Andrea Cellocco dietro al bancone della sua pizzeria
La pizzeria di Cellocco
di Monia Orazi
Prove tecniche di rientro a Camerino, dove da ieri ha riaperto i battenti la pizzeria “Andrea” in via Ridolfini 36, prima attività su un totale di 220 partite iva tra attività commerciali e studi professionali, a riaprine del centro storico, che è quasi tutto zona rossa. Il locale di Andrea Cellocco non ha subito nessun danno, ma si trova proprio di fronte a San Domenico, l’ex chiesa e sede del museo delle scienze Unicam, soltanto parzialmente puntellata dai vigili del fuoco, che incombe a metà della strada che da San Venanzio conduce a piazza Cavour. Secondo le indicazioni del sindaco Gianluca Pasqui serviranno almeno due o tre mesi per le procedure ed i lavori di puntellamento, dal costo stimato di circa 300mila euro, da affidare tramite gara ad azienda privata. Superato questo ostacolo, la strada per poter tornare a piazza Cavour è spianata.
I clienti della pizzeria
“Cinque mesi senza fare nulla erano troppi, mi mancavano le lastre di pizza e ho una famiglia da mandare avanti, ho sentito che era ora di ricominciare ed ho riaperto, i complimenti ed il sostegno di tanti clienti che hanno saputo della mia decisione, mi carica ancora di più di entusiasmo”, il commento di Andrea Cellocco, aiutato nel primo giorno di lavoro dalla figlia Savannah, studentessa universitaria, dalla madre, presente alla riapertura anche il padre novantenne Mario. La pizzeria era aperta dal 2012 e si può raggiungere in auto, arrivando dal monumento Vitalini, dopo aver girato intorno al parcheggio meccanizzato, la sua riapertura rappresenta un segnale importante di ripartenza. Provenendo da San Venanzio, si può passare solo a piedi, perché il lato di piazza dei Costanti accanto a San Domenico è zona rossa, con presidio militare. Attende di poter riaprire a piazza dei Costanti anche Paolo Onorati, titolare dell’agenzia universitaria Paperlandia. “Ho dei contratti aperti e dopo la messa in sicurezza di San Domenico spero di poter riaprire il negozio – spiega il commerciante – voglio tornare qui perché clienti e fornitori sanno dove ho la sede. Per ora, grazie all’università di Camerino, ci siamo sistemati nel campeggio del campus, ho acquistato di tasca mia una casetta in legno ed ho riaperto l’attività, perché non posso fermarmi, ho la famiglia da mantenere”. Lungo via Antinori, che sale da San Venanzio, soltanto un palazzo è abitato da una famiglia ed al piano terra ha sede lo studio di un avvocato e di un architetto camerte, che non hanno voluto lasciare la propria città. Dall’altra parte di Camerino, resiste l’unica altra attività appena aperta fuori dalla zona rossa, la ferramenta di Sandro Santacchi, presidio di resistenza, in attesa del futuro che verrà.
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Bene…………
Ludovica Fattori quante focacce con la mortazza
Daje Andrea!!!
Bravo Andrea!
in bocca al lupo!!!!!!
Forza forza forza!!
Bravo!!ma purtroppo il centro storico rimarrà così per i prossimi 20anni se bastano..burocrazia,lavori ecc.