Camping Il Quercione,
indagato anche l’ex sindaco Morosi
Solidarietà a Rinaldi

USSITA - Sono due le persone iscritte nel fascicolo della procura per presunte violazioni relative a edificazioni in un'area a rischio idrogeologico. L'assessore regionale Sciapichetti invita il primo cittadino dimissionario a tornare sulla sua scelta. Il presidente della Provincia Pettinari: "Vicinanza e apprezzamento per il lavoro svolto". L'Anci si mobilita: "Va individuato percorso per sostenere le scelte dei sindaci del cratere nell'interesse dei cittadini"

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Il camping Quercione

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Sergio Morosi, ex sindaco di Ussita

 

di Gianluca Ginella

Sono due le persone indagate per la vicenda del camping Il Quercione di Ussita posto sotto sequestro dalla procura. Oltre al sindaco Marco Rinaldi, che ieri, giorno del sequestro dell’area, ha deciso di dimettersi, c’è anche l’ex primo cittadino di Ussita, Sergio Morosi, attualmente segretario del comune di Tolentino. La contestazione riguarda opere che vennero realizzate nel camping in assenza delle necessarie concessioni edilizie e paesaggistiche: la procura parla di cinque case mobili, di un gazebo in legno e della messa in opera di allacci idrici su di un’area dove ci sono vincoli paesaggistici e ritenuta ad alto rischio idraulico e dove dunque non si può costruire nulla. Rinaldi, che oggi era presente alla manifestazione dei terremotati a Visso, ha detto che le sue dimissioni «sono irrevocabili» e che comunque proseguirà anche se in veste non istituzionale, per aiutare le popolazioni dell’Alto Nera. A chiedere che ripensi alla sua scelta di dimettersi è l’assessore regionale alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti. Che intanto spiega: «Le procedure per la ricostruzione vanno avanti a prescindere, ma dobbiamo invitare il sindaco Rinaldi a tornare sui suoi passi – dice Sciapichetti –. L’amarezza del momento è comprensibile ma abbiamo piena stima in lui ed esprimiamo la massima solidarietà e l’invito è quello di restare al suo posto, nel rispetto comunque di una decisione che è tutta personale. Lui è nato cresciuto ad Ussita e ha seguito le procedure dal 24 agosto chi meglio di lui può continuare questa battaglia che deve avere come risultato finale riportare i cittadini ad Ussita e nelle frazioni».

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Al centro Marco Rinaldi, stamattina a Visso

Sulla vicenda il commissario Vasco Errani non commenta, mentre il presidente della Provincia Antonio Pettinari esprime «vicinanza, solidarietà e apprezzamento per il lavoro che gli amministratori come lui stanno facendo per quei territori. Sono territori devastati, difficilissimi, capisco il suo stato d’animo. Parliamo di amministratori che cercano di fare il bene per il loro paese». «Sono a fianco di Marco Rinaldi, ma non solo formalmente per il ruolo istituzionale che ricopro, ma convintamente e decisamente perché chi lavora per contribuire a risollevare una comunità devastata come quella di Ussita e degli altri comuni del cratere, non può accettare di dover sottostare a cavilli di legge – dice Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche e sindaco di Senigallia –. Solo nella Seconda guerra mondiale le Marche hanno avuto più distruzioni di quante ne ha fatto questo terremoto e, di conseguenza, andrebbe pensata la proclamazione di uno stato di guerra anche in questa regione, con le leggi speciali, zero burocrazia e possibilità di operare al sostegno dei cittadini». Mangialardi aggiunge: «ci siamo mobilitati anche investendo del problema l’Anci nazionale. È di tutta evidenza che vada individuato un percorso in grado di sostenere le scelte che un sindaco di un comune gravemente colpito, fa nell’interesse dei cittadini».



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