Ricostruzione a Camerino, “dilettanti allo sbaraglio”. Ad evidenziare in una lettera aperta le criticità della gestione post terremoto è l’ingegnere Roberto Di Girolamo, che sta seguendo come professionista le diverse fasi della ricostruzione. L’ingegnere parte dalle scuole. “Siamo alla follia, si demolirà il container che nell’emergenza ha permesso, con molti sacrifici, di continuare l’attività scolastica, per ricostruire una scuola che, forse, sarà pronta a marzo e non è dato sapere, il prossimo settembre, dove andranno a scuola i nostri figli – scrive – programmazione e lungimiranza non sono le capacità specifiche dell’amministrazione che sta guidando Camerino. Pure nella fretta si doveva pensare a quello che stavano pianificando, un incrocio mostruoso di vie di accesso alla zona delle scuole, al centro commerciale, alla caserma dei carabinieri, alla struttura geodetica che serve da punto di ritrovo per la comunità, al quartiere di san Paolo e agli istituti universitari della Madonna delle Carceri”. L’ingegnere camerte rileva che nell’ordinanza è scritto che “entro 60 giorni dall’uscita dell’ordinanza, ovvero entro il 15 marzo i comuni dovevano provvedere alla demolizione di quanto ostacolasse la realizzazione delle nuove strutture scolastiche”, e visto che non ci sono progetti della scuola, nè demolizione dei moduli prefabbricati, “la fuoriuscita dal piano per il rifacimento delle scuole, da sempre paventato dall’amministrazione, è già realtà”.
Di Girolamo indica nella lettera che l’area scelta a Vallicelle per costruire la nuova struttura socio-sanitaria per anziani donata dalla Croce Rossa, è la stessa destinata alle casette in legno, Sae: “Allora la domanda sorge spontanea: ma cosa realmente faranno in questa area?”. Riguardo all’ordinanza di Errani sulle perimetrazioni nei centri storici, l’ingegnere rileva: “La legge prevede grandi possibilità che sono in capo ai comuni e che sono state nella gran parte disattese, ovvero la possibilità di creare aggregati, mettere insieme gruppi di case “interconnesse” in modo da facilitare la ricostruzione, aiutare e rendere possibile una ricucitura di quelle ferite che si hanno nelle frazioni e nei centri storici. Questa possibilità non è stata vista e è stato fatto passare inutilmente il 15 maggio termine ultimo per la perimetrazione degli aggregati da parte comunale”. Uno degli esempi fatti da Di Girolamo è la possibilità di inserire negli aggregati le seconde case rese inagibili dal sisma del 1997 e la cui riparazione non era stata finanziata. Continua Di Girolamo: “Un elemento fondamentale per la perimetrazione, però, è la percentuale di edifici inagibili, ma se in tutto il nostro centro storico ancora non si è iniziata la mappatura degli edifici inagibili, manca un dato fondamentale. Si perderà per questo la possibilità di perimetrare?”. Riguardo alle demolizioni degli edifici, l’ingegnere camerte spiega: “Qui si rasenta l’assurdo. Con l’uscita della ordinanza 19, le demolizioni sono più facili e si possono attuare senza problemi, infatti basta redigere il livello operativo e se il risultato di tale analisi (che valuta lo stato di danno e di vulnerabilità dell’edificio) sarà di L4 tale demolizione può e deve essere tranquillamente fatta. Pertanto invece di ostinarsi con accanimento terapeutico alla puntellatura ad ogni costo, con un inutile spreco di denaro pubblico, perché non si applica tale metodologia semplice e immediata? Ad oltre nove mesi dalla prima scossa credo che tali domande-osservazioni siano fondamentali e nessuno risponde”.
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