Destinatario sconosciuto,
lettura scenica a Porto Recanati

RECENSIONE - Ancora un evento culturale di alto livello a cura de "La Torre che ride"

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Diego-Dezi-«Martin»

 

di Walter Cortella

«Destinatario sconosciuto». Questa laconica stampigliatura apposta sulla parte anteriore di una busta sta semplicemente a significare che la persona cui essa era destinata non è reperibile. La missiva torna al mittente e con ogni probabilità la vicenda si conclude così, senza ulteriori sviluppi. Talvolta, però, essa nasconde un piccolo/grande mistero. Che fine ha fatto il destinatario? È probabile che abbia solo cambiato casa e che per un qualche motivo non abbia informato del suo trasferimento il gestore del servizio postale. Oppure l’ha fatto, ma c’è stato comunque un disguido. Però in qualche caso, l’interessato non ha potuto realmente notificare a nessuno il suo cambio di domicilio. È quanto accade alla giovane Griselle, protagonista quasi impalpabile del romanzo Destinatario sconosciuto della scrittrice americana Katherine Kressman Taylor, pubblicato nel lontanissimo 1938 e riproposto in lettura scenica nei giorni scorsi presso la Biblioteca Comunale di Porto Recanati, per iniziativa dell’Associazione culturale «La Torre che ride» che, dopo una breve assenza, torna ad operare nella cittadina balneare. L’evento fa pendant con la recente lettura di In nome della madre, tratta dall’omonimo romanzo breve di Erri De Luca.

Destinatario-sconosciutoIl romanzo della Kressman Taylor, scritto in forma epistolare, è stato presentato al pubblico da due «voci» molto note del teatro amatoriale maceratese, Diego Dezi e Sauro Savelli, entrambi registi della Cfd di Macerata. All’epoca, Destinatario sconosciuto fu subito un caso letterario. Andò davvero a ruba. Venne tradotto e commercializzato in tutta l’Europa, ma in Germania ne fu vietata la distribuzione. E ne capiremo presto la ragione. Allora i lettori cominciarono a scambiarsene le fotocopie. E negli anni ’40 divenne un film. Poi conobbe un periodo di oblio, ma nel 1995 tornò alla ribalta in occasione del 50° anniversario dell’apertura dei campi di sterminio nazisti. In Israele e in Francia il romanzo è diventato addirittura un best seller, adattato per teatro e tv e riscuote tuttora grande successo. I protagonisti sono due uomini, due commercianti d’arte che vivono in America, a San Francisco. Sono entrambi tedeschi, grandissimi amici, sebbene di religione diversa. Max è ebreo mentre Martin non lo è, ma non è nemmeno cristiano. I loro affari vanno a gonfie vele, malgrado ciò nel 1932 Martin decide di tornare in Germania con la famiglia. Il suo Paese è in piena ripresa economica dopo il disastro della Grande Guerra. Entrambi sono esultanti perché intravvedono interessanti sviluppi per il loro traffico di opere d’arte dalla vecchia Europa all’America che vuole dimenticare in fretta la tremenda crisi del ’29. Purtroppo Martin si lascia subito ammaliare dalla nuova ideologia nascente, il nazismo, e dalla figura di Hitler che trascina con veemenza il suo popolo verso la rinascita del grande e meraviglioso Reich.

Il-m°-Danilo-Tarquini

Il maestro Danilo Tarquini

Inevitabilmente assorbe tutte le teorie e i fanatismi del nuovo dittatore e diventa un convinto sostenitore della disumana lotta agli ebrei, da tutti ritenuti il capro espiatorio universale. Il sacrificio di alcuni di essi avrebbe salvato milioni di vite umane! Max è preoccupato da questa repentina e pericolosa metamorfosi del suo amico, lo implora di starne alla larga, ma ormai Martin ha fatto la sua scelta. Per questo invita l’amico ad interrompere la fitta corrispondenza nel timore che la censura possa individuarlo, con grave pregiudizio suo e della famiglia, ormai perfettamente inserita nella vita della Berlino nazista. Martin sarebbe disposto a interrompere lo scambio epistolare ma deve continuare a spedire missive perché sua sorella Griselle si trova proprio nella capitale tedesca per una tournée teatrale. La ragazza, un tempo legata sentimentalmente a Martin, corre gravi pericoli e la sua sorte è fonte di apprensione per il fratello. La raccomanda perciò all’amico ma questi, al momento del dunque, ha paura di aiutare Griselle e l’abbandona al suo destino, nelle grinfie delle temibili S.A. naziste. Assiste con distacco alla sua esecuzione. Con una fredda lettera ne notificherà la morte all’incredulo Max. Questa sarà l’ultima sua missiva.

Sauro-Savelli-«Max»

Sauro Savelli «Max»

La tragica fine di Griselle e ancor più l’atteggiamento dell’ex amico fraterno, sconvolgono Max. Affranto dal dolore, reagisce mutando i suoi sentimenti amorevoli di un tempo nell’odio più crudele. Continua imperterrito a scrivere a Martin lettere sempre più compromettenti. Usa carta intestata di una banca americana per camuffarne il contenuto, ma sa benissimo che gli addetti alla censura hanno gli occhi ben aperti. Per questo fa di proposito ricorso ad un linguaggio chiaramente cifrato. Richiede stampe di quadri di Picasso, Vermeer, Poussin ed altri artisti in determinati colori e in un preciso numero di copie per eventi da organizzare in date prestabilite, il tutto in cambio di cospicue somme di danaro. Martin non risponde nemmeno. Chiunque leggendole si sarebbe insospettito ed avrebbe pensato di trovarsi di fronte ad uno scambio di corrispondenza in codice tra due spie. Questa è la sottile e spietata vendetta di Max. Sa che le sue lettere finiranno nelle mani dei solerti funzionari delle S.A. e che il destino di Martin, come quello di Griselle, è ormai segnato: farà la terribile fine riservata ai traditori. Un giorno gli viene recapitata la sua ennesima lettera, con il fatidico timbro «Destinatario sconosciuto».

Stefano-Cosimi

Stefano Cosimi

Per Max il messaggio è chiaro: finalmente giustizia è fatta. La lettura del duo Dezi-Savelli, dall’elevato contenuto drammatico, ha coinvolto appieno il pubblico che ha apprezzato l’impeccabile performance, arricchita dall’accompagnamento al pianoforte del m° Danilo Tarquini che ha eseguito brani di Gershwin, Fats Woller, Kurt Weil, oltre ad alcune sue composizioni. Alla serata, condotta da Stefano Cosimi, Presidente de «La Torre che ride», ha partecipato l’Assessore Angelica Sabbatini, che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale. (Foto di Beatrice Cucchi)



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