Provincia senza soldi, Pettinari:
“Zero euro per le utenze scolastiche
Sono a rischio i servizi fondamentali”

TASCHE VUOTE - L'ultimo decreto prevede risorse irrisorie per le Province: 100 milioni invece dei 650 necessari. A farne le spese gli istituti scolastici, la sistemazione delle strade, i servizi per l'ambiente. Il presidente chiama all'appello gli amministratori locali per partecipare alla protesta in programma a Roma giovedì. "Un provvedimento assurdo". Ugo Barbi (Snals): "Vige un'assoluta anarchia"

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Il presidente della Provincia Antonio Pettinari

 

di Claudio Ricci

Dopo l’esposto alla procura e alla Corte dei conti, la protesta in piazza a Roma per chiedere risorse per i servizi fondamentali al cittadino. Province alle prese con l’ennesimo taglio al bilancio. L’ultima sforbiciata è quella del 23 aprile scorso quando è stato approvato il decreto per il finanziamento agli enti locali che dispone una cifra di circa 100 milioni di euro a fronte degli almeno 650 necessari per mantenere i servizi ordinari: strade, scuole, ambiente. “Un provvedimento assurdo” tuona Antonio Pettinari che giovedì con gli altri presidenti e gli amministratori locali di tutta Italia prenderà parte alla manifestazione contro il decreto. “Stando così le cose tutte le Province non riusciranno a fare il bilancio – spiega Pettinari – Sono a rischio i servizi fondamentali per cui i cittadini pagano le tasse. Per ciò che riguarda la nostra provincia solo per le funzioni fondamentali abbiamo bisogno di 23 milioni, di cui 12 solo per fare il bilancio e lo Stato ci obbliga a riversarne 19,5 per legge”. A rischio la normale amministrazione delle scuole di competenza della Provincia. “Ho informato i presidi del fatto che non riusciremo, non solo a fare la normale manutenzione ma anche a coprire le utenze, così come accade per le strade” dice Pettinari. Domani sarà all’assemblea dei sindaci e in Consiglio provinciale per informare tutti dello stato dell’ente, invitando tutte le parti alla protesta di giovedì a Roma: “La Provincia non è stata in grado di fare il consuntivo 2016 né il previsionale 2017. Stiamo andando avanti in esercizio provvisorio che ci consente solo le spese primarie per non chiudere uffici e scuole. C’è una paralisi totale”. Definisce “assolutamente deludente” la riunione di stamattina in Regione con cui ha chiesto le spettanze per l’impegno economico sostenuto nel 2015 e nel 2016 sui chilometri di strade riassegnati dopo la riforma. Oltre al danno anche la beffa. Una norma contenuta nel decreto prevederebbe una sanzione per la Provincia in caso di utilizzo dell’avanzo di amministrazione che invece proprio lo Stato aveva autorizzato lo scorso anno. “Se non verranno accolti gli emendamenti presentati dall’Upi verremo sanzionati di altri 3 milioni – dice Pettinari – Per il prossimo anno scolastico sfido chiunque a dire che potremmo essere in grado di garantire la riapertura delle scuole”. Una provincia messa in ginocchio dal sisma e più volte pedana per le passerelle delle più alte cariche dello Stato: “Come interpretare quelle parole e quelle visite? – si chiede Pettinari – Non ci si può chiedere di passare come i nemici delle nostre comunità mettendo a rischio anche le nostre famiglie. Questo è uno Stato democratico moderno, civile? La costituzione ha un senso per questi signori?”.

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Ugo Barbi, segretario provinciale della Snals

Sul rischio per le scuole interviene anche il segretario provinciale della Snals Ugo Barbi: “Noto con amarezza che la scuola viene ancora oggi messa in terzo ordine di priorità – commenta il segretario provinciale della Snals Ugo Barbi –  Dopo le varie passerelle di ministri, onorevoli e capi della protezione civile per la ricostruzione a tutt’oggi vige l’assoluta anarchia. L’ufficio scolastico non ha ancora convocato i sindacati per gli organici ma comunica i perdenti posto, cosa mai avvenuta. Non c’è una circolare che garantisce l’organico per le scuole presenti nel cratere come più volte annunciato, che garantisca dove verranno collocati se al mare o in montagna. Per il personale Ata mancano centinaia di posti ma nessuno dice quanti ne devono essere messi in ruolo. Molti, sono sfollati al mare e fanno centinaia di chilometri al giorno per lavorare. Tutto questo è inaccettabile e spero che dopo tanti proclami ci sia una volta per tutte una certezza.



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