Santa Maria in Via, Pasqui si difende:
“Fascicolo perso dopo le scosse
Gli uffici erano danneggiati”

CAMERINO - Il sindaco rimanda al mittente le accuse di inerzia: "Abbiamo fatto il possibile, i ritardi nella ricostruzione non sono imputabili al Comune". E sulla documentazione relativa al sopralluogo, poi sparita: "Abbiamo subito denunciato l'accaduto ai carabinieri, gli atti sono sempre stati disponibili"

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Rimozione delle macerie da Santa Maria in Via

 

“Il Comune ha fatto tutto quello che poteva fare per la chiesa di Santa Maria in Via, sia dopo il sisma del 24 agosto che dopo i terremoti di ottobre”. E ancora: “È stato presumibilmente nei primi giorni  di novembre che il fascicolo è andato perso, nella concitazione di quei momenti nei quali si effettuavano a più riprese accessi nella danneggiata sede comunale”. Sono le parole del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui che ricostruisce due vicende legate al terremoto che stanno tenendo banco negli ultimi giorni nel dibattito cittadino: i ritardi nella ricostruzione della chiesa di Santa Maria in Via e la sparizione di un fascicolo dagli uffici comunali inerente alcuni sopralluoghi effettuati dopo la scossa di agosto su edifici pubblici e di culto (leggi l’articolo). Riguardo la prima questione, oltre all’opposizione, era intervenuto anche il parroco don Mariano Blanchi, accusando Comune, Arcidiocesi e Soprintendenza e parlando di crollo evitabile del campanile (leggi l’articolo).

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Gianluca Pasqui, sindaco di Camerino

“Il 27 agosto – ricostruisce Pasqui –  in qualità di tecnico incaricato dal Comune, l’ingegner Orioli ha effettuato un sopralluogo per verificare l’agibilità della chiesa e della casa parrocchiale. A conclusione dell’ispezione, ha redatto un verbale nel quale si legge, testualmente, che ‘la Chiesa e la Canonica non sono agibili. La canonica inagibilità indotta dalla Chiesa’. La casa parrocchiale dunque al 27 agosto risultava inagibile a causa dei danni subiti dalla chiesa e non dal campanile, sul quale non erano stati evidenziati danni e su cui si sono poi espressi diversi esperti il 18 ottobre. In quella data infatti è stata redatta la scheda per il rilievo del danno dei Beni Culturali, quella che il parroco sostiene di non aver ricevuto in copia.  Questa scheda riporta l’elenco dei danni riscontrati nei diversi elementi che costituiscono il corpo di fabbrica; ovvero rileva un danno da moderato a grave alla facciata, un danno lieve agli archi trionfali, grave alla cupola, moderato nella zona delle cappelle. Ma non sono stati rilevati danni agli altri macro-elementi che costituiscono la chiesa: navate, aula, transetto, abside, aggetti e il campanile.  Non solo quindi, al 18 ottobre, non sono stati rilevati danni al campanile, ma tra gli architetti sottoscriventi figura anche l’architetto incaricato proprio dalla stessa Arcidiocesi di Camerino, che quindi aveva tutta la documentazione che lo attestava. Mi risulta assai strano quindi, che il parroco, verso il quale nutro profonda stima e al quale mi sento molto vicino, non abbia ricevuto dalla sua stessa diocesi copia del verbale del sopralluogo”.

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Zona rossa di Camerino

Quindi Pasqui passa a confutare le accuse di inerzia rivolte al Comune. La minoranza, infatti, aveva citato il decreto legge 189, pubblicato il 18 ottobre, con il quale si dava ai Comuni la facoltà di intervenire sugli edifici pubblici per evitare ulteriori danni.  “È vero che il Comune sarebbe potuto, così come sarebbero potuto intervenire il proprietario e il Mibact – continua il sindaco – ma voglio ricordare che solo dopo 8 giorni da quel decreto legge la nostra vita è cambiata per sempre, con le scosse tremende del 26 ottobre che non solo hanno provocato i danni gravissimi che tutti conosciamo, ma hanno anche azzerato tutto quanto valeva fino al giorno prima. I sopralluoghi sono stati sospesi per garantire l’incolumità dei tecnici e ripresi la seconda metà di novembre e i primi giorni di dicembre”. E infatti, secondo la ricostruzione di Pasqui, il 7 dicembre il Comune ha richiesto alla Regione un sopralluogo nella chiesa, effettuato poi tre giorni dopo. E dal quale è emerso “l’elevato stato del danno e la necessità urgente di interventi di messa in sicurezza che  – spiega il primo cittadino – richiedevano un’apposita progettazione e non potevano essere eseguiti dai vigili del fuoco. A questo sopralluogo hanno partecipato anche il parroco, don Mariano Blanchi e l’ingegner Roberto Gagliardi, consulente della parrocchia, i quali in quella data hanno ribadito la volontà e la disponibilità a presentare un progetto di messa in sicurezza”. Successivamente, il 22 dicembre il Dipartimento della protezione civile ha pubblicato la circolare sulle procedure per la realizzazione delle opere provvisionali  nella quale si affermava, brevemente, che il Comune doveva intervenire nei casi in cui si fosse ravvisata la necessità di eseguire opere provvisionali finalizzate alla salvaguardia della pubblica incolumità, “non nel caso di Santa Maria in Via, quindi, perché compresa in piena zona rossa”, aggiunge il sindaco. Mentre quando l’opera provvisionale era rivolta ad evitare ulteriori danni, l’intervento poteva essere realizzato dal proprietario. “Tanto è vero – continua Pasqui – che solo cinque giorni dopo la parrocchia di Santa Maria in Via ha trasmesso il progetto preliminare delle opere per la messa in sicurezza della Chiesa a firma dell’ingegner Gagliardi. Trattandosi di edificio sottoposto a tutela l’intervento è sottoposto alla superiore approvazione del ministero. Il Comune, quindi, non era l’organo predisposto a rispondere, ma nonostante questo da quel momento e per diverse volte in questi mesi sono state inoltrate diverse richieste di sollecito e di richiesta di informazioni circa lo stato di attuazione dell’intervento”.

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Santa Maria in Via dopo i crolli

Questo per quanto riguarda i ritardi. Poi c’è la questione del fascicolo scomparso. “Non appena i tecnici se ne sono resi conto – spiega Pasqui – hanno in primo luogo denunciato lo smarrimento del fascicolo ai carabinieri, il 16 gennaio. Il giorno successivo è stata fatta richiesta al segretariato regionale del ministero copia dei verbali e delle schede di rilevamento danni relative alla chiesa di Santa Maria in Via. Alla suddetta richiesta il segretariato Regionale ha risposto tre giorni dopo, il 20 gennaio, trasmettendo la documentazione richiesta. Chiaramente, ciò che nel fascicolo era stato redatto dai tecnici comunali (rapporto di sopralluogo allegato al fascicolo insieme alle ordinanze di inagibilità) è sempre stato disponibile tra la documentazione agli atti”. Quindi la conclusione e la stoccata all’opposizione. “E’ ora che qualcuno la smetta di fare becera politica in un momento nel quale la mera lotta politica, basata tra l’altro su questioni che non trovano fondamento nella realtà, dovrebbe essere messa in disparte per concentrarci sull’unico interesse della nostra città e del nostro territorio. Comprendo – dice il sindaco – l’indignazione del parroco, che  è la stessa indignazione che provo io nell’apprendere dei gravissimi ritardi che stanno gravando sulla situazione di Santa Maria in Via”.

 



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