di Donatella Donati
Il simpatico articolo di Giancarlo Liuti sulla nostra piazza della Libertà mi ha richiamato alla mente con una certa nostalgia quella piazza di Parigi, Place de la Bastille, che ho frequentato molto fino a tre anni fa dove un intelligente proprietario di caffé, il Café des Phares posto proprio di fronte all’Opera, aveva accolto il progetto di alcuni filosofi e amanti della filosofia di riunirsi ogni domenica mattina intorno ai tavolinetti dentro e fuori il caffè dalle 10 alle 12 per discutere su di un tema scelto volta per volta. Stamattina ho telefonato al numero di quel caffè e ho chiesto se ancora quelle riunioni avvengono e se ancora Ramirez è il loro animatore – Certo- mi ha risposto uno dei baristi- c’è sempre e ci ricordiamo di lei, la dame italienne che ogni mese era presente al dibattito-. Alle dieci precise si faceva tra i presenti, una trentina i fissi, una inchiesta sull’argomento da scegliere per la discussione e tre microfoni che giravano da un tavolo all’altro consentivano di far sentire a tutti quello che si diceva.
Il conduttore della riunione, in genere era il filosofo Ramirez dopo la morte di Marc Sautet fondatore del caffè filosofico, sceglieva l’argomento e cominciavano gli interventi il cui contenuto era molto variato ma rigorosamente filosofico il ragionamento. C’era nell’insieme un clima di cordialità che permetteva a tutti di esporre i propri pensieri e le proprie considerazioni anche a chi non aveva una preparazione filosofica strutturata. Il conduttore richiamava soltanto al tema del dibattito per evitare quelle digressioni che ne impedissero la focalizzazione. Intanto gli avventori continuavano ad entrare e a prendere il caffè al banco lungo e capiente, un caffè sponsorizzato da una ditta italiana. Alla fine si tiravano le somme e ci si salutava come vecchi amici e ce ne erano di tutte le età, giovani e meno giovani. Ogni mese usciva una specie di bollettino che veniva venduto per pochi euro dove c’erano informazioni e articoli. Ne pubblicarono anche qualcuno mio e in particolare ebbe successo l’éloge de Xantippe. Qualche volta tra i turisti di passaggio che entravano sorpresi nel caffè ci furono anche dei maceratesi e in particolare ricordo una pittrice, Floriana Patrassi.
Pensare a un caffè filosofico nella piazza della Libertà o nella più piccola Cesare Battisti a Macerata è una follia, una canzonatura o un progetto realizzabile? E’ sufficiente che si riunisca un gruppo di persone interessate non solo al cibo ma anche alla discussione filosofica, che ci sia un capo bar che organizzi uno spazio adatto per far accomodare i cosiddetti filosofi e metta a disposizione due o tre microfoni, che si stabilisca un orario sempre fisso da scegliere con la consulenza di un esperto di comunicazione per poter organizzare qualcosa del genere. Molti dei partecipanti frequentavano la Sorbona ma a Macerata c’è una facoltà di Filosofia la quale, per quel poco che io ne so dato che ho frequentato la Sapienza, è in grado di fare emergere tra studenti e professori qualcuno interessato a una esperienza del genere. L’università che entra al bar e non solo per gli aperitivi, il cibo e le feste di laurea può essere una impresa la cui carica culturale non va disprezzata.
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Bella idea – anche per un caffè letterario
Un’idea bellissima
Magari!!! Sarebbe stupendo!!!
Si bella idea, facciamo una bella cornice…ma poi il quadro chi ce lo mette?
Formidable
Benvengano i caffè filosofici in piazza!
Approfitto per rendere pubblico il fatto che essi già si svolgono da parecchi anni nel centro storico di Macerata, anche se non negli stessi orari parigini.
Avendo io una certa esperienza nelle pratiche filosofiche (consulenza filosofica, P4C, caffè filosofici, ecc.), già parecchi anni or sono ho effettuato un giro in alcuni bar del centro per vedere se erano interessati ad ospitare un café philo (o caffè filosofico che dir si voglia) non riscontrando però eccessivo entusiasmo.
A quel punto ho cominciato a organizzare caffè filosofici per mio conto appoggiandomi a varie associazioni (da Licenze Poetiche fino all’ultima: la Scuola Popolare di Filosofia).
Dunque, nel frattempo, per chi fosse interessato, faccio presente che la Scuola Popolare di Filosofia di Macerata si ritrova da vari anni a questa parte tutti i giovedì alle 21 per libere discussioni guidate da un facilitatore esperto di filosofia, altrimenti dette caffè filosofici.
Tutti sono benvenuti
scuolapopolaredifilosofia@gmail.com
Socrate al caffè. Come la filosofia può insegnarci, con semplicità e soddisfazione, a capire noi e il mondo
Marc Sautet
Si è arrivati a pensare che Socrate stesse sempre in piazza non tanto per filosofare quanto piuttosto per stare lontano da Santippe e dalle sue continue scempiaggini, pare che Socrate sia riuscito a fare ragionare tutti tranne Santippe.
Bravo Andrea Ferroni, tu hai il quadro ma non hai riscontrato entusiasmo in chi poteva regalarti la cornice, se veramente era interessato…adesso vogliono far passare per cultura un modo come un altro per spacciare nel frattempo qualche aperitivo o qualche altra specialità mangereccia, come ormai si sta convertendo a senso unico il centro storico “culturale”…ed è cultura solo quanno se magna…
Aussi à Paris un café pistacoppique comme à Macerata.
C’est un ideà meravigliosiséé. Nu caffé filosofique pour le pistacoppiquen. Mon cheri Giorgì, le termineèè de toi useèé est trop ippique e les filosofiques francais se sont parléé de chevaux, se inision ad ubriacher e tout feniscé a taralluccì. Se putrià penesé ad accumminer aussi le libres pensateur de Sitanò, chi’l sont tres numereuse espescialmont depuis la crisé du travaille. Manger e buar, se meglion se a gratis e con gratineéé avec vin de meditasion o les miglieur vins de li Chateaux francaises. Le premiere problem de cuì parler, putrià etre ” Aujourdhui, Carancini, politique od homme d’affaire?
Ebbene, proprio per colui che ha in stabile godimento una individualità fuori del comune, spiritualmente eminente, la maggior parte dei piaceri in genere vagheggiati sono del tutto superflui, anzi molesti e fastidiosi.