti. Il tema della partecipazione e dell’identità è stato oggetto della riflessione di Luca Dal Pozzolo della Fondazione Fitzcarraldo. Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ha evidenziato la necessità di un testo unico delle emergenze. Sono poi intervenuti i rappresentanti delle parti sociali, del mondo cooperativo, dell’imprenditoria, la deputata Patrizia Terzoni.
Gianni Squitieri
Domani mattina sarà presentato il rapporto 2017 “Italia geografie del nuovo made in Italy, nel pomeriggio convegno sulla ricostruzione, sabato mattina “Il senso dell’Italia per il futuro”, il titolo del seminario estivo di Symbola che ha da sempre l’obiettivo di riflettere sui punti di forza del sistema Italia, per farne i driver dell’agenda politica nazionale, in una chiave di costruzione di valore aggiunto per il futuro che verrà. Gianni Squitieri, vice capo della segreteria di Errani ha rilevato come la mancanza di una normativa organica per cui le numerose ordinanze di Errani hanno avuto un ruolo supplente. “Non si possono dare soldi pubblici senza un sistema di controllo, sta maturando la situazione per un passo avanti, con le Regioni che devono assumersi oneri ed onori, l’ordinanza sulla partecipazione ha l’obiettivo di sollecitare e non di sostituirsi a qualcuno, ricordando gli strumenti normativi di partecipazione per i cittadini. La vera sfida non è rimettere su le pietre, ma ridare identità a questi territori”, ha concluso Squitieri.
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