di Walter Cortella
Sono trascorsi quasi quattro anni dalla nascita del Cot, acronimo di Corridonia Officine Teatrali, (leggi l’articolo) e da allora i corsi tenuti da Francesco Facciolli, ideatore e fervente sostenitore del progetto, supportato dall’associazione culturale Tuttinsieme con l’appoggio fondamentale della locale amministrazione comunale, si sono succeduti a ritmo serrato, con un costante incremento del numero di iscritti, fino a toccare quasi le cento unità. I primi allievi sono ormai giunti al quarto livello. Probabilmente quasi nessuno di essi continuerà a calcare le scene, ma la filosofia del Cot, chiaramente enunciata in occasione della presentazione alla stampa della nuova iniziativa, era essenzialmente quella di avvicinare i giovani, e non solo loro, all’intrigante mondo del teatro che da sempre colpisce l’immaginario collettivo con la sua inesauribile magia.
Riportiamo, in proposito, uno stralcio dell’intervento di Francesco Facciolli: «…. spettacoli sì, concerti e balletti sì, ma anche officina dove ognuno abbia la possibilità di esprimere la propria potenziale teatralità, dove si possa pensare, creare, aggiustare il teatro lavorando e sudando, dove si possa stare insieme per fare qualcosa insieme. Insomma, il Cot è una idea semplice e popolare che diventa teatro per tutti, un luogo “altro” dove è possibile togliersi la maschera quotidiana per indossare quella teatrale e sentirsi liberi e creativi. In un momento nel quale il contatto con la realtà è sempre più condizionato e contaminato dal mondo “virtuale”, il gioco del teatro, creando un rapporto diverso tra realtà e finzione, può costituire il giusto antidoto contro la solitudine e l’individualismo».
Quest’anno, complice il sisma di agosto, i corsi si sono tenuti al Lanzi, modesto ma prezioso alternato del prestigioso Velluti e dopo tanta fatica, la scorsa settimana gli allievi hanno sostenuto il consueto e temuto saggio finale. È stata una piacevole maratona che nell’arco di tre serate ha messo in scena ben cinque spettacoli, tutti ideati e diretti dall’infaticabile Francesco Facciolli. I testi sono stati curati da Scilla Sticchi e Riccardo Nocelli, che si è accollato anche l’onere dell’intera organizzazione. Fondamentale importanza hanno avuto i coloratissimi e bizzarri costumi, scelti dalla impagabile Scilla Sticchi. Il compito di aprire la kermesse è toccato ai Giovanissimi che hanno messo in scena «L’isola del tesoro», l’intramontabile capolavoro della letteratura per ragazzi, nato dalla penna di Robert Louis Stevenson e pubblicato a puntate nel 1881. Gli attori in erba hanno affrontato un viaggio avventuroso, alla ricerca di un tesoro, tra pirati, sirene e strani figuri. Applaudita la loro esibizione.
I Giovani si sono cimentati, invece, con «Noi e il Piccolo Principe», ispirato al celebre racconto col quale Antoine de Saint-Exupéry affronta, in forma altamente poetica, temi importanti, come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia. Il particolare adattamento ha consentito a ciascun interprete di vivere sulla scena in prima persona la tenera esperienza del Piccolo Principe. Il tema della violenza sulle donne è stato affrontato nella terza performance, “Mai più”, fornita dagli Adulti II. Il testo, tratto da varie fonti, porta alla ribalta i tragici eventi che ogni giorno hanno come protagoniste involontarie donne appartenenti alle più diverse culture, che pagano con la vita, in una escalation che sembra non avere mai fine, la colpa di essere appunto donne. È una vibrante denuncia per un vergognoso crimine di cui solo l’essere umano è capace di macchiarsi. Dovrebbe farci riflettere che gli animali, per quanto feroci, ne sono immuni! Con gli Adulti I il regista ha optato per «Echi dall’isola sconosciuta», un collage di opere di vari autori. Il quadro iniziale, ispirato a Le isole fortunate di Fernando Pessoa, introduce all’opera di José Saramago (L’isola sconosciuta) che ha visto in scena i quindici frequentatori del corso. Una bella esibizione corale, delicata, condotta sul filo della narrazione, ricca di toni lirici. A seguire, brani dalla comicità surreale tratti da Karl Valentine (Direi di sì), da Anton Cechov (Un nome equino) e da Alan Ayckbourn (Due chiacchiere al parco).
Non potevano mancare due classici del teatro otto-novecentesco, la celebre Domanda di matrimonio, ancora di Cechov, con tutta la sua carica di esasperata comicità e I giganti della montagna, il dramma di Pirandello rimasto incompiuto, con l’intero cast in scena. Per chiudere la serata, la scelta del regista è caduta su Arrivederci fratello mare, una delicata lirica di Nazim Hikmet, considerato uno dei più grandi poeti turchi dell’epoca moderna. La lunga maratona del Lanzi si è conclusa con l’esibizione degli allievi del corso Adulti III che hanno portato in scena Diario di un caleidoscopio, una composizione di brani tratti da autori diversi. Tanti frammenti che messi insieme hanno creato un interessante gioco di idee, appunti e improvvisazioni ispirati a Ionesco, Beckett, Saramago e ancora Hikmet, con effetti sempre sorprendenti. In un ordine apparentemente disordinato ma basato su movimenti coreografici ideati da Michela Paoloni, uomini, donne e sedie hanno catturato l’attenzione del pubblico, fin dalle prime battute. Tutti gli interpreti hanno messo in luce incoraggianti qualità, anche coloro che si sono avvicinati al teatro per la prima volta. Da segnalare alcune interessanti promesse accanto a consolidate conferme. Non è il caso, tuttavia, di fare citazioni particolari. È bene, invece, sottolineare l’impegno profuso da ciascuno. Per qualche tempo il tormentone è stato «non ce la faremo mai», ma alla fine Francesco Facciolli, esigente più che mai, ha saputo ottenere il meglio da ciascun allievo, grazie alle sue qualità umane e didattiche. Al termine della faticosa maratona si è dichiarato più che soddisfatto del risultato finale. Cinque spettacoli di buona fattura, apprezzati dal folto pubblico. Peccato che per essi non vi siano opportunità di replica. È purtroppo il destino dei saggi, vivono un solo giorno, come le rose. I corsi riprenderanno dopo la pausa estiva, ai primi di ottobre. Buone vacanze a tutti.
(Foto di scena di Nevio Ceccherini, Jessica Montecchiari, Federico Camilli Meletani e David Nabissi)
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