di Alessandra Pierini
Riflettori puntati sul lago di Pilato, nel cuore dei Sibillini. Dopo l’allarme lanciato da un gruppo di escursionisti, che hanno raggiunto la riva domenica, che il lago di stesse asciugando in seguito alle terribile scosse di terremoto dei mesi scorsi, in molti si interrogano sulle sorti del magico bacino che deve il suo nome alla leggenda che vede Pilato morto nelle sue acque.
Il geologo Unicam Piero Farabollini aveva rassicurato nei giorni scorsi sulla possibilità che il lago fosse solo mascherato e che l’acqua, pur non arrivata in superficie, ci fosse ancora. A dare ulteriori speranze un’escursionista salito ieri sulle cime dei Sibillini il quale ha inviato degli scatti in cui si vede l’acqua sgorgata tra la poca neve rimasta alla pagina Facebook di Gianluca Vignaroli che alimenta il dibattito.
Interviene a placare gli animi anche Enrico Prenna, architetto, ricercatore in Fluidodinamica ambientale e Nivologia all’Università di Camerino: «La situazione ai Laghi di Pilato attualmente rientra nella media stagionale. Dai rilievi effettuati ieri sono evidenti le fessurazioni del manto nevoso, successivamente trasformatosi nelle rispettive calotte di ghiaccio per effetto di fusione e ricongelamento. La frattura e il collasso delle calotte che solitamente ricoprono i Laghi di Pilato durante il periodo invernale. hanno portato al riaffioramento degli specchi d’acqua sottostanti. E’ solo questione di tempo, alcuni giorni per l’esattezza, affinché i naturali processi di scioglimento nevoso si verificassero come di consueto, indipendentemente dai recenti eventi sismici».
Anche il nostro lettore Alessandro Bugatti ha raggiunto martedì le cime e il lago di Pilato: «Sono rimaste due pozze, larghe non più di 12 metri – racconta – a conferma di questo basta vedere anche le sorgenti dell’Aso a Foce, prosciugate».
Il ghiaccio nelle immagini di Enrico Prenna
Che fine ha fatto il lago di Pilato? Sos al Parco dei Sibillini
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Le sorgenti dell’Aso prosciugate a Foce?